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Importante annuncio fatto all’unisono dal Comune di Pescara e dalla Fondazione Pescarabruzzo: la candidatura ufficiale del capoluogo adriatico a “Città Creativa del Design 2023 dell’UNESCO”.

La “Rete delle Città Creative dell’Unesco” è stata creata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile ed è  divisa in sette aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali (Musica, Letteratura, Artigianato e Arte Popolare, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema).

La Fondazione Pescarabruzzo, si legge nel comunicato diramato, già dal 2019 si era impegnata a definire un’ipotesi di candidatura, poi rimasta incompiuta a causa della pandemia da Covid-19, che non ha consentito di rispettare la timeline individuata. Il progetto è stato dunque ripreso per il Bando UNESCO 2023.

Entusiaste, le parole del Sindaco Carlo Masci: “La nostra città, anche grazie alla stretta sinergia tra il Comune e la Fondazione PescarAbruzzo, oggi si candida per questo prestigioso traguardo, con la consapevolezza che il percorso da compiere non sarà agevole, dovendoci confrontare con realtà territoriali di altissimo livello nel panorama internazionale, ma con la convinzione che la tumultuosa crescita culturale, artistica e nel campo del design di cui Pescara si è resa protagonista in questi ultimi anni ci consentirà di mettere in evidenza potenzialità finora mai espresse, che certamente potranno suscitare l’interesse di chi esaminerà le proposte in gara. Siamo fiduciosi che Pescara saprà distinguersi e farà la sua bellissima figura”.

“Entrare nel network delle Città Creative UNESCO –  ha dichiarato il Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio –  finora in Italia solo Torino vanta il titolo dal 2014 – comporterebbe un significativo prestigio per Pescara e favorirebbe di sicuro vantaggi morali, ma anche possibili riflessi in quelli materiali. In particolare, si rafforzerebbe il suo ruolo anche internazionale nel campo del design, con una talentuosa capacità di reinterpretazione dei principi del movimento Bauhaus nei nuovi contesti economici e sociali, che superano quelli strettamente manifatturieri e fordisti, e declinano sempre più le peculiarità dell’economia quaternaria e della conoscenza, nonché della cosiddetta società liquida”