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Tenacia, passione, impegno civile. Sono alcuni dei tratti distintivi della vita professionale e del percorso umano di Cesare Di Carlo, il medico pescarese prematuramente scomparso tre anni fa, cui da ieri pomeriggio è dedicata la sala riunioni dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Pescara di via dei Sabini.

Una sorta di simbolico ritorno a casa – l’intitolazione della sala – per lui che quella sede aveva inaugurato come presidente dell’Ordine stesso nel lontano marzo del ‘90, dopo averla fortemente voluta per dare ai camici bianchi pescaresi un punto di incontro che andasse anche oltre gli obblighi istituzionali: un luogo, cioè, dove scambiare idee ed esperienze, e dove progettare percorsi che in quegli anni apparivano di rottura profonda con un sistema sanitario che all’epoca era fortemente caratterizzato da aspetti conservatori, se non “baronali”.

Una sala gremita di medici che hanno condiviso con lui un lungo percorso professionale e umano, ha fatto da cornice alla cerimonia di intitolazione voluta dalla presidente Maria Assunta Ceccagnoli, che con la presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Anna Maria Cardone, ha fatto gli onori di casa. Con loro, Gilda Di Paolo, anche lei medico, e compagna di vita di Cesare, e i tre figli Paola, Francesco e Nicola in prima fila ad ascoltare le testimonianze di stima e affetto che in tanti hanno voluto dedicare al padre.

Una cerimonia, quella di ieri, corsa sul filo dei ricordi della figura del medico pescarese, con tratti di commozione ma senza indulgere alla retorica. Un racconto che ha fatto tesoro della rilettura e della valorizzazione dei molteplici fronti su cui ha operato nella sua vita professionale: fronti che hanno investito la militanza sindacale, anche con incarichi nazionali di primo piano; l’impegno nel suo lavoro dedicato alla lotta contro tutte le dipendenze, tradottosi dopo la formazione pescarese nella guida per anni e con eccellenti risultati – fino a farne un modello di riferimento nazionale – del Servizio contro le dipendenze di Giulianova, per la Asl di Teramo. Fino alla presidenza dell’Ordine pescarese in un periodo di profonde trasformazioni per i medici italiani.

Tante, come detto, le testimonianze raccolte in una sala in cui scorrevano sul maxischermo immagini di vita e di impegno di Cesare Di Carlo in quegli “anni formidabili”. In primo piano, quelle di quanti condivisero con lui il percorso ordinistico, come l’ex presidente dell’Ordine dei Medici pescaresi e suo successore, Enrico Lanciotti; o come gli ex consiglieri Amerigo Marino, Vincenzo Pardi, Concetta De Palma, Francesco Paolo Ciampa. Voci cui si è unita quella dell’allora segretaria dell’Ordine, Antonietta De Rubeis, che Di Carlo affiancò nel lavoro quotidiano in via dei Sabini.

Fari accesi, poi, anche sull’esperienza sindacale che ha segnato il suo percorso: così per il ricordo che ne ha tracciato Carlo Macaluso, fondatore del Sindacato medico Cumi, sceso da Pisa a Pescara per ricordare gli anni del comune impegno, delle tante battaglie condotte in nome di una comune visione e di una profonda amicizia. Ma così anche per Aldo Di Benedetto e Piero Picciani. Quanto al fronte professionale, a ricordarlo ci ha pensato Paola Fasciani, che a Chieti ha guidato per anni la struttura della Asl contro le dipendenze; e poi Evandro Carminelli, l’infermiere che nella Asl di Pescara aveva affiancato Di Carlo nella prima parte della sua carriera professionale.

Alla fine, quando il drappo di stoffa è caduto lasciando spazio alla targa “Sala Cesare Di Carlo”, ai tanti presenti è parso che Cesare fosse lì. Con loro.

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