Casarini e Minotti, i due rossoneri potevano essere biancazzurri

Casarini e Minotti, i due rossoneri potevano essere biancazzurri

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Federico Casarini e Nadir Minotti, i due perni del centrocampo rossonero, potevano avere un destino tinto di biancazzurro. Avevano l’Abruzzo nel destino: accostati a lungo, sebbene in diverse sessioni di mercato al Delfino, entrambi sono finiti alla Virtus Lanciano.

Casarini è stato in bilico tra Pescara e Lanciano nell’ultimo giorno di mercato estivo 2013.  Le strade del mercato, è notorio, sono infinite ma per Casarini, centrocampista classe 1989 di proprietà Bologna, ogni possibile direzione sembrava condurre alla Regione natale di D’Annunzio ed Ovidio. La Virtus Lanciano, sua attuale società, si è sempre mostrata sicura di riuscirlo a portare in rossonero anche quando sembrava cosa fatta il suo approdo al Pescara in uno scambio con Vukusic. La pazienza del D.S. Luca Leone ha permesso in extremis l’arrivo del duttile centrocampista alla corte di Baroni ed è stato proprio il tecnico frentano a svelare un retroscena qualche settimana fa: «ho seguito il suo percorso nelle scorse stagioni e appena ho saputo che c’era la possibilità di prenderlo ho chiamato Federico per dirgli di venire con noi», ha detto nel post Bari, la gara dello storico primato in Serie B per la Virtus (mantenuto per sette turni prima del rallentamento). «Si è subito integrato in un gruppo eccezionale che lo ha messo a suo agio, sembra che sia qui da due anni».

lanc5Non sarà forse il giocatore in grado di fare la differenza, il top player che cercava il Pescara per sostituire Bjarnason, ma Casarini è un piccolo manuale del buon centrocampista. Non è un muratore della linea mediana e non è un architetto, è un buon geometra in grado di interdire e partecipare alla costruzione. Tatticamente disciplinato, non ha paura di assumersi la responsabilità di rischiare qualche figuraccia con cambi di gioco avventurosi e non lesina energie nei contrasti. Con lui in campo, la squadra frentana ha acquisito solidità ma il diretto interessato mantiene un profilo basso e tanta umiltà: «non è che se gioca Casarini o un altro cambia il risultato, siamo un gruppo che lavora per bene. Il mister prova tutti in settimana e noi non abbiamo mai certezza di chi scenderà in campo fino all’ultimo». Di sicuro, però, Casarini difficilmente si accomoda in panchina, come testimoniano le statistiche di questa prima parte di stagione.  Domenica si ritroverà al cospetto di quella che poteva essere la sua squadra, chissà se con indifferenza oppure con rimpianto.

Prima di Casarini, poteva finire in biancazzurro Nadir Minotti, classe 1992. Centrocampista dai piedi educati e dalla buona struttura fisica, Minotti è un predestinato: messosi in mostra nelle giovanili dell’Atalanta, in epoca Zeman il Pescara si interessò a lui (e a Madonna, suo compagno in nerazzurro) ma per il suo approdo in Abruzzo ha dovuto attendere un anno e una nuova città, Lanciano. Già nella scorsa stagione era in Frentania nella Gautieri’s Band che ha centrato il miracolo salvezza, in questa stagione alla corte di Marco Baroni sta compiendo il salto di qualità. A Bergamo continuano a monitorarne i progressi e a fine stagione i nerazzurri potrebbero riportarlo alla Casa Madre per lanciarlo in Serie A.

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