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“Un’intricatissima storia di deroghe progettuali, impacci amministrativi, caratterizzazioni attese e bonifiche non ancora avviate, blocca la rinascita dell’ex Fea. Ad oggi a causa di tanto e tale stallo succedono due cose: la struttura affoga nel degrado e nell’inquinamento riscontrato anni fa all’impianto del cantiere, con conseguente disagio non solo per i residenti ma anche per il quartiere, fra i più frequentati, specie l’estate; sempre a causa dello stallo la città, perde la possibilità di offrire ai suoi visitatori e turisti un’area dove parcheggiare a un passo dal mare, come accadeva negli anni scorsi durante la stagione balneare.

Da qui voglio porgere una domanda semplice sul perché non utilizzare quegli spazi per i parcheggi estivi, nelle more che il cantiere e qualunque altra attività riparta?” Cosi il Consigliere regionale Pd Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Infrastrutture ha presentato una risoluzione per impegnare l’esecutivo sulla fattibilità dell’utilizzo.

“Si tratta di una proposta che nasce perché dagli atti fin qui prodotti dagli enti di competenza (Regione, Comune, Provincia e ditta in primis), non si presumono resurrezioni imminenti – spiega Di Marco – . Ad avviare il cantiere fu il bando del 2017 ad opera della giunta regionale di centrosinistra, che, arenatasi quella della Fondazione PescarAbruzzo, aprì una strada all’intento di veder nascere una nuova struttura culturale dedicata alla città, fedele all’impianto architettonico originario, che portò all’aggiudicazione dei lavori. Col cantiere, nel 2021, emerse l’inquinamento da cloruro di vinile arrivato dal passato dell’edificio e l’esigenza di bonificare, con rimpalli fra impresa e Regione su chi dovesse agire, ancora irrisolti. Ad oggi tutto è fermo, l’identità del luogo ridimensionata ad Art hotel, la procedura di bonifica congelata dalla mancata individuazione del soggetto inquinatore, l’iter progettuale già superato nei tempi, sottoposto a deroga. Una proposta retorica, si potrebbe pensare, di quelle che potrebbero avere la risposta scontata, vista la situazione, ma che io ritengo legittima, invece, in tempi in cui in città si fa maggiormente sentire la fame dei parcheggi anche per gli spazi ridimensionati dell’area di risulta e a fronte del conseguente viavai che potrebbe portare una maggiore sicurezza dell’ex Fea, al posto del degrado derivante dall’inerzia che ne fa un luogo a rischio sociale, oltre che ambientale. Dunque mi chiedo: si può pensare a una destinazione temporanea a parcheggi, oppure no? E se no, perché?”

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