“Il Piano di dimensionamento scolastico merita senza alcun dubbio un urgente approfondimento collegiale, una riflessione e sicuramente una revisione condivisa. Va riaperta la fase di confronto con il territorio, con le amministrazioni coinvolte, con l’Ufficio Scolastico regionale, con tutti gli stake holder al fine di meglio definire come distribuire quell’accorpamento che non può tradursi in un taglio netto, in una sforbiciata priva di appello solo per alcune province, ma va spalmato ovunque. Immaginiamo dunque di poter disegnare una mappa diversa e che risponda a logiche razionali che abbiano preventivamente valutato le possibili conseguenze su tutte le aree interessate”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in riferimento alla necessità di revisione del Piano di dimensionamento scolastico deliberato dalla giunta regionale lo scorso 13 dicembre e che interessa anche Pescara e la sua provincia, territori dai quali si è già levata la richiesta di revisione del Piano stesso.
“Quelle istanze vanno ascoltate e, come domani anticiperò nella seduta straordinaria del Consiglio comunale di Pescara, l’invito all’assessore Pietro Quaresimale è di tornare a sederci attorno al tavolo per migliorare uno strumento sicuramente utile, ma che deve necessariamente essere funzionale al territorio, e non creare marginalità, desertificazioni, non deve suscitare sensazioni di disparità territoriali, né divenire oggetto di contesa – ha sottolineato il Presidente Sospiri -. Un piano che deve tener conto di tutte le peculiarità del territorio abruzzese, e che dev’essere amministrativamente e politicamente frutto di condivisione e confronto. Con il Decreto del Ministero dell’istruzione e del Merito numero 127/2023, per la Regione Abruzzo è stata prevista la riduzione di 11 Istituti scolastici Autonomi I.S.A., che devono passare da 190 a 179. Con la delibera di dicembre scorso di fatto è stata semplicemente acquisita l’ipotesi di accorpamento formulata dall’Ufficio Scolastico regionale definendo un’ipotesi di ripartizione degli 11 dimensionamenti tra le quattro Province: Pescara 2; Chieti 4; L’Aquila 3 e Teramo 2. Ora, la provincia di Pescara è, tra le province abruzzesi, quella con la media ponderata (data dal rapporto tra il numero della popolazione scolastica ed il numero degli I.S.A.) più elevata ed in linea con i nuovi parametri nazionali stabiliti dalla legge finanziaria 2023, di conseguenza non si è ritenuto necessario dover procedere ad alcun dimensionamento, avendo proceduto già negli anni precedenti all’accorpamento degli I.S.A. sottodimensionati, e tale decisione è emersa durante le riunioni dei Tavoli Tecnici Provinciali e confermata dalla CPO, nella seduta dell’08 novembre 2023. Il Governo nazionale, con il Decreto Legge 30 dicembre 2023, n. 215 recante “Disposizioni urgenti in materia di termini normativi”, il cosiddetto Decreto Milleproroghe, a sua volta, ha ridotto per l’Anno scolastico 2024/2025 il numero dei dimensionamenti a carico della Regione Abruzzo da 11 a 7. A questo punto scatta l’anomalia, evidentemente dettata dalla fretta e da una carenza dialogativa con il territorio, che ha di fatto ‘salvato’ dal taglio la provincia teramana, penalizzando le altre tre e soprattutto Pescara, che già in passato ha pagato in modo pesante la politica dei tagli. È evidente che non è accettabile, per ragioni oggettive e concretamente verificabili, la ripartizione attuale che prevede dunque 2 dimensionamenti su Pescara; 2 su Chieti che comunque ha salvato due Isa; 3 a L’Aquila; azzerati i tagli su Teramo, senza quindi tener conto dei precedenti dimensionamenti. Quel piano va rivisto e sono certo di trovare terreno fertile per spalmare quei 7 dimensionamenti in maniera più adeguata sull’intero territorio regionale. Possiamo e dobbiamo farlo – ha ribadito il Presidente Sospiri – garantendo un rapido confronto con gli enti di prossimità del territorio, al fine di redigere un Piano di riorganizzazione della rete scolastica attuabile; dobbiamo verificare in prima istanza l’eventuale presenza di strutture scolastiche obsolete, come le Direzioni scolastiche o gli Istituti Omnicomprensivi superati ormai dalla legge; dobbiamo soprattutto tenere in considerazione le caratteristiche storiche e sociali di tutti i territori”.