La Caserma Rebeggiani, sita nel cuore della parte bassa del Comune di Chieti a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria, è attualmente sede del Centro Nazionale Amministrativo dell’Arma dei Carabinieri. Il complesso, che ha una superficie totale di mq. 81.559, conserva al suo interno estese aree verdi e boschive. Il cortile è lungo quanto due campi da calcio ed è circondato da un perimetro in muratura alto 4 metri, sormontato da filo spinato.
Nasce in epoca fascista, nel 1940, come Campo di internamento n. 21, destinato alla detenzione di prigionieri di guerra e antifascisti. Fu operante con questa destinazione dal luglio 1940 al settembre 1943. I prigionieri di guerra erano britannici, australiani, canadesi, neozelandesi, sudafricani, francesi, americani.
Il campo prima delle operazioni belliche fu usato anche come prigione dei dissidenti politici e delle famiglie ebree e rom, successivamente trasferiti nell’asilo in via Principessa di Piemonte.
COSA SCOPRIRE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le Giornate FAI di primavera verranno eccezionalmente aperte le porte della Caserma Rebeggiani: i volontari e gli apprendisti ciceroni del FAI narreranno la storia del grande complesso di edifici sorto in epoca fascista e faranno conoscere ai visitatori alcune storie di prigionia. Verranno visitati i locali che hanno ospitato le camerate utilizzate dai prigionieri in tempo di guerra e successivamente gli allievi Carabinieri nel periodo in cui la caserma era CAR, Centro Addestramento Reclute, oggi divenute uffici al servizio del Centro Nazionale Amministrativo dell’Arma dei Carabinieri.
VISITE A CURA DI
Apprendisti Ciceroni Liceo Classico “G.B.Vico” e Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Mezzanotte” di Chieti, Volontari FAI.
INGRESSO DEDICATO AGLI ISCRITTI FAI CON POSSIBILITÀ DI ISCRIVERSI IN LOCO
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NON è richiesta prenotazione useo Corfinio Barattucci
Viale Amendola n. 68 – Chieti alta
sabato 15-18.30 / domenica 9-13 e 15-18.30
(ultimi ingressi mezz’ora prima delle chiusure)
STORIA DEL CORFINIO E DI UNO STILE DI VITA TRA ‘800 E ‘900
Guidati da Fausto Napoli Barattucci scopriremo un grazioso museo che testimonia il glorioso passato di una famiglia di imprenditori teatini e del geniale “Alchimista” Giulio Barattucci, uno dei personaggi illustri della Chieti a cavallo tra il 1800 e 1900
L’inventore, nonché “l’alchimista” Giulio Barattucci nasce nel 1834 a Guilmi, piccolo comune della provincia di Chieti. Fin da giovanissimo si dedicò allo studio delle erbe officinali, raccolte sulle montagne abruzzesi della Maiella. Appena ventiquattrenne si trasferì a Chieti, e dopo innumerevoli tentativi, ed utilizzando ben 42 tra erbe, semi e radici, in vari ed appropriati dosaggi, ed attraverso l’alchimia dei suoi alambicchi, seppe estrarre un bouquet di odori e sapori: il CORFINIO. Il nome, dato a questo profumatissimo liquore proviene da una piccola località dell’Abruzzo in provincia dell’Aquila, che fu la Capitale della Lega Italica contro Roma, nel V° secolo A.C.: CORFINIUM.
Appena ventiquattrenne si trasferì a Chieti, e dopo innumerevoli tentativi, ed utilizzando ben 42 tra erbe, semi e radici, in vari ed appropriati dosaggi, ed attraverso l’alchimia dei suoi alambicchi, seppe estrarre un bouquet di odori e sapori: il CORFINIO. Il nome, dato a questo profumatissimo liquore proviene da una piccola località dell’Abruzzo in provincia dell’Aquila, che fu la Capitale della Lega Italica contro Roma, nel V° secolo A.C.: CORFINIUM.
COSA SCOPRIRE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Ripercorreremo la storia del Corfinio, il liquore d’Abruzzo creato nel 1858 da Giulio Barattucci. Oltre che geniale “Alchimista” egli fu anche abile imprenditore e pubblicitario, tanto da essere stato il creatore della campagna pubblicitaria che consentì al suo prodotto di essere conosciuto non solo sul territorio italiano ma anche in diversi Stati esteri. Arrivò a realizzare tre stabilimenti, Chieti, Pescara e Napoli, ma vicende con alterne fortune portarono nel 1984 alla cessazione della produzione. Il Corfinio oggi viene di nuovo prodotto grazie all’impegno di Fausto Napoli Barattucci, uno dei discendenti di Giulio Barattucci, il quale, depositario della ricetta originale (segreta), nel 1998 decise di riprendere l’attività. Oltre a riprendere l’attività ha anche raccolto in un grazioso museo la testimonianza del glorioso passato di una famiglia di imprenditori teatini ma soprattutto di Giulio Barattucci, uno dei personaggi illustri della Chieti a cavallo tra il 1800 e 1900.
VISITE A CURA DI
Fausto Napoli Barattucci, direttore del Museo