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Solo show di Simone Camerlengo

È ormai nota la tendenza dell’arte contemporanea a dichiararsi affascinata dai circuiti alternativi, fuori da schemi convenzionali.

La constatazione di vivere in una realtà espositiva multiforme, non più strettamente riconducibile al binomio museo – galleria, spinge ad approfondire le forme alternative di esposizione e di produzione d’arte contemporanea, fuori dai convenzionali circuiti museali.

Il riuso di strutture industriali – come l’Hangar Bicocca di Milano – o di luoghi abbandonati – le edizioni del Fuori Uso di Cesare Manzo – o di antichi eremi – l’esperienza di “Eremi Arte” dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, solo per fare alcuni esempi, e ancora esposizioni in locali, bar, hotel, studi legali e metropolitane: negli ultimi 50 anni l’arte contemporanea ha abbattuto i muri delle gallerie, ha rimosso etichette, e perseguito la strada della contaminazione.

Ed eccoci a  “Non Narrativo. Solo show di Simone Camerlengo”, a cura di Elisa Mossa.

Il luogo atipico di esposizione scelto dall’artista pescarese Simone Camerlengo è l’Ottica Servadio in Via Venezia, a Pescara: uno spazio commerciale non convenzionale e non dedicato all’arte contemporanea.

Camerlengo, di fatto, dà vita ad uno Show nello Shop.

Un intervento consapevole, una contaminazione mirata: l’inframmettenza delle opere astratte, dipinte ad olio o tracciate con pastelli ad olio, nello spazio illuminatissimo della vendita e dell’esposizione di occhiali da vista e da sole, di catenine ed astucci, può essere letta sotto molteplici punti di vista ed apre a moltissime riflessioni.

Le lenti, infatti, sono quelle appoggiate sugli scaffali, con montature espressione del design contemporaneo, ma sono anche le retine degli spettatori, che nel brulicante ed indaffarato luogo commerciale, immerso nei meccanismi del marketing, si poggiano alternativamente sui prodotti in vendita, su testi e slogan pubblicitari, e sulle opere del ciclo “Non Narrativo”.

Quest’ultimo è forse l’elemento più interessante dell’esposizione. Camerlengo trae ispirazione dagli scarabocchi dei bambini, ovvero da quell’insieme di segni che precedono l’alfabetizzazione, o dagli intrecci grafici, accostati in modo del tutto casuale, di chi è intento a provare una penna o un pennarello su un qualunque canovaccio, al momento dell’acquisto in cartoleria o nei negozi di belle arti.

Una scrittura dunque decisamente istintiva, non dotata di un apparente senso logico, non funzionale alla trasmissione di un messaggio, dominata dall’assenza di principi gerarchici e antitetica rispetto ai testi pubblicitari. Di fatto un segno di appartenenza universale che attinge alla spontaneità del gesto, all’energia e all’azione, al movimento, al ritmo, alla tensione; alla vita sotterranea ed innocente.

Lo spazio dell’Ottica Servadio non si limita ad accogliere le pitture di Camerlengo, ma grazie alla disponibilità dei proprietari, si adatta ad esse. Vale per le due opere che campeggiano nelle vetrine – “Tentativo di riproduzione” (2021) e “The main thing is to keep trying” (2021) – e vale per “Chidish drawings #2 e #1 (2023). Per questi ultimi, infatti, si liberano le scaffalature espositive, di cui resta solo la cornice, ad incorniciare, appunto, le tele.

Di fatto si tratta di un’esperienza espositiva che salvaguardia il volto della contemporaneità, ne coglie le tensioni, ne rilancia i movimenti segreti, ne pronuncia i contenuti non evidenti. 

Si può parlare inoltre della vista, del rapporto col design, ed anche del tema della riproducibilità denunciata: sono infatti esposti anche gli originali delle riproduzioni, tracce visibili del percorso creativo.

Camerlengo, pur scegliendo un luogo commerciale, utilizza una lente che non si adegua alle logiche del marketing, né tantomeno alla “sindrome dell’arredamento” – E. Hobsbawn, in “La fine della cultura. Saggio su un secolo in crisi di identità – 2013), ma la tratta come materia intellettualmente “bruciante”, la sottopone ad infinite reinterpretazioni.

L’esposizione “Non Narrativo. Solo show di Simone Camerlengo” è visitabile presso l’Ottica Servadio – Via Venezia 12/9, Pescara, fino al 4 maggio 2023.

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