La legge 20 luglio 2000, n. 211, ha riconosciuto il 27 gennaio, giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, quale “Giorno della Memoria”, al fine di “ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti allo sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
La legge 27 dicembre 2006, n. 296, commi 1271 – 1276, ha previsto la concessione di una medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia della guerra, nonché ai familiari dei deceduti.
In data odierna, presso la Prefettura di Chieti, il Prefetto Mario Della Cioppa, con il Sindaco di Chieti Diego Ferrara ed il Vicesindaco di Vasto, Dott.ssa Fioravante, Comuni di residenza degli insigniti, hanno consegnato le medaglie d’onore ai famigliari dei Signori Giuseppe DI GIOVANCESARIO, Nicola VALENTINI, Luigi BOTTONE ed Enrico FEBBO.
Il Prefetto, alla presenza del Questore di Chieti Francesco De Cicco, ha portato ai presenti anche i saluti del Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Colonnello Alceo Greco e della Guardia di Finanza, Colonnello Michele Iadarola, ed ha sottolineato come l’importanza della giornata della memoria sia stata cristallizzata in ben due leggi, a riprova dell’attenzione rivolta dallo Stato al ricordo di quanto accaduto in un passato, seppur recente, e nella speranza che, proprio per il tramite della narrazione di quanto accaduto, anche da parte dei discendenti degli internati, non possano più ripetersi crimini di tal genere.
Anche il Sindaco di Chieti e il Vice Sindaco di Vasto si sono uniti al Prefetto nel richiamare l’attenzione sull’importanza che il ricordo delle violenze e delle persecuzioni razziali, consegnato ai più giovani, possa fungere da monito per il futuro.
La cerimonia ha visto la partecipazione emozionata di tutti i parenti degli internati insigniti che, con dignità e commozione, hanno rivolto anch’essi l’augurio che le future generazioni abbiano sempre presente le atrocità dell’olocausto, nella speranza che ciò non sia mai più a ripetersi.