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“La presentazione del disavanzo ci ha colto di sorpresa. Fino allo scorso marzo abbiamo sentito la maggioranza di centrodestra parlare della sanità come di un modello efficace e funzionante. Oggi però questo “modello” mostra pubblicamente tutta la sua fragilità e inconsistenza: un disavanzo da 128 milioni e i servizi al minimo per l’utenza” ad affermarlo è il Capogruppo Luciano D’Amico che questa mattina, con i colleghi di opposizione del Patto per l’Abruzzo, Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Antonio Di Marco, Giovanni Cavallari, Vincenzo Menna, Alessio Monaco, Erika Alessandrini e Francesco Taglieri, ha tenuto una conferenza stampa davanti al Pronto Soccorso di Pescara. 

“In sede di discussione della legge per la copertura del disavanzo del servizio sanitario – continua D’Amico –  ci saremmo aspettati una seria riflessione non solo su come tamponare la situazione contingente, ma anche su come gestire   il prossimo futuro. Ma niente di tutto questo è avvenuto. Al disavanzo, definito più volte dall’Assessore Verì e dall’Assessore Quaglieri, come “strutturale”, pur senza spiegarne le motivazioni, si continua a contrapporre una copertura emergenziale e non ripetibile.  Non è stato approfondito, per esempio, nessun piano relativo al numero delle Asl, sulla specializzazione degli ospedali o sulla definizione degli sprechi. Manca completamente ogni forma di programmazione e le coperture, trovate a fatica in questo frangente, non saranno disponibili in futuro.

Alle molte domande che abbiamo posto, sono arrivate più giustificazioni che risposte. La maggioranza ha, infatti, più volte tentato di liquidare la questione e far apparire la situazione abruzzese non troppo grave o giustificandola con la stabilizzazione del personale o l’acquisto di qualche macchinario. Ma i costi effettuati per queste operazioni sono molto inferiori rispetto al disavanzo accumulato. Fuori luogo anche il costante paragone con altre regioni italiane, più volte riproposto dal centrodestra in sede di discussione: anche in questo caso ci saremmo aspettati un’analisi più approfondita. È vero che molte regioni hanno un disavanzo più ampio, per esempio la Toscana registra 340 milioni. Ma se lo rapportiamo al numero di abitanti questa cifra si traduce a una quota pro capite di 90 euro per ogni cittadino; in Abruzzo siamo a 101 euro. Il dato davvero importante, però, è che con questo disavanzo la Regione Toscana, in dieci anni, ha segnato più 1.336 milioni di mobilità attiva, mentre l’Abruzzo un meno di ben 823 milioni. Questo rende l’idea del servizio erogato. Molte regioni, infatti, con il disavanzo finanziano addirittura extra Lea (Livelli Essenziali Assistenza), ovvero offrono un servizio in più all’utenza. Invece in Abruzzo aumentano le spese ma i cittadini devono anche fare i conti con un sistema sanitario che è molto deficitario a fronte delle richieste: liste d’attesa lunghissime, servizi erogati al minimo, carenza di personale, carenza di posti letto, pronto soccorso allo stremo e tanto altro.

Una tendenza che deve assolutamente essere invertita. In Abruzzo deve essere messo in atto un profondo e radicale cambiamento in merito alla gestione della sanità. Come opposizione continueremo a lavorare con determinazione, a chiedere dati su ogni voce relativa al servizio sanitario e il conto di ogni spesa, con l’obiettivo di tutelare gli abruzzesi e garantire a tutti un servizio sanitario adeguato” conclude.

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