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Ieri mattina Domenico Pettinari Capogruppo consiliare di ‘PettinariSindaco’ e Presidente del Movimento Politico ‘Pettinari per l’Abruzzo’ unitamente ai consiglieri comunali Caterina Artese e Massimiliano Di Pillo del medesimo gruppo e a diversi cittadini, sono scesi in strada davanti al Comune di Pescara per manifestare contro l’emergenza idrica che sta creando notevoli disagi nella città di Pescara (e non solo) dove anziani, disabili, fragili e bambini sono costretti a fare i conti con un disservizio enorme . Hanno partecipato alla manifestazione anche i coordinatori di area del predetto Movimento Politico Donato Spagnoli, Ilenia di Martino, Michele Cavaliere per Montesilvano – Città Sant’Angelo, Tiziano Massimi per i comuni delle aree interne.

Chiusure Idriche a Pescara e Chieti: Chi Sono i Veri Responsabili?

I cittadini di Pescara e Chieti subiscono numerose riduzioni nelle forniture  dell’acqua potabile, giustificate come necessarie a causa di carenze idriche – dichiara Pettinari. Da anni questa situazione si ripete con lo stesso copione sia in termini di soluzioni che nell’indicarne i responsabili. Tuttavia, la responsabilità di queste misure non è semplicemente attribuibile all’ACA, come spesso comunicato da politici e media che utilizzano l’ACA molto spesso come scudo – attacca Pettinari.

È essenziale chiarire il funzionamento del Sistema Idrico Integrato (SII) e le vere responsabilità.

Il SII Abruzzese: Chi Decide Cosa?

L’Ente Regionale per il Servizio Idrico dell’Abruzzo (ERSI) – continua Pettinari – è stato istituito con la L.R. n. 9/2011, in conformità con la legge n. 191/2009, per gestire le funzioni precedentemente delle Autorità d’Ambito secondo il Decreto legislativo n. 152/2006. Questo ha portato alla creazione di un Ambito Territoriale Unico Regionale, terminando le gestioni commissariali e trasferendo il personale dai sei enti d’ambito precedenti.

ERSI, composto da tutti gli enti locali della regione, è l’ente regolatore del Servizio Idrico Integrato, che include servizi di captazione, adduzione, distribuzione dell’acqua, fognatura e depurazione delle acque reflue, e deve operare secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie.

In ciascuna delle quattro province del territorio regionale – continua Pettinari – è istituita un’Assemblea dei Sindaci (ASSI), organismo con funzioni consultive. Sono componenti dell’ASSI tutti i sindaci  dei comuni della provincia.  Il Presidente dell’ASSI coincide con il Presidente della Provincia.

Secondo quanto stabilito dalla legge regionale l’ ERSI, per le proprie proposte di  deliberazione, DEVE chiedere parere all’ASSI. Tale parere pur essendo obbligatorio, se non formulato, si tramuta in assenso per l’ERSI. La non formulazione di pareri da parte di ASSI rimuove, di fatto, la possibilità, da parte dei sindaci, di poter incidere sulle scelte del SII.

In tutto questo l’ACA (Azienda Comprensoriale Acquedottistica), così come le altre 5 società attuatrici, agisce solo come braccio operativo nel Sistema Idrico Integrato. A conferma di ciò, nei vari contratti di servizio con società attuatrici ERSI ha la possibilità di sanzionare le società che non seguono le indicazioni espresse.

Responsabilità Politiche e Gestionali

ERSI, ente regionale, gestisce il SII seguendo le direttive delle ASSI. Pertanto, la gestione e le decisioni strategiche, che influenzano direttamente la fornitura d’acqua, ricadono su ERSI e sui sindaci.

Richiesta di Trasparenza

Chiediamo pubblicamente – continua Pettinari :

1. Quante volte si è riunita l’ASSI di Pescara e quella di Chieti negli ultimi anni?

2. Quali indicazioni politiche sono state date ad ERSI durante queste riunioni?

3. Quante volte il Sindaco di Pescara ha richiesto la convocazione dell’ASSI Pescara?

4. Rendiamo pubblici i verbali delle riunioni delle ASSI.

È cruciale che i cittadini sappiano chi sono i veri responsabili delle decisioni che impattano la loro vita quotidiana.

Non è giusto incolpare ACA quando le decisioni strategiche provengono da livelli più alti di gestione – dichiara Pettinari.

