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Come si legge dal sito del Consiglio regionale, il 13 giugno 2024 è stato adottato il “Progetto speciale territoriale della Costa dei Trabocchi” per il quale il WWF Abruzzo insieme ad altre Associazioni, aveva presentato puntali osservazioni.

In attesa di analizzare l’ultima versione adottata dal Consiglio Regionale, si richiama quello che l’Associazione aveva sottolineato rispetto al Progetto: la mancanza di una visione d’insieme innovativa e strategica per un territorio tanto emblematico e rappresentativo della nostra Regione. Il documento, infatti, sembra essere più un insieme di azioni tra loro scollegate e anche discutibili (vedi tutta la serie di parcheggi previsti) che uno strumento di pianificazione e rigenerazione della fascia costiera. Non si trovano riferimenti all’emergenza climatica in atto – con decreto n. 434 del 21 dicembre 2023 l’Italia ha approvato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) che la Regione Abruzzo dovrebbe recepire – né alle Linee Guida e del Profilo Climatico del Piano di adattamento ai Cambiamenti Climatici della Regione Abruzzo (D.G.R. n. 308/2015) le cui applicazioni non sono più rimandabili.

Anche la visione di una fruizione turistica sostenibile, attenta alla mobilità e al turismo lento ed esperienziale appaiono carenti, come lo sono l’integrazione nella pianificazione delle piccole aree protette presenti lungo la costa, delle aree agricole che dovrebbero essere sempre più vocate al biologico o le indicazioni per rendere gli stabilimenti balneari sostenibili ed eco-compatibili e in numero tale da garantire una presenza congrua di aree dedicate alla fruizione libera.

Quello che però appare più grave in merito alla pianificazione sulla Costa dei Trabocchi è constatare che si continuano a proporre programmi e progetti che prevedono interventi scollegati, non organici e senza nessuna visione a lungo termine, invece di potenziare e finalmente attuare uno strumento potente e già presente: il Parco Nazionale della Costa teatina. Il Parco è stato individuato nel 1997, istituito nel 2001, perimetrato nel 2015 da un commissario ad acta, ma attende ancora, incomprensibilmente, di essere attivato, quando invece, la comunità internazionale si pone l’obiettivo di aumentare la superficie di territorio protetto e la Strategia dell’Unione Europea per la Biodiversità si prefigge di arrivare entro il 2030 al 30% di territorio e mare protetti in Europa.

“E mentre si tergiversa nel rendere il Parco operativo, – conclude Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – si rischia che gli interventi che via via si propongono possano andare a compromettere quella naturalità residuale presente lungo la costa dei trabocchi e il potenziale di tutto il territorio.”

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