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I Radicali Abruzzo chiedono il commissario per la Nuova Pescara. “Sono trascorsi 9 anni dal referendum: la Brexit si è risolta in 8 mesi. Non ci stiamo più.”

Radicali Abruzzo accoglie negativamente il disegno di legge presentato qualche giorno fa a firma Sospiri, D’Incecco, D’Addazio. “Un disegno di legge fuori da ogni logica. Sono trascorsi ben nove anni dal referendum per la fusione dei comuni di Spoltore, Montesilvano e Pescara del 2014, ma la politica sembra unanime nell’idea di far slittare ulteriormente la data, posticipandola al 2027”, commenta Riccardo Varveri, segretario di Radicali Abruzzo. Il disegno di legge, infatti, interviene sulla legge n. 26/2018 che prevedeva l’istituzione della Nuova Pescara entro il 2024. Nel nuovo disegno è prevista la possibilità di rinviare la fusione al 2027 se entro il prossimo settembre si riusciranno a raggiungere tre obiettivi principali fissati. “Una follia,” continua Varveri, “almeno per due motivi: il primo è l’eccesso di durata; se vogliamo fare un paragone, la Brexit -processo i cui aspetti burocratici erano ben più numerosi e complessi rispetto alla fusione di tre comuni – è avvenuta in soli otto mesi; in ancora minor tempo è avvenuta la fusione tra Castellammare Adriatico e Pescara per volere del Vate Gabriele d’Annunzio nel 1927. Il secondo è di natura logica: in cinque anni la classe politica non è riuscita a realizzare nulla di concreto. Sarebbe una presa in giro se in poco più di sette mesi ne raggiungessero addirittura tre principali. Qualora ci riuscissero, la fusione dovrebbe essere accelerata e non ritardata. Parliamoci chiaro: lo spettacolo cui assistiamo da ormai quasi dieci anni sembra sempre di più una vera e propria presa in giro nei confronti degli elettori ed appare sempre più chiara la volontà politica di non dare seguito all’esito della consultazione popolare”. La parentesi del Covid, per i Radicali, non è una giustificazione plausibile. “Ci sono voluti 4 anni per fare la legge (dal 2014 al 2018). Sono trascorsi altri 5 anni e tutto è ancora in alto mare. È stata presa la scusa del Covid, che avrebbe distratto le amministrazioni per due anni, eppure all’art. 3 del nuovo disegno di legge si vuole fare in quattro anni ciò che non è stato fatto in nove (cinque, se non si tiene conto del quadriennio per la votazione della legge). I politici coinvolti (cioè tutti!) si assumano la responsabilità di dire che non vogliono questa fusione o prendano atto di non essere capaci di condurla a buon fine. E quindi si proceda senza ulteriori indugi alla nomina del commissario ad acta.

Il sostanziale tradimento della volontà popolare contribuisce alla disaffezione al voto e al ritenere sempre più inutile il prendere parte alla vita democratica del paese. Peggio, ogni tradimento della volontà popolare è una spinta verso l’antipolitica”, conclude Varveri.

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