Il Sindaco di Pescara oggi mi contesta di non essermi occupato in Regione del problema della gestione del servizio idrico a Pescara – continua Pettinari – sono io che mi chiedo il perché lui in 5 anni non abbia sollecitato il Presidente della Regione con denunce pubbliche, come il sottoscritto, ad incrementare gli stanziamenti per l’ammodernamento delle condotte idriche e la riduzione della dispersione d’acqua da perdite. Per diversi anni ho manifestato, sollecitato e denunciato, per iscritto e attraverso gli organi d’informazione, la mancanza di adeguati fondi per l’ammodernamento delle condotte idriche e riduzione delle perdite, chiedendo al Presidente della Regione di incrementare i fondi insufficienti ottenuti dal PNRR attraverso la linea d’investimento M2C4 per la riduzione delle perdite, poco più di 65 milioni di euro per l’intero Abruzzo che si riducono a qualcosa sopra i 13 milioni di euro per l’ambito pescarese, mentre ne servirebbero, per dare un minimo di riequilibrio al sistema idrico in Abruzzo, circa 250/300 milioni di euro, con le risorse a disposizione dalla nuova programmazione dei fondi di coesione 2021 – 2027 dell’Europa, pari a circa 1,3 miliardi di euro. Ma le mie richieste – continua Pettinari – sono rimaste purtroppo nel vuoto, infatti nella programmazione dei fondi di coesione 2021 – 2027 della Regione Abruzzo, le poche risorse stanziate nella linea di azione per le risorse idriche riguardano principalmente i contratti di fiume, la depurazione e il sistema irriguo, per l’efficientamento delle condotte e l’abbattimento delle perdite quasi uguale a zero . Perché il Sindaco non ha preteso che il Presidente di Regione, della sua stessa area politica, incrementasse tali importanti fondi, necessari per contrastare l’oramai costante problema della crisi idrica, visto che nel Comune di Pescara le perdite idriche ammontano al 49,95% dell’acqua immessa, come si evince dai dati pubblicati sul sito dell’ARERA?

Il Sindaco di Pescara, uno dei più importanti Comuni dell’Abruzzo, per grandezza e residenti, in 5 anni si è fatto promotore dell’istituzione di un ufficio presso il Comune, dotato delle opportune professionalità tecnico-scientifiche, con il compito, in sinergia con il Gestore e la Regione Abruzzo, di intercettare fondi europei/ministeriali, complementari e integrativi, per l’ammodernamento delle condotte idriche e la riduzione delle perdite? Perché si ricorda solo nel bel mezzo di crisi idriche di fare appelli e ordinanze per invitare i cittadini a consumare l’acqua consapevolmente? Ha adottato in Comune programmi per la concessione di bonus idrici per la sostituzione di sanitari e apparecchi a limitazione di flusso di acqua su edifici esistenti o di riqualificazione urbana che contribuiscano al miglioramento dell’efficienza idrica degli edifici, come l’impiego di acqua piovana o il riuso delle acque grigie?

Il Sindaco di Pescara cosa ha fatto in 5 anni per la gestione pubblica dell’acqua?

Ha votato, come Comune socio dell’ACA Spa, il Consiglio di amministrazione, i piani industriali e i bilanci dell’ACA gestore del servizio?.

Si è mai preoccupato in questi anni di verificare la qualità del servizio offerto? La valutazione delle performance dei gestori attraverso i 7 obbiettivi-indicatori minimi fissati e pubblicati dall’ARERA sul proprio sito ci preoccupa e dovrebbe preoccupare anche lui.  Se analizziamo le ultime valutazioni effettuate dall’ARERA nel periodo 2020-2021 (le valutazioni vengono fatte con cadenza biennale) e pubblicate sul proprio sito istituzionale, in merito alla qualità del servizio vediamo una sonora bocciatura, con quasi tutti i parametri o almeno quelli più importanti con una valutazione tra l’insufficienza e lo scarso:

Il Sindaco ha letto questi dati? E cosa ha fatto come socio dell’ACA per migliorare e tutelare il servizio pubblico di gestione dell’acqua, si è preoccupato ad esempio di controllare i bilanci dell’ACA e verificare che alla fine del 2022 la voce crediti verso clienti, in costante aumento negli anni, ha fatto toccare la cifra di quasi 93 milioni di euro? Perché questa mole enorme di soldi non riscossi che proprio oggi servirebbero per reinvestirli nell’efficientamento delle condotte e l’abbattimento delle perdite?

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