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Sabato 25 novembre ricorre la La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne 2023, ma la ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, quest’anno sarà ancora più triste per il lungo, sterminato elenco di vittime di femminicidio che purtroppo si arricchisce a cadenza quasi quotidiana.

“È il momento di iniziare una rivoluzione radicale di pensiero perché di storie, come quella di Giulia Cecchettin, non se ne può più”, fa sapere Antonio Scaparrotta, Dirigente Provinciale Chieti di Azione e candidato al Consiglio Regionale nel collegio teatino per le prossime elezioni di marzo 2024. “Oggi il femminicidio, l’uccisione deliberata di donne a causa del loro genere, è un problema globale allarmante che richiede un’attenzione e un’azione urgenti.  Parliamo di una manifestazione brutale della violenza di genere che spesso deriva da norme sociali profondamente radicate e dalla discriminazione contro le donne. È fondamentale riconoscere che il femminicidio non è solo un problema statistico, ma una profonda violazione dei diritti umani ed un affronto ai principi di uguaglianza e dignità.
L’insufficiente educazione e consapevolezza riguardo all’uguaglianza di genere e ai diritti delle donne gioca un ruolo fondamentale. E’ urgente e necessario quindi promuovere un’istruzione che sfidi gli stereotipi e favorisca il rispetto per le donne al fine di prevenire la violenza di genere”.

Ben vengano da parte di importanti personaggi messaggi che lasciano il segno, come quello dell’abruzzese Gaia Sabbatini, atleta tra le più importanti in Italia, che dopo aver vinto al Cross La Mandria International di Venaria Reale ha rivolto il suo primo pensiero a Giulia Cecchettin. Determinate parole dette da campionesse seguitissime dai giovanissimi anche sui social sono molto importanti, ma ovviamente da sole non servono per cambiare una cultura radicata nella società da decenni.

“La perdita della vita di ogni donna non è solo una tragedia personale, ma anche una perdita collettiva per l’umanità”, continua Scaparrotta, da sempre sensibile ed attivo sul tema.  “E’ necessaria l’attuazione di iniziative educative globali che promuovano l’uguaglianza di genere e sfidino gli stereotipi dannosi, promuovendo una cultura del rispetto e della comprensione. Le società possono e devono lavorare per smantellare le fondamenta del femminicidio. E’ altresì fondamentale rafforzare i quadri giuridici per proteggere le donne dalla violenza e garantire l’effettiva applicazione delle leggi sul tema. I colpevoli devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni e la giustizia deve essere rapida e decisa”

La rivoluzione culturale inizia nelle case di tutti ma ha più livelli. E la politica deve fare il suo.  “Serve coinvolgere le comunità in un dialogo aperto sull’uguaglianza di genere”, chiude Scaparrotta, “ma ai più alti livelli serve una vera e concreta collaborazione internazionale. Sradicare questo drammatico fenomeno richiede un impegno collettivo per smantellare le strutture sociali che perpetuano la violenza di genere, affrontando le cause alla radice, promuovendo l’istruzione, rafforzando i quadri giuridici e favorendo la collaborazione internazionale. Solo così possiamo creare un mondo in cui le donne siano libere dalla minaccia della violenza e della discriminazione. È imperativo che gli individui, le comunità e i governi si uniscano nei loro sforzi per porre fine al femminicidio e creare un futuro in cui ogni donna possa vivere con dignità, uguaglianza e sicurezza”.