“E’ ufficialmente ripartita l’ondata degli sfratti dagli alloggi popolari di Pescara di inquilini che hanno perso i requisiti di assegnazione: quattro i provvedimenti portati a termine questa mattina, tre su appartamenti di proprietà dell’Ater, uno su un appartamento del Comune di Pescara. In tutti i casi l’operazione, coordinata dal Comune di Pescara e dalla Polizia municipale, ha visto la partecipazione di tutte le Forze dell’Ordine, oltre che dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa, dei dipendenti di Enel Energia e Aca, un’azione unanime che ci ha permesso di gestire in maniera serena gli sgomberi, con l’ausilio dei nostri assistenti sociali e dei dipendenti dell’Ufficio Politica della Casa e di blindare le serrature o, in alternativa, murare gli appartamenti, rientrandone in possesso oggi stesso, in attesa di realizzare le opere necessarie per rimettere a disposizione gli alloggi in attesa delle future assegnazioni”. Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Isabella Del Trecco rendendo nota l’operazione.
“Gli sfratti sono frutto del lavoro condotto negli ultimi mesi, con un’attenta verifica su tutti gli inquilini, per individuare coloro che hanno perso, per varie ragioni, i requisiti che, secondo la legge regionale del 2019, permettono di vedersi assegnare un alloggio popolare – ha spiegato l’assessore Del Trecco -. Parliamo dunque di situazioni di morosità ormai insanabili, o inquilini che magari hanno trasferito la propria residenza in altre città, lasciando nell’alloggio popolare un congiunto che però non ha titolo di occupare la casa, persone che negli anni hanno anche acquistato altre case o, infine, hanno visto andare in negativo il casellario giudiziario personale o di un congiunto convivente. Nelle scorse settimane la Polizia locale e i dipendenti del Comune hanno anche contattato i nuclei familiari interessati dagli sgomberi, effettuando anche dei sopralluoghi, proprio perché volevamo evitare l’effetto blitz a sorpresa e relative sceneggiate. Comprendiamo che uno sfratto esecutivo rappresenta sempre un momento traumatico, specie quando in quelle famiglie ci sono dei bambini, come in un caso odierno, dunque è vero che il nostro dovere è quello di far rispettare in modo rigoroso la legge, a difesa di chi ogni giorno vive osservando le regole e che magari aspetta con pazienza da anni in graduatoria l’assegnazione di una casa popolare, ma è anche vero che dobbiamo tutelare sempre tutti, anche la dignità di chi magari ha sbagliato una volta nella vita e che comunque si trova ad affrontare una criticità non indifferente”. L’operazione è scattata alle 7 con il briefing in questura, poi alle 7.45 in punto tutte le forze si sono schierate sulle quattro case da sgomberare: il primo alloggio in via Caduti per Servizio, civico 11, alloggio di proprietà del Comune, con all’interno due coniugi con due figli adulti che, dopo qualche rimostranza, hanno comunque raccolto le proprie cose più urgenti, alcune delle quali lasciate dai vicini, preparandosi ad andare via. Il secondo caso in via Caduti per Servizio al civico 55, alloggio Ater, dove i due coniugi hanno personalmente aperto il portone alle Forze dell’Ordine e al funzionario comunale giunti a notificare lo sfratto, ma di fatto l’alloggio era già quasi vuoto, segno che i due soggetti avevano compreso i preavvisi di sfratto ricevuti nei giorni precedenti e si erano già attivati per trovare un’alternativa. I dipendenti dell’Ater hanno provveduto a togliere le ultime suppellettili, come piatti, bicchieri, un frigorifero, stendini, piante, lasciate a disposizione degli ex inquilini sul pianerottolo, per poi murare l’ingresso all’alloggio. Il terzo sfratto è stato portato a termine in via Aldo Moro 31, dove le Forze dell’Ordine hanno trovato l’appartamento completamente arredato, ma all’interno solo un’anziana signora che però era già pronta a uscire, e infatti notificati gli atti di sgombero la signora ha lasciato l’alloggio, anch’esso murato dall’Ater. Infine il quarto sfratto è stato effettuato in via Lago di Capestrano al civico 19, due coniugi con quattro bambini minorenni. La coppia ha subito chiarito di avere una autonoma soluzione abitativa, che sarebbe stata pronta entro dieci giorni. Ma quando gli assistenti sociali hanno proposto una sistemazione temporanea in albergo, i due coniugi hanno rifiutato e deciso di provvedere da sé, inscatolando i propri beni e lasciando l’appartamento. In tutti gli alloggi sono state interrotte le erogazioni di acqua, luce e gas in modo da rendere le abitazioni inabitabili e inagibili. “Le operazioni si sono svolte con tranquillità, fatta salva la ovvia, comprensibile e prevedibile agitazione iniziale – ha puntualizzato l’assessore Del Trecco – e il ringraziamento va agli agenti della Polizia municipale, Poliziotti, Carabinieri e Guardia di Finanza per la grande capacità di dialogare e rapportarsi con i cittadini, aiutandoci a superare anche momenti di maggiore apprensione e potenziale criticità, a testimoniare il clima di assoluta collaborazione e sinergia che caratterizza le nostre attività. In passato, durante le iniziative di sfratto, provvedevamo anche a svuotare gli appartamenti dalle masserizie, che venivano custodite nei magazzini comunali. Purtroppo l’esperienza ci ha dimostrato che a fronte dei costi elevati di tale attività, spesso gli inquilini non hanno provveduto a ritirare il mobilio che dopo molti anni abbiamo dovuto smaltire in modo autonomo sostenendone il doppio costo, dunque questa volta le masserizie residue sono rimaste negli alloggi e gli ex inquilini potranno concordare con il Comune e con l’Ater il loro ritiro. Ovviamente non abbiamo finito oggi: i 4 sfratti odierni hanno solo riaperto la stagione, nei prossimi giorni ne seguiranno altri secondo un calendario già stilato dai nostri uffici”. “Esprimo all’assessore Del Trecco il massimo sostegno e soprattutto il ringraziamento per il lavoro svolto, sia nelle fasi precedenti gli sfratti, sia durante le operazioni stesse, che hanno innanzitutto l’obiettivo di garantire il rispetto della legge regionale che ho per primo sottoscritto e voluto – ha detto il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, che ha seguito minuto dopo minuto lo svolgersi delle attività odierne in costante collegamento con l’assessore – e poi mirano a restituire a Comune e Ater la piena disponibilità del proprio patrimonio immobiliare popolare in modo da poterlo assegnare a coloro che ne hanno effettivamente diritto e bisogno”.