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E’ solo di pochi giorni fa, come da lancio Ansa del 28-09-2023, un nuovo e non certamente piacevole capitolo della vicenda Consorzio di Bonifica. «Consorzio Bonifica chiede tributo per allaccio ‘potenziale’», il titolo del suddetto lancio. “Avvisi di pagamento per appartamenti al terzo piano di condomini senza giardino o in zone dove non c’è traccia della rete idrica consortile: sono sono alcuni esempi di quelli inviati nei giorni scorsi a molti residenti nelle province di Chieti e Pescara dal Consorzio di Bonifica Centro che per il 2023 ha ampliato la contribuenza, complessivamente 26.956 soggetti, chiedendo il “contributo di dotazione idrica” a proprietari di immobili urbani che potrebbero allacciarsi alla rete del Consorzio per innaffiare orti o giardini o per altri usi civili, diversi da quelli tipicamente agricoli. Questa mattina”, prosegue l’Ansa riferendosi a giovedì 28 c.m., “gli uffici del Consorzio sono stati presi d’assalto da utenti che ritengono ingiusto questo contributo e chiedono chiarimenti”.

Il Contributo di Bonifica, che generalmente viene collegato all’attività agricola, a questo punto interessa oggi anche imprese e privati cittadini. Nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Centro i contribuenti quest’anno sono 56.335 dei quali 26.956 sono interessati ad questa tassa particolare.

“Sono giorni che sono contattato da cittadini perché il Consorzio di Bonifica Centro sta mandando delle tasse da pagare a chiunque abbia un immobile all’interno dell’area consortile e fuori”, fa sapere Antonio Scaparrotta, Dirigente Provinciale Chieti di Azione che già più volte nelle scorse settimane si è interessato della vicenda.

Lo chiamano “contributo di dotazione idrica” e riguarda i proprietari di immobili urbani che anche solo potenzialmente potrebbero allacciarsi alla rete idrica del Consorzio per l’innaffiamento di orti o giardini o per altri usi civili, diversi da quelli più tipicamente agricoli, l’irrigazione dei campi.  “Ma la tassa sta arrivando anche a proprietari di appartamenti al terzo piano e in che modo questi potrebbero allacciarsi alla rete del consorzio e soprattutto a che scopo?”, si chiede Scaparrotta
Alla fine, si parla di un contributo medio di 22 euro, cosicché la stragrande maggioranza dei contribuenti paga in silenzio senza chiedersi se sia effettivamente dovuto. Il contributo di bonifica è dovuto solo se il beneficio che il contribuente può ritrarre è effettivo e non solo teorico, e questo è un principio che la Corte Costituzionale ha confermato già dal 2018. Invece il Consorzio ritiene di tassare anche il solo beneficio potenziale, cioè la sola possibilità che ci si possa allacciare alla rete idrica del Consorzio.

I numeri sono assai interessanti. Parliamo di un gioco che interessa 58.961 immobili in 31 comuni e pesa sulle tasche dei cittadini per 599.830,71 euro.
Ci sono già ricorsi tributari, che hanno ottenuto la condanna del Consorzio alla restituzione dei contributi pagati dal 2018 per immobili situati fuori del perimetro di contribuenza proprio perché non traevano alcun beneficio dalle opere consortili e dall’attività svolta dall’ENTE.
” E gli amministratori abruzzesi dove sono? Il Consorzio di Bonifica è sotto il diretto controllo della Regione”, chiude Scaparrotta. “Ogni tanto appaiono sui media rassicurando gli utenti della regolarità deintributi e degli importi, nonostante nelle altre regioni le cose non vadano proprio così. Approfondiremo la questione in modo da capire perché i cittadini abruzzesi devono affrontare anche questa tassa”