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“Apprendiamo dalla stampa l’intenzione da parte del presidente della Regione Marco Marsilio di riscrivere il progetto della Cittadella giudiziaria di Chieti e farlo senza coinvolgere le istituzioni amministrative e di settore operanti sul territorio, che peraltro da anni condividono azioni, una visione comune e un confronto operativo costante, al fine di trovare la migliore ubicazione possibile agli uffici giudiziari dentro la città. Soggetti che non sono stati chiamati dalla Regione a partecipare a conferenze di servizi, o incontri, come sarebbe stato opportuno al fine di vagliare la percorribilità di un’ipotesi che di fatto soppianta il progetto a cui abbiamo lavorato fino a oggi, esponendo Chieti all’ennesima occasione di spopolamento”, così il sindaco Diego Ferrara e il Presidente del Consiglio comunale Luigi Febo, che hanno partecipato a tutti i passaggi con gli altri enti e istituzioni interessate.

“Il progetto della Cittadella fin qui conosciuto e costruito in questi anni attraverso il costante confronto fra Comune, Provincia, Tribunale, Procura, Prefettura, Commissariato per la Ricostruzione post sisma, Ordine degli Avvocati e, non ultimo, Ministero di Grazia e Giustizia, cerca di contemperare le esigenze di tutti – così Febo e Ferrara – Quella in primis di trovare la situazione più sostenibile per costi e logistica a uffici che non hanno una sede, come la Procura, oggi costretta nel palazzo delle Poste e in affitto, ma anche quella di restare in centro, per evitare a Chieti uno spopolamento ulteriore di sedi istituzionali, lavoratori e utenza relativa, che sarebbe letale per le funzioni della città, avendo già perso in questi anni svariati uffici e una fetta di ben 15.000 abitanti. Il progetto da noi concepito, oltre a minori costi sociali derivanti proprio dalla permanenza in centro della Cittadella, prevede un investimento contemperato alle reali esigenze manifestate dai soggetti interessati e sicuramente più contenuto di quello annunciato da Marsilio con il trasferimento di tutti gli uffici giudiziari, Tribunale compreso, nell’edificio del San Camillo De Lellis. Tale struttura è decentrata, è difficilmente raggiungibile dai mezzi pubblici, è in abbandono da anni e, soprattutto, è in carico alla Asl 2, ente che fino a oggi non ha proposto alcun tipo di utilizzo e recupero, né ha portato sui tavoli della Cittadella tale opportunità, probabilmente proprio per i costi e che però potrebbe, attraverso la vendita, vedere ridotto il suo deficit.

Ma questa è un’esigenza diversa e, soprattutto, non è quella della città, né quella manifestata dagli uffici giudiziari, riunione dopo riunione, visto che erano favorevoli al progetto in cui il Ministero, oltre a realizzare a ridosso dell’attuale Palazzo di giustizia il nuovo edificio per i giudici di pace e gli ufficiali giudiziari, avrebbe acquistato da Provincia e Asl, l’ex ospedale di via Arniense, per collocarvici la nuova Procura della Repubblica. Un progetto funzionale, infatti i tre edifici sarebbero collegati l’uno all’altro da due ponti sopraelevati e anche modulabile, perché in caso di accorpamento degli uffici giudiziari a livello provinciale, il Comune si è detto disponibile a mettere a disposizione l’edificio dell’ex istituto Santa Maddalena, sempre nel centro storico.

Fino a ieri questa era la situazione, a cui abbiamo lavorato tenendo conto anche degli investimenti in essere, fra gli altri: i milioni di euro già spesi per la recente riqualificazione del Tribunale stesso, la nuova piazza San Giustino in dirittura d’arrivo, una rigenerazione milionaria e senza precedenti del centro città che sosterremo con fondi PNRR e che prevede anche l’ampliamento della sosta in piazza Garibaldi, funzionale a tale visione. Così come abbiamo tenuto conto delle promesse non mantenute dalla Asl sull’ex ospedale, dove nonostante gli investimenti fatti, non sono mai decollati gli uffici delle UCCP e dei servizi territoriali.

Ora ci chiediamo se il protocollo delle relazioni fra enti sia cambiato da settembre a oggi, non essendo stati minimamente interessati dalle trattative Regione-Governo su un’opera così impattante sulla città. Così come lecitamente ci chiediamo anche se Marsilio conosca davvero la città e le esigenze che erano alla base del progetto attuale, perché davvero ci meraviglia che non le consideri affatto”.

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