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Quella magnolia non si può e non si deve tagliare: è priva di senso l’ipotesi del sacrificio di una imponente pianta, inserita nel progetto di “lavori manutentivi straordinari per l’implementazione del verde pubblico e il miglioramento delle condizioni di sicurezza all’interno della villa comunale e del Parco Obletter” che sindaco e assessori municipali di Chieti hanno annunciato e illustrato in questi giorni a cittadini e stampa.  

Nel progetto, accanto a lavori ordinari (per il Parco Obletter di via Fulgenzio La Valle manutenzione e integrazione del verde oltre alla sistemazione dei giochi e della pista di pattinaggio; per la villa sistemazione dei vialetti, piantumazione di un tiglio al posto di uno di quelli tagliati lungo viale IV Novembre e altre piccole cose), sono previsti anche interventi di maggior peso. Tra questi, per un ipotetico e discutibilissimo “…allineamento del suo cuore al Corso Marrucino e a San Giustino…” si parla, leggiamo nei documenti pubblicati online, di “modifica della geometria dell’aiola centrale” nel piazzale Chiaffredo Bergia, di fronte alla fontana tra le due gradinate che conducono a Villa Frigerj, “con eventuale rimozione della magnolia (pianta alloctona che risulta incoerente con la vegetazione caratteristica del territorio)”.  

«Le piante della Villa Comunale – commenta la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – rappresentano un bene pubblico fondamentale e non è possibile pensare di eliminare un albero con tanta facilità, solo per ripristinare una architettura prospettica e nel quadro di un progetto volto a “implementare” e non a distruggere il verde pubblico. La Villa è in pratica un giardino botanico dove, se dovessimo rimuovere tutte le piante “incoerenti con le caratteristiche del territorio”, rimarrebbe ben poco visto che sin dalla sua creazione sono presenti alberi appartenenti a specie non locali: tra gli altri Cedri, Palme, Cipresso dell’Arizona… Questo preziosissimo giardino pubblico è stato realizzato a partire dal 1890 attraverso la graduale acquisizione da parte del Comune di terreni privati, in gran parte agricoli che vennero opportunamente alberati con essenze sia autoctone sia alloctone. Si badò, con la sapienza che dovrebbe sempre guidare le opere pubbliche, essenzialmente alla compatibilità delle piante scelte con il sito, il che, trattandosi di un parco urbano, si giustifica perfettamente anche con la odierna accresciuta sensibilità. Tra l’altro la Villa è utilizzata come “aula all’aperto” da molte scuole cittadine e anche dei paesi circostanti per l’educazione ambientale dei giovani e ogni pianta, soprattutto le meno comuni, è per questo decisamente preziosa. Ricordo ancora lo sconcerto quando, con un gruppo di studenti, scoprimmo che un olmo e altri alberi presenti dinanzi alla casina Frigerj erano stati impietosamente tagliati, anche in quel caso con l’assurda motivazione, tra le altre, della incoerenza con la vegetazione del territorio». 

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Chieti e Pescara del resto, nell’autorizzare i lavori nel loro complesso, ha esplicitamente vietato sia il taglio della magnolia sia la riconfigurazione dell’aiuola, che dovrà essere invece risistemata rispettando l’attuale disegno e senza modifiche nei materiali utilizzati. «Un intervento – commenta Nicoletta Di Francesco – quanto mai opportuno: gli alberi della dotazione originaria, piantati tra il 1890 e la fine del secolo, sono oggi centenari e meritevoli del massimo rispetto. Ma anche gli altri, frutto dell’accortezza dei giardinieri dipendenti comunali che hanno gestito con grande professionalità gli spazi verdi urbani più o meno sino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, hanno una loro logica e vanno tutelati per l’importanza che ciascun albero ha per la qualità dell’ambiente e quindi della vita di tutti noi». 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO SU MAGNOLIA GRANDIFLORA 

Magnolia grandiflora (questo il nome scientifico della specie presente alla Villa Comunale di Chieti) è una delle piante più antiche del mondo la cui esistenza sulla Terra è testimoniata, grazie a resti fossili, da oltre 90 milioni di anni, ben prima dell’estinzione dei dinosauri! Dopo l’ultima era glaciale è sopravvissuta in America e Asia e proprio dall’America è stata importata in Europa, in Inghilterra sin dal 1688 e in Francia dal 1740. Il nome è stato scelto in onore del grande botanico d’oltralpe Pierre Magnol (1638-1715). Si tratta di un albero imponente, che può facilmente diventare secolare, e che può raggiungere e superare i 20 m di altezza. Ha chioma ampia e conica con corteccia liscia, di colore grigio scuro. Le foglie sono grandi (tra i 12 e i 25 cm), sempreverdi, di forma obovato-oblunga e di consistenza coriacea con margine intero oppure a volte ondulato; la lamina superiore è verde brillante intenso, quella inferiore color ruggine. Fiori grandi (diametro fino a 20 cm) bianchi e intensamente profumati. Infruttescenza a forma di pigna cilindrica, con scaglie pelose verde brunastro, a protezione di semi di un bel colore rosso vivo e profumati. 

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