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Cemento illegale, inquinamento e maladepurazione, pesca di frodo mettono sotto scacco il mare
italiano e le aree costiere. Sono ben 19.530 reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste
italiane, con un +3,2% rispetto al 2021, mentre gli illeciti amministrativi, 44.444, sono cresciuti del
13,1%. Diminuiscono, anche se di poco (-4%), il numero delle persone denunciate e arrestate
(19.658) e in maniera più significativa quello dei sequestri (3.590, con una riduzione del -43,3%).
Sommando reati e illeciti amministrativi in Italia è stata accertata, grazie ad oltre un milione di
controlli (esattamente 1.087.802, +31% rispetto al 2021) svolti dalle Capitanerie di porto e dalle
forze dell’ordine, una media di 8,7 infrazioni per ogni km di costa (erano state 7,5 nel 2021), una
ogni 115 metri.
È quanto emerge, in sintesi, dal nuovo report Mare Monstrum 2023 di Legambiente che raccoglie
dati e numeri del 2022 sul mare violato e minacciato dalle illegalità ambientali, diffuso oggi alla
vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica brutalmente
ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno per la tutela del mare e delle coste del Cilento contro
speculazioni e illegalità. Sulla sua morte Legambiente chiede da anni verità e giustizia e domani 5
settembre l’associazione ambientalista sarà ad Acciaroli per ricordare Vassallo con una giornata
commemorativa organizzata insieme al comune di Pollica, l’ANCI, Slow Food Italia, Libera e
Federparchi. Seguirà anche la consegna del Premio Angelo Vassallo il sindaco della bella politica.
Tornando al report di Legambiente, per quanto riguarda i reati ambientali lungo le coste, nel 2022 a
farla da padrone è il ciclo illegale del cemento (dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave
illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche fino all’abusivismo edilizio) che rappresenta da
solo il 52,9% dei reati (10.337), seguito dai diversi fenomeni d’illegalità (dalla mala-depurazione allo
smaltimento dei rifiuti) che Legambiente classifica con la voce “mare inquinato” con 4.730 illeciti
penali e dalla pesca di frodo, con 3.839 reati. Infine, ammontano a 624 le violazioni del Codice della
navigazione relative alla nautica da diporto, anche in aree protette, un dato in netta crescita
rispetto ai 210 del 2021 (+197,1%), con 286 persone denunciate/ arrestate e 329 sequestri. Le
diverse filiere delle illegalità ambientali hanno anche un forte impatto economico: il valore dei
sequestri e delle sanzioni amministrative è stato nel 2022 di oltre 486 milioni di euro (in calo del –
22,3% rispetto al 2021).
Una fotografia, in sintesi, preoccupante su cui per Legambiente è urgente intervenire. Otto le
proposte che l’associazione ambientalista indirizza oggi al Governo Meloni per tutelare in maniera
più efficace uno straordinario patrimonio ambientale del Belpaese:

  • ripristinare, se necessario anche con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della
    legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di
    ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
  • rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo;
  • rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in
    regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di
    gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei
    rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
  • efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone
    il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi
    nazionali (DM 4 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020;
  • migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di
    protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale
    coordinato da Ispra (SNPA), approvando i decreti attuativi della legge 132 del 2016;
  • regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed
    acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di
    qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
  • promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore
    tutela del mare e della costa;
  • attuare da parte del governo e del Parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca
    illegale, non dichiarata e non documentata.
    “Tredici anni fa veniva ucciso Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica da sempre impegnato
    contro illegalità e speculazioni e che Legambiente ha conosciuto e premiato consegnandoli le cinque
    vele. Il suo sia un esempio a cui guardare, perché per combattere le illegalità – dichiara Giuseppe Di
    Marco, presidente regionale di Legambiente – è importante che anche le realtà territoriali facciano
    la loro parte insieme alle istituzioni. Allo stesso tempo è fondamentale accelerare il passo sulle
    attività di controllo e quegli interventi normativi non più rimandabili: dalle demolizioni affidate ai
    Prefetti delle case abusive agli investimenti sui depuratori fino alla lotta alla pesca illegale. In
    Abruzzo attenzione al tasso di incidenza dei reati e bisogna accelerare sulle azioni atte al
    migliormento del quadro complessivo”.
    “L’importante lavoro, testimoniato dai numeri pubblicati da Mare Monstrum, di Capitanerie di porto
    e forze dell’ordine – aggiunge Silvia Tauro, responsabile Youth4Planet Legambiente Abruzzo – deve
    essere quanto prima accompagnato da un impegno decisamente più significativo da parte di tutte le
    istituzioni coinvolte, dai singoli comuni alle Regioni, dal parlamento al governo. Per questo
    Legambiente, che è costantemente impegnata in attività di monitoraggio e di volontariato, come
    quelle svolte grazie alla Goletta verde, alle indagini Beach litter e alla campagna “Spiagge e fondali
    puliti”, avanza oggi otto proposte all’Esecutivo Meloni che mettono in sintesi al centro la lotta
    all’abusivismo, alla maladepurazione e alle illegalità”.
    Classifica illeciti ambientali mare violato: Il 48,7% dei reati è stato accertato nelle quattro regioni a
    tradizionale presenza mafiosa, con la Campania che guida la classifica nazionale con 3.345 reati, pari
    al 17,1% del totale nazionale, seguita da Puglia (2.492 reati), Sicilia (2.184), Lazio (1.741) e Calabria
    (1.490 reati). La Toscana è in sesta posizione come illeciti penali (1.442) ma è al secondo posto dopo
    la Campania come illeciti amministrativi (4.392), seguita dalla Sicilia (4.198 illeciti e ben 8.712
    sanzioni). Per quanto riguarda la classifica delle infrazioni per km di costa, la Basilicata si conferma
    come prima regione come numero di reati e illeciti amministrativi accertati (32,7 per ogni km)
    seguita quest’anno dall’Emilia Romagna, con 29,1 infrazioni (era al quarto posto nel 2021), dal
    Molise (28), dall’Abruzzo (27,8) e dal Veneto, con 24 reati e illeciti amministrativi per ogni chilometro.
    Focus Maladepurazione: La maladepurazione resta una delle principali emergenze croniche da
    affrontare. Ancora oggi, infatti, sono quattro le procedure d’infrazione decise dall’Unione europea e
    attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione. Nelle scorse
    settimane, dopo mesi di inspiegabili ritardi, è stato nominato il nuovo commissario straordinario per
    la depurazione. A lui Legambiente chiede continuità col lavoro fatto dal precedente commissario, un
    piano nazionale per la depurazione con più risorse economiche e il completamento veloce degli
    interventi sulla rete.
    Focus Prodotti ittici sequestrati: Nel 2022 sono state oltre 400 le tonnellate complessive di prodotti
    ittici sequestrate, quasi 1.097 chilogrammi al giorno: la Sicilia primeggia, con oltre 129 tonnellate,
    mentre le prime cinque regioni (Sicilia, Puglia, Liguria, Veneto e Toscana) coprono oltre il 76,3% dei
    sequestri effettuati lo scorso anno. Se leggiamo il dato per km di costa, in testa Veneto e Liguria,
    rispettivamente con oltre 188 e 120 kg per chilometro di costa, mentre saltano agli occhi regioni con
    importanti tratti costieri e numeri di prodotti ittici sequestrati molto al di sotto della media nazionale,
    pari a 54 kg per km
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