Il regista e giornalista Alessio Consorte, autore del documentario ‘Il Guerriero mi pare strano’ è stato diffidato, dalla Direzione Regionale Musei Abruzzo, all’utilizzo dell’immagine del ‘Guerriero di Capestrano’ per la locandina del suo docufilm incentrato proprio sull’autenticità della statua rinvenuta a Capestrano (L’Aquila) nel 1934 e datata VI secolo a.C..
Consorte, autore anche del documentario storico ‘Decumano Maximo’, per la sua seconda fatica cinematografica ha progettato e realizzato una originale locandina con l’intento di sollecitare un confronto sull’autenticità della scultura fatta risalire ai tempi degli Italici, popoli stanziati, in antichità, nell’Italia Centro-Meridionale prima dell’unificazione operata da Roma.
La datazione della statua è stata messa in discussione dal regista attraverso un lavoro di indagine rigoroso poi confluito nell’inchiesta giornalistica del docufilm ‘Il guerriero mi pare strano’.
“Ho ricevuto questa diffida il 20 settembre 2023, esattamente 96 giorni dopo la presentazione del film nella rassegna ‘Il Flaiano in sala’ tenutasi il 14 giugno a Pescara. A giugno, per diffondere la locandina del documentario, ho messo a conoscenza del mio lavoro la direzione ed il personale del Museo archeologico nazionale d’Abruzzo di Villa Frigerj, a scanso di equivoci, anche inviando una pec al recapito di posta elettronica della direzione”. Ha dichiarato il regista sottolineando che l’utilizzo dell’immagine pubblica del Guerriero di Capestrano è motivato dalla volontà di sollevare questioni legate alla storia e all’autenticità del manufatto. “La mia locandina è frutto dell’ingegno, dell’intelletto e della ricerca scientifica poiché c’è una ragione specifica che mi ha portato ad impostare la locandina in quel modo – ha aggiunto Consorte – Il Guerriero di Capestrano è un falso di epoca fascista ed il museo continua a far pagare il biglietto d’ingresso per vedere la statua e anche il frammento lapideo femminile denominato ‘Dama di Capestrano’ trovato assieme alla scultura. Non hanno il coraggio di querelarmi per queste affermazioni, ma vorrebbero inibire l’utilizzo di un’immagine pubblica, tra i simboli d’Abruzzo e il Consiglio regionale l’ha posta sullo stemma regionale della Regione Abruzzo con l’approvazione di una legge regionale. Lo trovo assurdo”, ha concluso il regista.
Consorte continuerà a lavorare per diffondere il suo lavoro e far conoscere il documentario invitando alla riflessione su importanti temi storici che riguardano le vere origini della comunità abruzzese.