Marco Di Battista ritorna con un nuovo lavoro centrato sul filo delle melodie: gli otto brani originali presenti in Yehà propongono una sintesi tra riferimenti ed intenzioni caratterizzata da una costante dimensione cantabile, un approccio che invita l’ascoltatore in un ambiente musicale accogliente e, allo stesso tempo, ricco di suggestioni espressive.
Il disco è stato pubblicato venerdì 3 marzo 2023 in formato digitale da Abeat Records ed è disponibile su tutte le principali piattaforme.
Yehà, il titolo scelto da Marco Di Battista per il suo nuovo disco, suggerisce un richiamo ancestrale, un richiamo alle radici più profonde dell’umanità. La “traduzione musicale” proposta dal pianista si concentra quindi sulla necessità di esprimere linee melodiche essenziali ed utili per sviluppare il racconto contenuto nelle composizioni attraverso improvvisazioni sempre ben centrate nel disegno complessivo.
La melodia rappresenta il punto di convergenza tra le tradizioni del jazz, le reminiscenze del prog e i riflessi ambient ma è anche il binario che guida il confronto tra maturità ed entusiasmo nel dialogo tra musicisti differenti per generazione e provenienza.Per realizzare Yehà, Marco Di Battista ha coinvolto un ensemble formato da musicisti diversi per generazione ed esperienze. Da una parte, troviamo infatti il chitarrista Franco Finucci e il tastierista Marcello Malatesta, musicisti con cui Di Battista collabora ormai da molti anni e, dall’altra, il pianista è accompagnato dalla ritmica composta da due giovani talenti emergenti del jazz italiano, vale a dire Bruno Graziosi al contrabbasso e Luca Di Muzio alla batteria.
Una conversazione animata dalla disposizione all’ascolto reciproco, dalla costruzione corale evocata dalla cantabilità e dalle scelte operate passaggio dopo passaggio, lineari ma mai banali, Una conversazione aperta al contributo dei vari partecipanti e arricchita dalle soluzioni trovate dai solisti. Un filo delicato e, insieme, resistente, pensato per rendere fluide e discorsive soluzioni più complicate dal punto di vista ritmico o armonico e per dare spazio tanto alle idee più razionali del compositore quanto alle espressioni più istintive e istantanee del musicista.