Mezzi di Ambiente spa non conformi: dopo la discutibile transazione tra società e fornitore, consegnati solo due nuovi mezzi non ancora collaudati. Dalle carte emerge un giallo che dovrà essere valutato, e intanto si moltiplicano le denunce dei dipendenti in materia di sicurezza sul lavoro
Ci siamo già occupati in un paio di occasioni delle ambiguità emerse in relazione al parco mezzi di Ambiente spa, in particolare agli 8 costipatori acquistati e rimasti fermi a lungo nel deposito di Città Sant’Angelo. Mezzi costati ai cittadini di Pescara e Città Sant’Angelo quasi 400.000,00 € e non ancora utilizzabili, con buona pace dei dipendenti, costretti a lavorare su mezzi obsoleti. Lo scorso 2 maggio, in risposta ad una nostra interrogazione, Comune e società hanno fatto sapere che i mezzi in questione, a seguito di una transazione formalizzata con il fornitore, sarebbero divenuti fruibili entro un mese. Da quella data però sono praticamente trascorsi due mesi e lo stallo permane.
Mediante un accesso agli atti siamo riusciti a ricostruire l’intera vicenda e a chiarire quegli aspetti ancora avvolti dal mistero. Innanzitutto abbiamo avuto conferma del motivo per cui i mezzi sono rimasti parcheggiati in deposito per settimane senza la possibilità di impiegarli. La ragione è molto semplice: i costipatori – consegnati, ricordiamo, con oltre 12 mesi di ritardo rispetto al disciplinare di gara e ai tempi prospettati dalla ditta aggiudicataria – non hanno superato il collaudo di Ambiente a causa di alcune non conformità, tra cui la più rilevante è senza dubbio la differenza tra la portata legale dei mezzi offerta in sede di gara (410 kg) e quella riscontrata alla consegna (320 kg).
Inoltre, dalla lettura dei verbali del Consiglio di Amministrazione, abbiamo appreso che, una volta appurata la non conformità dei mezzi, Ambiente aveva inizialmente incaricato un legale per tutelarsi. L’Avv. Galluppi, dopo un attento esame dei documenti, aveva prefigurato, relazionando al Consiglio di Amministrazione, l’ipotesi di una risoluzione in danno per inadempimento alle obbligazioni di contratto, e sconsigliato l’eventualità di addivenire ad una transazione, in quanto si sarebbe potuti incorrere nella contestazione del secondo classificato. Citiamo testualmente il parere del legale interpellato: «se si predispone un accordo transattivo potrebbe esserci un “feroce attacco” da parte del secondo aggiudicatario che inficerebbe l’intera procedura di gara, con forti ripercussioni anche da un punto di vista penalistico e pertanto, la soluzione migliore sarebbe comunicare alla ditta, a fronte dell’ultimo collaudo e dell’incredibile ritardo nella consegna dei mezzi, che loro ritengono sia giustificata e che, secondo la giurisprudenza, il ritardo non interessa la stazione appaltante, l’annullamento della determina di aggiudicazione in quanto i rischi sono molto elevati. Per i motivi espressi si consiglia di optare per un affidamento provvisorio (al secondo classificato ndl)».
Tuttavia avviene l’esatto contrario. Infatti, qualche giorno dopo, nel corso di un incontro tra alcuni rappresentanti di Ambiente e il fornitore, quest’ultimo formula una proposta di transazione che prevede l’adeguamento parziale della portata legale non conforme, la risoluzione di altre criticità minori, un risarcimento di soli 5.000 euro, sconti su futuri noleggi di mezzi e sull’acquisto di due spazzatrici usate. Successivamente il legale si dimette dall’incarico, e il Consiglio di Amministrazione, assente l’allora Presidente Galasso e con il voto contrario del Consigliere Longhi, delibera di accettare la proposta ricevuta e dare mandato a un altro legale per la sola tutela di Ambiente nell’ambito della transazione.
Un discutibile e repentino cambio di strategia che, come abbiamo visto, non viene condiviso dal Cda nella sua interezza. A parere nostro, dall’accordo di transazione stipulato tra Ambiente e il fornitore, sarebbe quest’ultimo a ottenere maggiori garanzie, assicurandosi tra l’altro ulteriori noleggi, per giunta in affidamento diretto, seppur a prezzo scontato, nonostante il ritardo e la possibilità di consegnare mezzi non conformi al capitolato di gara, in quanto la portata legale verrà sì adeguata, ma portata a 380 kg a fronte dei 410 kg previsti.
Ciò non bastasse, oltre al ritardo iniziale nella fornitura dei mezzi e alla transazione “capestre” e osteggiata dallo stesso legale inizialmente nominato da Ambiente, i ritardi continuano ad accumularsi. In questi giorni sono arrivati solo due degli otto costipatori e non sono ancora immatricolati. Mentre nella risposta all’interrogazione ci veniva assicurato che sarebbero arrivati entro il 2 giugno.
Nell’attesa di comprendere quanto ritardo si sommerà all’anno già trascorso, per la consegna dei mezzi è utile sottolineare che Ambiente pagherà solo 5.000 euro in meno, uno sconto piuttosto modesto e non commisurato al danno subito, se si considera che Ambiente, alla data dello scorso giugno, per sopperire ai ritardi nelle consegne aveva già speso oltre 70.000 euro di noleggi sostitutivi.
Su questa questione oggi abbiamo informato il controllo analogo di Ambiente e se non verranno assunte scelte differenti valuteremo come procedere per ottenere riscontri sull’operato di Ambiente, rispetto al quale ci chiediamo se sia stato correttamente perseguito l’interesse pubblico. Come detto, infatti, le clausole della transazione sembrerebbero quasi essere migliorative per il fornitore che, oltre a “salvare” la commessa originaria, ottiene – ribadiamo – in affidamento diretto altri noleggi.
Nel frattempo continuiamo a ricevere dai sindacati numerose denunce sullo stato dei mezzi con cui quotidianamente operano i dipendenti di Ambiente, emerse anche nel Consiglio Comunale straordinario di un mese fa. I lavoratori lamentano problemi di sicurezza che hanno portato alla creazione di una specifica commissione formata da rappresentanti sindacali e rappresentanti della società con lo scopo di raccogliere segnalazioni e procedere alla verifica dello stato dei mezzi. La veridicità delle affermazioni di lavoratori e sindacati è confermata dagli esiti del lavoro di questa commissione, a seguito della quale è stato deciso di rottamare alcuni mezzi e procedere alla riparazione di altri. Occorrerebbe però una rigenerazione del parco mezzi della società, che al momento risulta per altro sovraccaricata dalla coincidenza tra periodo estivo e preparativi in vista dell’estensione del porta a porta, per la quale sono stati noleggiati e acquistati altri mezzi, che però non rimpiazzeranno quelli vetusti e ormai inadeguati.