“Vasce vasce Cantalamissa, vasce vasce Cantalamissa” la mostra dell’artista Luana Perilli (Roma, 1981) al 16 Civico di Pescara, a cura di Simona Caramia, Christian Ciampoli e Valeria Pica, accoglie i visitatori con la scritta di un ritornello originario della Sila, il vasto Altopiano dell’Appennino calabro. Tra piccoli disegni di anziani seduti sulle panchine, che ricordano un paese qualunque del nostro Appennino, bastoni ricavati da rami di alberi, accuratamente selezionati per il cammino, la cui appartenenza a chi li ha stretti tra le mani è dichiarata da una fascetta con nome, terracotte che ne replicano l’impronta, ombre dei viandanti, e soprattutto, una falena. È la falena “Amata phegea”: si caratterizza per una livrea nera dai riflessi blu metallici, è punteggiata di bianco sulle ali, il corpo affusolato è cerchiato di anelli gialli, ed è tipica nei rilievi dell’Appennino.
Luana Perilli cala dunque, nei pressi del mare pescarese, nello spazio per l’arte contemporanea 16 Civico, un progetto ampio ed itinerante, in cui i toni, le asperità, la terra, il legno, la falena, si legano ed intrecciano alla storia dell’uomo nell’Appennino.
Da sempre il sistema montuoso appenninico è un luogo carico di storia e di simbologia. Per gli antichi Romani era il confine tra la civiltà e la barbarie, mentre per i popoli preromani era un luogo sacro, abitato da divinità e spiriti.
Nell’immaginario collettivo italiano, l’Appennino è spesso associato all’idea di resistenza e di indomitabilità. È un luogo che ha visto la nascita di molte storie e leggende, che hanno contribuito a forgiare l’identità dei suoi abitanti o ad attirare i suoi viandanti.
Nel progetto della Perilli risuona l’Appennino quale territorio ricco di cultura e tradizioni popolari, un modo di vivere e di interpretare il mondo che è unico e affascinante. Vi ritroviamo un mondo antico e misterioso, dove la natura e la cultura si fondono in un’esperienza unica, che riguarda profondamente l’uomo, sin dall’infanzia, e la sua relazione con la natura, con la falena, con la tradizione e con il linguaggio.
Luana Perilli, al 16 Civico di Pescara presenti un “Backstage” di “Cantalamissa”, com’è nato questo progetto e quali saranno le sue ramificazioni? «Ho iniziato la prima tappa del progetto nel 2022, è stato ripreso dal aprile 2023 e continuerà fino alla prossima primavera. Un progetto finanziato e prodotto dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Si tratta di una ricognizione etnozoologica sull’Appennino: il punto di partenza è la storia dell’uomo sin dalle sue storie di relazione con gli animali»
Tra gli animali ne scegli uno in particolare, il cui nome popolare, utilizzato nel catanzanese, dà il titolo a tutto il progetto. «È una farfallina che è presente in tutto l’Appennino. È una piccola falena nera con delle macchie gialle che nell’area della Sila catanzanese viene chiamata la “Cantalamissa” perché quando i bambini ci giocavano in modo crudele, impalandola, si muoveva come un prete che cantava la messa sull’ambone».
In questo progetto stai realizzando due diversi tipi di mappature: «Una confluirà in un audiovisivo. La traccia di questo lavoro in mostra sono i disegni che ritraggono le signore sulla piazza di Parenti e le altre persone cui ho fatto interviste, ad esempio a Fontecchio (AQ). Ho intervistato persone di generazioni diverse o di diversa estrazione sociale chiedendo la propria relazione con la farfalla. Ho scoperto che ognuno si è appropriato della farfalla in modo diverso, chiamandola con nomi diversi. Per esempio in Ciociaria si chiama “Maria Stroppina”, a Fontecchio “la Mariella”. Su tutto l’Appennino, come se fosse una macroregione, siccome la falena è molto facile da catturare, i bambini molto distanti tra loro hanno giocato con la farfalla dandole dei nomi diversi. Si tratta quindi di una sorta di etnografia dei linguaggi e dei giochi per parlare poi di relazioni con le persone e con gli animali col territorio.»
I bastoni sono la testimonianza dell’atra mappatura? «L’altra mappatura – continua l’artista – consiste nella passeggiata nei boschi, con i partecipanti accompagnati da una guida e ciascuno col proprio bastone. Questa parte del progetto è tutta incentrata sul residuo animale e sulla relazione con gli animali. Nel gesto di prendere bastoni aumentiamo il numero dei nostri arti, le nostre “zampe”: non siamo più bipedi, ma diventiamo quadrupedi o tripedi e nella scelta del bastone si crea una sorta di alleanza tra bosco-animalità-uomo. Successivamente al cammino, nel laboratorio di ceramica ognuno imprime la mano sul bastone che ha impugnato un po’ a suggellare il patto”.
Un’idea della conclusione visiva del progetto è data dai bastoni colorati e riuniti con le impronte delle mani, che campeggiano nella seconda sala del 16 Civico. Divenendo veri e propri elementi scultorei, ricordano i bastoni conficcati nel terreno utilizzati in cerimonie religiose o spirituali, ma anche i bastoni utilizzati dai bambini come giocattoli, per costruire capanne o per giocare a nascondino.
Il progetto artistico ed etnozoologico ideato da Luana Perilli e sviluppato dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, “Cantalamissa Backstage”, è stato presentato dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dall’Associazione Harp di Valeria Pica e dallo spazio per l’arte 16 Civico di Christian Campoli.
Dopo la “tappa zero” di Parenti (CS), nel 2022, e quella tra Cittanova (RC), Catanzaro e la Sila Piccola dello scorso aprile, il progetto si è spostato a Pescara e Fontecchio (AQ) per la tappa che ha segnato l’avvio della collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, l’associazione Harp e lo spazio per l’arte 16 Civico di Pescara.
Alla mostra seguiranno altre fasi di lavoro tra l’Emilia Romagna, la Basilicata, il Lazio, la Campania e il Piemonte, che porteranno a una grande mostra in primavera avanzata al MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro.
Info
La mostra è visitabile, su prenotazione, dal 21 ottobre al 25 novembre 2023
16 Civico
Strada Provinciale San Silvestro, n. 16 – Pescara
Info e prenotazioni:
16civico@gmail.com
Orario visite: 18:00 / 20:00 / Dal lunedì al sabato