È già operativo a Chieti in via Valera 2 il primo Centro per uomini autori di violenza, un progetto, voluto dall’amministrazione comunale, assessorato Pari opportunità, in sinergia con quello alle Politiche sociali ed elaborato dal consultorio della cooperativa Alpha. Si chiama “Metamorfosi” ed è stato finanziato con i fondi del bando predisposto dalla Regione Abruzzo in sinergia con il Ministero per le pari opportunità. I dettagli sono stati illustrati dal stamane in conferenza con il sindaco Diego Ferrara con le assessore a Pari opportunità e Politiche sociali Chiara Zappalorto e Alberta Giannini, presenti anche la responsabile della Cooperativa Alpha, Marialaura Di Loreto e il coordinatore del progetto, Giuseppe Rasetti”.
“La violenza sulle donne è un problema di cui si finisce con l’avere cognizione quando diventa fatto di cronaca ed è un prisma con tante facce, perché la violenza fisica, fino ad arrivare al femminicidio è anticipata da tanti altri tipi di violenza, da quella psicologica a quella economica che ha come comune denominatore l’ossessione del maschio per il controllo – così il sindaco Diego Ferrara – . Una delle cose che mi toccano maggiormente è la passività delle donne, che sembra incomprensibile se non si conosce il fenomeno della violenza nelle relazioni intime, che relega la donna alla condizione di ostaggio. Spesso, poi, chi denuncia non viene creduta e diventa prigioniera di una gabbia da cui non è facile uscire. Per questa ragione come istituzioni stiamo facendo di tutto per affrontare il problema e proporre soluzioni. Lo facciamo con il braccio operativo della rete antiviolenza e la cooperativa Alpha, che collabora da anni con il Comune per prendersi in carico e reinserire in società le donne maltrattate. Con il CUAV si prendono in carico anche gli uomini autori di violenza, perché comprendano e cambino. L’auspicio è che questi si affidino con la consapevolezza che non è con la violenza che si risolvono le proprie frustrazioni e che la donna deve avere, come tutti, diritti, ruolo e spazio paritario, senza dover temere per la propria vita”.
“Con la rete esiste un lavoro condiviso che aiuta a tenere questi fenomeni monitorati e noti – così l’assessora alle Pari Opportunità Chiara Zappalorto – . Una sinergia sensibile e davvero importante per poter intervenire, com’è accaduto, positivamente, sostenendo il lavoro di chi intercetta, prende in carico e reinserisce in società e nel mondo del lavoro donne che hanno subito violenza e spesso anche i figli. Il CUAV è un servizio fortemente innovativo, perché dopo il CAV, Centro anti violenza che accoglie le donne, c’è una struttura dedicata agli uomini che ne sono autori e che devono essere recuperati, perché le cifre di questo drammatico tema cambino verso e si faccia una prevenzione positiva. Chieti tiene alta l’attenzione su questo tema che per noi è priorità assoluta”.
“Come Comune abbiamo già fatto riunioni con le nostre assistenti sociali perché crediamo in questo progetto che è un pezzo fondamentale nella lotta contro la violenza alle donne – afferma l’assessora alle Politiche sociali Alberta Giannini – , lotta che non si fermerà e che può avere un’efficacia maggiore, se oltre alla prevenzione si interviene su coloro che esercitano violenza, sia per una diretta assunzione di responsabilità da parte loro e sia perché non possano reiterare comportamenti violenti”.
“Il centro lavora sulla difficoltà degli uomini ad accettare la frustrazione, a gestire la rabbia e a non usare la violenza nelle relazioni intime e lo fa con un percorso di 18 mesi, accogliendo uomini che arrivano a seguito di un procedimento giudiziario o un affidamento dei servizi sociali, oppure che volontariamente si affidano – spiega Marialaura Di Loreto, coordinatrice del Centro antiviolenza e responsabile della cooperativa Alpha – . Questo progetto nasce dalla volontà della cooperativa, perché lavorando da otto anni sulle donne abbiamo avvertito l’esigenza di farlo anche sugli uomini. Ci siamo riusciti con un avviso della Regione finanziato da fondi ministeriali delle Pari opportunità e insieme al Comune di Chieti con cui collaboriamo da anni anche attraverso la rete antiviolenza. Il servizio nasce dall’esigenza di far comprendere agli uomini che si può agire in modo differenza, senza usare né violenza e né rabbia e cercando di capire da dove nasce. Su Chieti abbiamo circa 170 donne seguite in rete nell’ultimo anno, che hanno anche minori al seguito, un lavoro complesso che prevede tante competenze. I primi cinque incontri sono destinati a comprendere la motivazione e a impostare il percorso successivo, con gli altri uomini presi in carico e con due figure professionali che porteranno avanti le attività per circa 18 mesi. Il 30 aprile avremo un incontro specifico con addetti ai lavori della rete antiviolenza (associazioni e forze dell’ordine, università) per spiegare a tutti i soggetti il percorso e come funziona, amplieremo di certo anche all’Università e all’Ordine dei medici per arrivare a tutti gli interlocutori possibili”.
“Il CUAV è attivo per 12 ore a settimana per ricevere le richieste che dovessero arrivare dagli uomini autori di violenza – spiega il coordinatore Giuseppe Rasetti – . Si arriva: a seguito di sentenza in giudicato, di un ammonimento del questore, inviati dai servizi sociali per minori che hanno subito violenza domestica e per chi si riconosce autore di violenza e decide di avviare un percorso su sé stesso. L’equipe è formata da psicologi, psicoterapeuta e un educatore, il genere degli operatori è importante perché più sguardi aiutano a guardare al fenomeno in modo più completo. Il percorso è ampio e complesso: gli uomini autori tendono a negare la violenza e a minimizzare l’impatto sulla vittima. Se l’uomo viene ritenuto idoneo alla presa in carico, entrerà in un percorso che prevede anche la presenza di altri uomini per discutere insieme sulle azioni poste in atto. Oltre l’area riabilitativa c’è quella della prevenzione primaria e secondaria: il CUAV si occuperà anche di azioni di sensibilizzazione nelle scuole, con la prevenzione rivolta ai ragazzi per combattere e destrutturare gli stereotipi sul nascere e nel mese di novembre e per tutto l’anno ci occuperemo di attività ed eventi di prevenzione della violenza, anche all’interno del carcere di Chieti sui sex offender. Altra cosa importante nel percorso individuale, è che quando è possibile, prendiamo contatto con la donna che ha subito violenza, perché è un suo diritto sapere che il compagno è stato preso in carico e, se non è in carico della rete del CAV, viene inserita in un percorso anche se su binari diversi”.