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“Se Governo, Ferrovie e Regione Abruzzo restano chiusi alle proposte di miglioramento dei lotti del progetto di velocizzazione della linea Pescara-Roma, non è pensabile che il governo regionale non dia supporto alla comunità interessata dagli espropri. In più di un’occasione era stata annunciata la creazione di un organismo che avrebbe dovuto facilitare il dialogo e le procedure in questa delicatissima fase, ma non è accaduto, tant’è che cittadini e attività stanno ricevendo le lettere di notifica dei decreti di occupazione di urgenza dei terreni posti sul sedime progettuale, con cui Italferr invita a lasciare le proprietà entro il 30 luglio, offrendo un’indennità provvisoria “senza particolari indagine e formalità”, dunque basata sul valore minimo dei terreni e non sul valore reale stabilito dagli strumenti di programmazione urbanistica vigente. È la beffa dopo il danno, non si può abbandonare a sé stessa la popolazione interessata da provvedimenti così sensibili, senza dare garanzie e supporto a chi deve lasciare proprietà che riassumono i sacrifici di una vita”, così il consigliere regionale Pd Antonio Di Marco che annuncia una risoluzione che impegni il Governo regionale a stare accanto alla comunità in questa fase e a garantire il miglior trattamento e lavorare insieme ai Comuni.

“La Regione non può stare con le mani in mano ribadendo la bontà del progetto a fronte della sentenza del Consiglio di Stato che boccia i ricorsi del maggiore comitato e dei cittadini di Manoppello e manifestando soddisfazione per l’esito di un’istanza che era e resta legittima viste le tante criticità dell’opera nella stesura presentata ai territori – incalza Di Marco – . L’inerzia nella fase più dolorosa è uno schiaffo ulteriore alla comunità che non ha potuto esprimere il suo punto di vista a tutela di proprietà che avrebbero potuto essere risparmiate da un’elaborazione più aggiornata e legata allo stato dei luoghi. Modifiche che RFI non ha voluto e che, diciamolo, nemmeno la Regione ha avallato, nonostante le richieste dei cittadini e delle attività interessate nei vari comuni coinvolti. Una mancanza di iniziative che pesa e che non può restare tale: migliaia di abruzzesi dovranno lasciare terre, case e attività economiche, a loro va garantito il miglior trattamento possibile, ristori seri, non approssimativi e zeppi di errori, che renderanno annose le rivendicazioni di chi si sarà visto valutare come seminativo un terreno che invece è edificabile, come sta già capitando. Si tratta di un dovere amministrativo, ma, prima ancora, morale: resti l’importanza del progetto, ma non si possono ignorare così i drammi di chi dovrà lasciare tutto perché si realizzi”.

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