Grande attesa a Pescara per il ritorno dei protagonisti della scena internazionale del jazz con
i tre concerti di Jazz ‘n Fall. La ventitreesima edizione della rassegna, organizzata dalla Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” con la direzione artistica di Lucio Fumo, ospita Chris Potter Circuits (9 novembre), Richard Galliano (10 novembre) e Ron Carter Foursight (14 novembre).
I concerti si terranno al Teatro Massimo di Pescara, con inizio alle ore 21. Il prezzo del biglietto di ingresso è di 25 euro.
Esperienza e senso per la novità si intrecciano nella nuova edizione di Jazz ‘n Fall. L’esperienza del caposcuola, del musicista che ha saputo “inventare” nuove strade espressive. L’esperienza di chi è stato protagonista della storia del jazz con i lavori a proprio nome e le prestigiosissime collaborazioni. L’esperienza accumulata – e restituita sotto forma di intuizioni e improvvisazioni – da musicisti presenti ormai da molti anni in maniera importante sulla scena come Renée Rosnes, Chris Potter o Eric Harland. Il senso per la novità rappresenta poi una sorta di costante nelle carriere di musicisti come Ron Carter, Richard Galliano e Chris Potter, un terminale verso cui scaricare energia musicale e idee, lo spunto che ha fatto scaturire e forgiato le esperienze a cui si faceva cenno sopra.
Uno dei risultati più rilevanti nella carriera di un musicista è, forse, proprio non aver bisogno di presentazioni. I musicisti con cui ha suonato, le formazioni con cui ha stabilito, via via negli anni, nuove frontiere per il jazz, fanno di Ron Carter uno dei principali artefici della storia di questa musica. Vero e proprio cardine di una formazione imprescindibile come il Miles Davis Quintet, è stato il contrabbassista presente in lavori fondamentali quali Empyrean Isles, Maiden Voyage e Speak Like a Child di Herbie Hancock, Speak No Evil di Wayne Shorter, Red Clay di Freddie Hubbard, Out There e Far Cry di Eric Dolphy, Hermeto di Hermeto Pascoal, Viva Emiliano Zapata di Gato Barbieri e tantissimi altri. Un’esperienza riportata nei suoi lavori come leader, una discografia articolata in oltre sessant’anni e dove trova spazio – a fianco delle riletture e degli omaggi alla figura di Miles Davis – una visione elegante e, per certi aspetti, cameristica del jazz, un approccio che tiene conto delle tradizioni e delle radici più profonde del blues, un’intenzione sempre curiosa verso le possibilità di rinnovare i linguaggi e aperta nei confronti dei musicisti delle generazioni più giovani. In qualche modo, è il tratto che caratterizza anche Foursight, formazione in cui si ritrovano musicisti appartenenti a generazioni diverse e capaci di imbastire un discorso, allo stesso tempo, lirico e ricco di energia, di tenere insieme suggestioni intellettuali, spinte virtuosistiche e flusso melodico. Rispetto per la storia e senso della novità, in pratica.
Richard Galliano è stato tra i musicisti che hanno dato una dimensione moderna alla fisarmonica nel jazz. La tradizione come punto di partenza per dare vita a nuove possibilità, la modernità come riferimento per un percorso in continua evoluzione. “Passion Galliano” offre al fisarmonicista lo spazio per potersi confrontare – nella dimensione del concerto in solo – con tutti i riferimenti e le ispirazioni che hanno attraversato la sua musica. La valse musette, il tango, l’opera, la musica per il cinema, la canzone, naturalmente, il jazz, il senso per l’improvvisazione e la grande maestria tecnica si sintetizzano nella lettura personale e appassionata di Galliano, una lettura sempre convincente, emozionale e carica di significato, una lettura che, in qualche modo, rende anche omaggio alla figura del suo stesso protagonista, come a sottolineare la misura e le coordinate del contributo portato nel corso della sua carriera al jazz e allo strumento.
La ricerca di una sintesi tra esperienza e novità viene naturalmente condotta anche dai musicisti appartenenti alle generazioni più recenti. Un’esplorazione che si anima della possibilità di riprendere la lezione dei maestri – sia attraverso l’ascolto che attraverso strette collaborazioni – e dei tanti linguaggi della musica di oggi. Un’attitudine che vede in Chris Potter un esempio quasi scolastico. Il sassofonista infatti ha esordito come un vero e proprio prodigio in giovanissima età, ha suonato con i talenti più interessanti della sua generazione, ha poi condiviso il palco con musicisti come Dave Holland, Herbie Hancock e via dicendo. Ha portato così nella sua musica tradizioni e attualità, in un contesto espressivo in cui trovano posto naturalmente sonorità acustiche ed elettriche, sguardi alla letteratura più consolidata del jazz e aperture verso la fusion e la world music. I suoi progetti più recenti testimoniano questo percorso in maniera evidente: “There is a tide” è un lavoro per big band realizzato in realtà da solo, in studio, durante il lockdown; “Got the keys to the Kingdom” è un quartetto all star che rilegge brani tradizionali del blues e del gospel e brani di Parker, Strayhorn e Jobim con il più classico dei quartetti in uno dei luoghi più iconici del jazz, il Village Vanguard di New York; Circuits, il trio con cui lo ascolteremo a Pescara, rappresenta la pulsione più aperta verso l’improvvisazione, con una formazione senza basso, con le tastiere di James Francies a colorare di suoni e intuizioni le armonie e la forza e l’esperienza di Eric Harland a gestire la dimensione ritmica, con i sassofoni di Chris Potter a tessere una tela melodica che prende spunto dalla storia del jazz per proiettarla ancora una volta nel presente e, poi, verso il futuro.