Lo Snals Abruzzo, sul nuovo anno scolastico ormai alle porte, torna ad accendere i riflettori sugli annosi problemi: la denatalità, carenze di organico che non possono prescindere da un ripensamento sul numero di alunni per classe. Carlo Frascari, segretario regionale Snals, sottolinea, senza indugi, le criticità della scuola che si accinge a riaprire i battenti ma, non manca di sottolineare, anche gli sforzi riusciti, da parte delle istituzioni preposte.
“Da mercoledì 13 settembre, con alcune anticipazioni”, comincia Carlo Frascari, “inizia ufficialmente l’anno scolastico nella nostra regione. Quest’anno, diversamente dal passato, quasi tutte le classi avranno i loro docenti a seguito dell’anticipazione delle procedure di assegnazione da parte degli uffici scolastici.
Tuttavia”, prosegue Frascari, “non mancano le problematiche che investono il sistema di istruzione abruzzese.
Da anni si registrano carenze nell’organico del personale amministrativo e dei collaboratori scolastici che si riesce solo parzialmente a risolvere con le deroghe concesse dalla Direzione Regionale che assegna ulteriori posti (ma solo per un anno) alle scuole con le maggiori criticità. Il problema”, aggiunge il segretario regionale Snals,” è generato da un sistema di formazione dell’organico ATA basato su parametri, vecchi di decenni, che non tengono conto delle specificità del nostro territorio e delle reali esigenze degli istituti soprattutto riguardo alle mutate necessità organizzative e della sicurezza e alle nuove funzioni assegnate alle scuole.
Continua, come negli ultimi anni, la riduzione del numero complessivo degli alunni che frequentano i nostri istituti. Il fenomeno, dovuto in gran parte alla denatalità, potrebbe diventare una opportunità per rivedere il numero massimo di alunni per classe, soprattutto quando queste ospitano alunni con difficoltà, e non essere utilizzato per ottenere un risparmio sull’intero sistema istruzione. Ma allo stesso modo”, chiarisce Frascari,” la circostanza pone interrogativi sulla gestione della futura rete scolastica regionale e sulla dislocazione ottimale delle scuole.
Le nuove norme volute dall’attuale Governo impongono una progressiva riduzione degli istituti autonomi a partire dall’anno scolastico 2023/2024. Da settembre 2024 perderanno l’autonomia 11 scuole attraverso complesse scelte di accorpamenti decise dalla Giunta Regionale.
Abbiamo da tempo chiesto alla politica abruzzese che sia fatta una riflessione complessiva sull’assetto scolastico della nostra regione; la questione dovrebbe essere oggetto di un piano pluriennale che tenga conto di fattori non solo connessi con il numero degli alunni ma sia supportato da un piano trasporti, dalla erogazione di servizi aggiuntivi alle scuole, da una riflessione complessiva sull’edilizia scolastica e dalle esigenze delle comunità interne in grave crisi di esistenza.
Non mancano, quindi”, conclude Frascari, “i motivi di riflessione per auspicare maggiore attenzione ad un settore strategico non solo per la nostra regione ma l’intero Paese”.