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Asl di Chieti senza Pet-Tc da marzo 2023: arenato da almeno un anno il bando di gara per l’acquisto di un nuovo macchinario. E intanto i pazienti sono costretti a rivolgersi altrove o a ricorrere al privato a spese della Regione

Oggi ci occupiamo di una vicenda surreale che pregiudica il diritto alle cure sanitarie delle persone affette dalle patologie più gravi. Una vicenda, causata dall’inerzia della Asl di Lanciano – Vasto – Chieti e della Giunta Regionale di centrodestra, a cui va subito posto rimedio perché le malattie oncologiche e neurodegenerative, per essere adeguatamente affrontate, necessitano di diagnosi tempestive.

Il macchinario ad oggi più efficiente per l’indagine e l’identificazione di simile patologie è la Pet-Tc. A partire dal 2012, l’Ospedale di Chieti ne ha avuta a disposizione una mobile in affitto, pagando un canone annuo di mezzo milione di euro. Situazione che a quel tempo accomunava anche le altre realtà ospedaliere della Regione e che, malgrado l’ingente esborso economico e la scarsa praticità, garantiva ai pazienti di sottoporsi a controlli periodici.

Negli ultimi anni tuttavia il quadro è cambiato. Gli ospedali di Pescara e Teramo si sono dotati da un paio di anni di una Pet-Tc fissa, esempio che è stato recentemente seguito anche dal nosocomio aquilano che ne sta acquistando una con fondi Pnrr. A Chieti, invece, nonostante le battaglie portate avanti dal 2019 da ben cinque associazioni: “Gaia”, “Isa”, “Lory a colori”, “Azione Parkinson Abruzzo” e “Popolo di Chieti”, che hanno raccolto anche 5000 firme, è ancora tutto fermo.

Eppure, le cose sembravano aver preso la direzione auspicata. A seguito della mobilitazione delle associazioni infatti, nel febbraio 2023, il Presidente Marsilio, nell’ambito del programma da 60 milioni di euro per la reingegnerizzazione del Policlinico SS. Annunziata, aveva invitato con una nota la Asl di Chieti a dare “priorità” all’acquisto della Pet-Tc. Indirizzo confermato a stretto giro anche dalle parole dell’Assessore Verì, che l’8 marzo successivo nel corso di una visita presso il reparto di Medicina Nucleare di Chieti, dichiarava che il nuovo macchinario sarebbe stato operativo entro dicembre 2023.

Contemporaneamente, in quegli stessi giorni, è stato sospeso l’affitto della Pet-Tc mobile, costringendo di fatto l’utenza della Provincia di Chieti a rivolgersi altrove. Si confidava a buon diritto che i disagi sarebbero durati qualche mese, fino all’entrata in funzione del nuovo macchinario, mentre invece l’odissea in cui sono stati catapultati questi pazienti si sta allungando ben oltre il previsto.  

Infatti, sin dalle settimane successive alla pubblicazione del bando di gara (da circa 3 milioni di euro), hanno iniziato ad accumularsi ritardi di vario tipo, a incominciare dalla proroga del termine per la presentazione delle offerte, inizialmente previsto per il 29 giugno 2023 e poi spostato al 3 agosto 2023. Oggi, a più di un anno di distanza dalla delibera (datata 2 maggio 2023 ) con cui il Direttore Generale ha dato mandato agli uffici di indire la gara, non abbiamo ancora notizie sull’affidamento.

Una situazione imbarazzante perché, come detto, da marzo 2023 l’intera Asl di Chieti è rimasta sprovvista di Pet-Tc, con la conseguenza ad esempio che pazienti oncologici che dovrebbero, in base al protocollo, svolgere questo esame diagnostico entro 30 giorni al massimo, non sono in condizione di farlo se non prima di due mesi e mezzo.

A riprova di quanto sia essenziale questo macchinario basta evidenziare come almeno il 70% dei pazienti oncologici necessiti nel corso del suo percorso di una Pet-Tc, uno strumento d’indagine che, diversamente dalla Tac tradizionale, è in grado di effettuare una diagnosi precoce di una neoplasia (rilevando alterazioni del metabolismo che spesso precedono l’alterazione anatomica) e valutarne la diffusione, aiutando il medico a stabilire quale sia la terapia migliore da seguire, per poi appurarne l’efficacia e monitorare l’eventuale ricomparsa del tumore.

Al momento i pazienti della Provincia di Chieti sono dunque costretti a spostarsi a Teramo e Pescara, finendo per saturare ulteriormente le prestazioni di questi ospedali, oppure a rivolgersi al privato nelle Regioni confinanti, in particolar modo l’utenza vastese e della parte più meridionale del territorio, determinando per la Regione un aumento del costo per la mobilità passiva, dell’ordine di milioni di euro. Risorse che un ente come la Regione Abruzzo, già chiamato ad affrontare un importante disavanzo finanziario, maturato in primis a causa dei 122 milioni di euro di debiti delle 4 Asl, dovrebbe evitare di sprecare in questo modo.

La gara per l’acquisto della Pet-Tc sembra essersi arenata a causa di problemi di copertura finanziaria. Qualcosa non torna, perché ci risulta che l’acquisto del macchinario sia stato inserito all’interno del programma di reingegnerizzazione del Policlinico finanziato dal Ministero. Ma in ogni caso, se venissero confermati questi problemi, su quale base la Asl avrebbe indetto la gara, visto che per farlo serve una copertura economico-finanziaria? E soprattutto, perché si continua a tergiversare di fronte all’urgenza di malati oncologici o di persone con patologie neurodegenerative?

Va inoltre ricordato come l’acquisto non costituisca l’ultimo stadio della procedura, perché per poter essere messo in funzione il macchinario deve essere installato (a seguito di opere edili e impiantistiche) e collaudato, senza dimenticare la necessaria formazione del personale. Insomma, è essenziale che la Asl concluda quanto prima la procedura di gara per poi occuparsi delle successive formalità. I pazienti non possono più aspettare, né si possono continuare a regalare soldi ai privati per prestazioni che si potrebbero fare in ospedale.

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