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Un dialogo tra i sogni e le necessità, raffinato e a volte feroce, incorniciato in quell’Italia di fine Settecento condizionata, anche nelle sue forme migliori, da potenti divaricazioni sociali. E’ un’energia femminile forte quella che attraversa “Tutti i nomi dell’anima” il secondo romanzo della musicista pescarese Cinzia Zuccarini, edito da Diastema. Ideale continuazione di “La metà di un soldo”,  ne segue l’impostazione a metà tra il diario e il racconto: è la storia di Annina, che da amica e coscienza altra diventa protagonista. Anche lei è una delle orfane del Conservatorio della Pietà, voce bellissima e solida cultura musicale, cancellate dal marchio della povertà e del rifiuto: quella indagata e ricostruita da Cinzia Zuccarini questa volta è però un’altra Venezia, la carne nascosta sotto la pelle della nobiltà e della bellezza. In cui Annina si perde e si ritrova, costretta ad allontanarsi dal suo ambiente protetto. Saranno ancora una volta la musica e il suo talento a salvarla. La sua storia si incrocia con quella di un violino, sogno realizzato di un’artigiana magnifica, moglie e assistente di uno dei più grandi liutai della storia Giuseppe Guarneri del Gesù.

E’ una ricerca storica importante quella su cui si fonda il romanzo, i personaggi, alcuni di fantasia altri realmente vissuti, interagiscono con uno sfondo d’epoca reale, quello che porterà fino all’abbattimento delle porte del ghetto veneziano, aprendo la laguna a un altro futuro. Le lotte per i diritti sociali, l’emarginazione da cui le fasce popolari tentano di affrancarsi, il riscatto di un talento che passa sempre attraverso l’approvazione maschile sono poi l’anima autentica della storia, quella a cui i nomi dei personaggi si legano, rappresentando, ognuno, un valore. La liutaia Katarina Guarnera diventa, in questo senso, protagonista: svolge un lavoro da uomo, lo dedica ad altre donne di talento che come lei hanno una parte di esistenza negata. Il suo violino è il testimone di un progresso che ancora non giunge a compimento.

“Credo sia sempre più necessario lavorare perché anche nella storia della musica vengano rivalutate tutte le figure femminili che hanno creato cultura  – sottolinea Cinzia Zuccarini – con “La metà di un soldo” la ricerca mi ha portato sulla strada delle compositrici, che hanno creato musica splendida ma di cui raramente vediamo i nomi nei programmi di sala dei concerti. E ancora sul ruolo che istituti come il Conservatorio della Pietà hanno avuto in particolare nella formazione di schiere di talenti rimasti sconosciuti. Esiste anche un’identità femminile che ha creato arte a livelli altissimi ed è stata letteralmente cancellata dalla memoria comune. Per questo sono andata alla ricerca di una liutaia che fosse simbolo di un femminile che attraversa la storia, ma che la storia stessa, scritta prevalentemente al maschile, non riconosce. Rispetto ad alcune attività ci sono pregiudizi che ancora resistono.”.

“Tutti i nomi dell’anima aprirà”, con una presentazione fissata per il prossimo 16 novembre, la stagione di “Musica da Leggere” al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano: un riconoscimento prestigioso per l’autrice Cinzia Zuccarini che, alle ore 18,30 dialogherà con Nicky Hawthorne; sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming anche sulla pagina Facebook del Conservatorio. Il romanzo sarà poi presentato anche a Roma, il 9 dicembre alle ore 16,  nell’ambito di “Più libri più liberi”.

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