“Lavorare sull’emergenza ma anche programmare, per gestire la situazione in prospettiva. E agire nel segno della collaborazione, evitando le proteste che non servono ad ottenere risultati: ciò che serve è lavorare, con un impegno costante”. Il sindaco Carlo Masci ha aperto con questo appello la riunione di stamani, nella sala consiliare del Comune, con l’Aca, la Asl, le associazioni dei consumatori, i rappresentanti dei condomini e le associazioni di categoria, per parlare della crisi idrica.
“Alla carenza idrica si aggiungono le dispersioni, che si registrano da moltissimi anni e non sono un fenomeno di oggi, ha fatto notare Masci. Per l’effetto congiunto di questi due fattori l’acqua non arriva ai rubinetti ed è importante, ha detto Masci, capire quali sono le soluzioni da adottare subito e nel breve-medio periodo visto che parliamo di 3.500 km di rete idrica gestiti da Aca (in tre province): non basterebbero due miliardi di euro per rifarla tutta, demolendo interi quartieri. Per non subire l’emergenza servono serbatoio e autoclave, sono fondamentali nelle nostre case”, ha detto Masci rivolgendosi ai cittadini, “e il serbatoio non può stare ai piani alti perché la pressione – pur rispettando il Contratto di servizio – non è sufficiente per potare l’acqua fin lì. Noi siamo pronti a impegnarci per quello che possiamo”, ha aggiunto Masci.
Gli interventi in corso e quelli programmati l’Aca sono stati illustrati dal presidente dell’Azienda consortile, Giovanna Brandelli, affiancata da Pierpaolo Canzano, componente del Cda, Marco Santedicola, direttore generale, e Lorenzo Livello, direttore tecnico, alla presenza del prefetto, Flavio Ferdani, che ha voluto partecipare all’incontro “perché ci deve essere una vicinanza istituzionale per cercare di risolvere il problema della crisi idrica. Dobbiamo fare appello al senso di collaborazione dei cittadini e individuare nell’immediato, come istituzioni, soluzioni concrete a questa criticità che interessa i pescaresi, le attività e l’immagine della città”, ha spiegato il rappresentante del Governo garantendo “massima disponibilità e collaborazione”.
Brandelli ha sottolineato che l’Aca “sta lavorando sulla dispersione idrica dal 2016, nel 2021 si è verificata la prima crisi idrica e da settembre 2021 l’Azienda consortile ha puntato sui progetti per il rifacimento delle reti e per la digitalizzazione. Grazie ai fondi del Pnrr, dal 2023 si sta procedendo per installare i contatori smart meters e per la digitalizzazione delle reti, andando avanti per step (i primi mille chilometri andranno conclusi nel 2024). L’Aca si è concentrata sulla riduzione delle perdite delle reti ma questo non basta perché servono interventi importanti anche per il riutilizzo delle acque depurate, altrimenti le sorgenti resteranno sempre l’unica fonte di approvvigionamento, e non sono sufficienti”. Brandelli ha sottolineato un elemento importante e cioè che senza “il risanamento dei conti della società, non sarebbe stato possibile accedere ai fondi del Pnrr” e da questo punto di vista non si può tacere che “dal 2016 l’Aca ha dovuto ripianare 70 milioni di debiti”. Ultima nota: “la gestione dell’acqua potabile risente della non gestione dell’acqua consortile”, ha concluso Brandelli.
Entrando nel dettaglio degli interventi, finalizzati ad intercettare le perdite per promuovere riparazioni mirate e a scovare gli abusivi, Santedicola e Livello hanno spiegato che “per quanto riguarda la distrettualizzazione e la digitalizzazione delle reti, i finanziamenti del Pnrr sono pari a 13,8 milioni di euro, con 2 milioni di cofinanziamento Aca, e gli interventi si concluderanno entro il 30 giugno 2026. Sono stati già sostituiti tutti i contatori di Chieti e si sta cominciando a Montesilvano: entro il 31 dicembre 2024 dovranno essere sostituiti tutti.
Si stima che, una volta completati questi lavori, ci sarà una riduzione delle perdite del 30-35% (una parte è dovuta agli abusivi). Per il raddoppio delle adduttrici, anche questo finanziato dal Pnrr per due lotti (20 milioni di euro, di cui 4 di cofinanziamento di Aca), i lavori dovrebbero partire a settembre e si attende un ulteriore finanziamento nell’ambito del Piano nazionale dell’emergenza idrica di uno dei tre lotti (47 milioni). Bisogna far capire che della tariffa pagata dall’utenza si possono usare solo 4 – 5 milioni di euro l’anno e questi fondi vanno necessariamente utilizzati per le perdite e non per rifare le reti, altrimenti ci vorrebbero decenni per intervenire ovunque. L’Aca, hanno annunciato poi, ha promosso un tavolo permanente con le associazioni di categoria, dei consumatori e gli amministratori di condominio ed è pronta ad accogliere le istanze dei partecipanti”. Oltre agli interventi di razionalizzazione dell’acqua, che sono in corso sul territorio gestito dall’Aca, è attivo anche un servizio di pronto soccorso idrico, effettuato con le autobotti (sono i sindaci ad indicare i punti di distribuzione”.
All’incontro di oggi c’erano i rappresentanti di Adiconsum, Codici Abruzzo, Casartigiani, Confartigianato Pescara e Chieti, Confcommercio, Sib, Anaci, Associazione Schierarsi, Confesercenti, Cruc Abruzzo, Unai, Asl. Le associazioni di categoria si sono impegnate a sensibilizzare gli associati ad installare serbatoi e impianti di autoclave per garantire sempre la presenza dell’acqua, durante l’emergenza, in un’ottica di collaborazione e seguendo la filosofia della transizione ambientale, che richiede un impegno collettivo, come ha sottolineato Masci.