Verratti, il Pescara e il futuro: Luca Berardocco si confessa

Verratti, il Pescara e il futuro: Luca Berardocco si confessa

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Non solo Verratti, un altro pescarese doc ha vestito i panni dell’emigrante di lusso nella scorsa stagione. Stiamo parlando dell’ex biancazzurro, Luca Berardocco, nell’ultima stagione in prestito al Nova Gorica dove ha vinto la Coppa di Slovenia. Il centrocampista classe ’91 si confessa tra passato, presente e futuro a ForzaPescara.TV

“È stata una stagione positiva dal punto di vista calcistico e professionale”, racconta il mancino che ha esordito in biancazzurro in epoca Di Francesco. “Un’esperienza all’estero ti porta sempre un qualcosa in più, anche se avevo tanti compagni italiani in squadra. Formarsi e confrontarsi con altre realtà e mentalità è sempre positivo. Dal punto di vista calcistico è andata molto bene: ho giocato con continuità ed io e la mia squadra abbiamo chiuso in bellezza con la vittoria della Coppa di Slovenia e la qualificazione in Europa League. La dedica? Alla mia famiglia e in particolare a mio padre, venuto spesso fin lassù a vedermi. La vittoria è stata veramente dura perché abbiamo vinto contro la squadra più forte di Slovenia vincitrice del campionato, la Juventus slovena per capirci. In campionato nelle quattro partite giocate contro abbiamo perso tre volte e pareggiata una. Risalta quindi ancora di più questo successo” Il futuro non è ancora stato deciso per lui.  “Sono rientrato al Parma, sul futuro non so dire niente,  non lo conosco neanche io adesso. Parlerò con i miei agenti, ora è prematuro parlarne”. 

Giocava in Slovenia ma risiedeva a Gorizia, sempre molto lontano dalla sua Pescara. Tuttavia non si è dimenticato dei colori biancazzurri.  “Ho seguito quasi tutte le partite e tutto il campionato. Ero convinto che il Pescara potesse raggiungere un posto nei playoff. A riguardo ho dovuto anche pagare una cena ad un mio compagno di squadra per scommessa. Mi è sembrato ci siano stati anche parecchia sfortuna e infortuni importanti che hanno poi condizionato tutta la stagione”. Pescara resta una piazza ambita da tutti. “Per me e per tutti Pescara è una piazza importante per la categoria. Quando si chiacchierava  con i miei compagni tutti ne parlavano come una squadra importante. È conosciuta anche come una bella città moderna e vicina al mare dove si vive bene.  Tra i calciatori si parla tanto del  tifo biancazzurro: in questi tempi trovare una media di 10.000 spettatori a partita è molto difficile, specie dopo l’annata triste in serie A. È una meta importante e ambita”.

La sua storia con il Pescara è stata un po’ controversa. Quanto è stato difficile lasciare Pescara e i colori biancazzurri,la squadra della propria città che hai sempre tifato?  “È stato abbastanza difficile, prima di essere un calciatore sono un tifoso. Vado all’Adriatico da quando avevo cinque anni con mio padre. Vestire la maglia della prima squadra è stato il mio sogno. Poi però nel calcio le strade si dividono ma sono sempre un tifoso biancazzurro, questo non ha intaccato l’amore per la maglia”. Nel  futuro,però, le strade potrebbero nuovamente incontrarsi. La storia è fatta di tanti ritorni.  “In questo momento per la mia carriera è fondamentale giocare. Devo quindi stare in una squadra che mi dia quest’opportunità. Rimanere fermi rischia di ingolfarti e diventerebbe dura è difficile. Giocare è importantissimo anche per una questione di visibilità. Comunque non lo escluderei anche perché è la mia città e l’amore per il Delfino è sempre vivo. Ho tanti amici tifosi e saluto tutti i tifosi. Auguro al Pescara una stagione piena di successi e tornare più in alto possibile”.

Da dove deve ripartire il Pescara? Si è da poco archiviato il tormentone Zeman e si è in attesa di conoscere il nuovo condottiero. “Quando a Pescara si fa il nome di Zeman subito agli occhi riappare il miracolo di due anni fa. Sinceramente proverei su altre strade. Tornando per il boemo far meglio sarebbe stato molto difficile, probabilmente. Però una delle tante cose positive di Zeman è la valorizzazione dei giovani: tira fuori da loro il meglio e rendendoli appetibili poi sul mercato”. Come il “ trio delle meraviglie pescarese”  Verratti – Immobile – Insigne ora al Mondiale. Con il Gufetto di Manoppello, Luca Berardocco ha giocato in coppia nelle giovanili del Delfino.  “Gli auguro tanta fortuna. Quando era ‘in forse’ mi veniva quasi da ridere perché giocatori e centrocampisti di quell’età e come lui in Europa si contano sulle dita di una mano e non capisco il motivo per cui non debba giocare. Lo conosco ancora prima delle giovanili del Pescara  giocandoci contro: lui con il Manoppello ed io con il Montesilvano ci siamo sfidati tantissime volte.  Avevo già pronosticato la sua ascesa. In un’intervista qualche anno fa ho detto che è stato il compagno più forte che ho sempre avuto. Mi sono trovato benissimo, sia come calciatore ma soprattutto come persona. Ho grandissima stima in lui, non è mai cambiato è sempre rimasto la stessa persona”.

Chiudiamo l’intervista con un pronostico per il Mondiale. “Secondo me ci sono le solite squadre favorite: Brasile ed Argentina, ad esempio. In particolare però credo che questo possa essere il mondiale dell’Argentina. Per quanto riguarda l’Italia, non sono pessimista. Può arrivare lontano, l’ostacolo più arduo sarà superare il girone. Una volta superato, credo si potrà e potremo noi tifosi avere qualche soddisfazione. Come ci ha abituato l’Italia, nelle difficoltà diamo il meglio di noi e ci esaltiamo come nel 2006. Partire a fari spenti e non sotto i riflettori è meglio. Non mi riesco a spiegare perché è storicamente così: ad esempio quando siamo favoriti va tutto storto come in Sudafrica”.

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