Malgrado quanto asserito dai primi cittadini Masci e Perazzetti, il biodigestore avrebbe potuto essere finanziato con fondi PNRR. In questa maniera si sarebbero ottenuti risparmi, condizioni più vantaggiose e probabilmente tempi più celeri. Erano dunque fondate le critiche dei consiglieri Comunali di Pescara e Città Sant’Angelo e del tutto avulse dalla realtà le giustificazioni accampate dai due sindaci.
Nell’ottobre 2020 il Comune di Pescara ha votato un aggiornamento al Dup che contemplava un atto di indirizzo finalizzato ad attingere risorse da un bando della BEI per sovvenzionare interventi in materia di clima ed economia circolare. Così facendo avrebbe eluso il vincolo del predissesto che pregiudica la possibilità da parte del Comune di contrarre mutui e prestiti per tutti i 10 anni della durata del piano di riequilibrio.
L’intento era quello di finanziare il biodigestore, un impianto per il trattamento dei prodotti assorbenti e la riqualificazione energetica delle scuole.
Il 15 ottobre 2021, un anno dopo quella Delibera, è stato pubblicato il bando PNRR del Ministero della Transizione Ecologica: AVVISO M2C.1.1 I 1.1 – Linea d’Intervento B per “Ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata”, a cui il Comune di Pescara però non ha partecipato in nessuna delle modalità previste.
La data di pubblicazione è tuttavia antecedente di qualche settimana al conseguimento da parte del Comune dei fondi BEI, che sono stati assegnati infatti a novembre 2021 dal Consiglio di amministrazione della Banca Europea degli Investimenti, finanziamento di cui per giunta il Comune ha preso atto solo successivamente, ovvero con la Delibera n. 154 del 4 marzo 2022.
Il fondo Bei costituisce oltretutto una linea di credito non vincolante, cui il Comune può attingere fino a un periodo di 4 anni dalla sottoscrizione, stando a quanto riportato nella Delibera di Giunta appena citata (n. 154/2022): “la sottoscrizione del contratto di prestito con Banca Europea degli Investimenti non comporta per l’Ente alcun obbligo di assunzione dei successivi prestiti nel caso in cui le condizioni di mercato di volta in volta in essere suggeriscano la stipulazione di operazioni di mutuo a condizioni più vantaggiose”. In sostanza, il Comune avrebbe potuto tranquillamente rinunciare a questa linea di finanziamento per il biodigestore nel caso in cui avesse avuto accesso a un contributo a fondo perduto.
L’avviso del Mite prevedeva un fondo di 450 milioni di euro (270 dei quali destinati esclusivamente alle regioni del centro e del sud) ed era rivolto ai seguenti soggetti: gli Ambiti (Ex Ato, dei rifiuti) o i Comuni, i quali avrebbero potuto operare singolarmente o nella Forma Associativa tra Comuni. Nel bando si specificava come i Soggetti Destinatari (Comuni, Associazioni di Comuni o Ato) avessero facoltà di presentare una o più proposte di finanziamento, anche avvalendosi dei gestori incaricati del servizio rifiuti igiene urbana, da loro appositamente delegati ad agire in nome e per conto loro. Vi era anche un’importante distinzione tra soggetti destinatari (Comuni, Associazioni di Comuni o Ato) e soggetti realizzatori: i gestori incaricati del servizio rifiuti igiene urbana o privati mediante lo strumento del project financing.
Come già anticipato, a questo avviso PNRR, per il quale il periodo di presentazione delle istanze intercorreva dal 14 dicembre 2021 al 14 febbraio 2022, il Comune di Pescara ha deciso di non rispondere. E nel corso del dibattito mediatico sulla localizzazione del biodigestore a Piano di Sacco di Città Sant’Angelo sono state addotte giustificazioni di ogni tipo per motivare questa scelta:
- Il Sindaco di Città Sant’Angelo Perazzetti ha dichiarato: “Non è stato possibile utilizzare i fondi del PNRR perché si rendeva necessario un livello di progettazione molto elevato, il Ministero per la transizione ecologica finanzia un solo progetto per ogni regione, e noi non avevamo una sufficiente preparazione”.
- Mentre queste affermazioni del sindaco Masci risalgono al maggio 2022: “Non c’erano le condizioni per inserire il progetto tra i fondi del Pnrr perché sarebbe servito un terreno su Pescara per realizzare l’impianto. Terreno che non c’è. Il fondo della Bei, che basa i suoi finanziamenti proprio sugli investimenti sostenibili, ci permette di ottenere le risorse a un costo bassissimo”. E ancora: “La leva del privato è percorribile, prevista dalla normativa ed è l’unica opzione possibile, che peraltro accelera i tempi. Stiamo facendo questa operazione per abbattere i costi per i cittadini”.
Questa serie di affermazioni è stata del tutto smentita lo scorso 2 dicembre, a seguito della pubblicazione delle graduatorie relative all’avviso PNRR, che dimostrano che il Comune avrebbe potuto:
1) Partecipare anche a titolo individuale (malgrado la complessità di individuare un’area sul territorio comunale in cui collocare il biodigestore) e far realizzare l’impianto ad Ambiente;
2) Accordarsi con Città Sant’Angelo, dove nel frattempo Ambiente aveva acquistato il terreno promuovendo una associazione tra Comuni;
3) Oppure ricalcare l’esempio di Eco.Lan, analogo di Ambiente in Provincia di Chieti, e cioè addivenire ad un accordo di programma ex novo come forma associativa tra i Comuni soci di Ambiente interessati ad aderire.
Nella nostra Regione sono stati finanziati infatti ben tre progetti, smentendo in primis quanto diceva il sindaco di Città Sant’Angelo. Sulla base della graduatoria, il Comune di Teramo si è assicurato la somma di €. 28.104.478,70, il Comune di Cupello €. 20.476.600,00 e per l’appunto, con una specifica modalità di associazione tra Comuni, il nuovo consorzio Ecolan della Provincia di Chieti €. 14.517.411,59.
La mancata partecipazione del Comune di Pescara in forma associata è semplicemente incomprensibile, in quanto si è rinunciato ad un contributo a fondo perduto, preferendo un prestito pari a 15 milioni di risorse Bei, che andrà restituito con annessi relativi tassi d’interesse, che seppur molto convenienti costituiscono un aggravio di costi. Se il Comune di Pescara fosse stato più avveduto, aderendo al bando del Ministero della Transizione ecologica anziché accampare scuse improbabili, avrebbe con grande probabilità ottenuto un finanziamento a fondo perduto e non si sarebbe visto costretto a rendere i 15 milioni destinati alla realizzazione del biodigestore. Forse avrebbe potuto realizzarlo, alla stregua di Cupello, Teramo e i Comuni associati di Ecolan, senza ricorrere ad un project financing, o comunque riducendo fortemente la durata del project e quindi l’investimento privato.
E invece Pescara sarà tenuta a restituire i fondi alla Bei, pagare il canone concessorio al futuro vincitore e pagare ovviamente i conferimenti dei rifiuti. Un’occasione persa che impatterà negativamente sull’abbassamento delle tariffe di conferimento, oltre che, banalmente, sul fatto che l’impianto sarebbe stato da subito di proprietà pubblica, mentre con il combinato disposto del prestito e del project financing lo diventerà dopo 15 anni, quando l’impianto sarà vecchio e probabilmente non più al passo con la moderna tecnologia.
«Andando a memoria, ricordo a fatica decisioni politiche che abbiano prospettato così tanti svantaggi per la collettività – evidenzia Marco Presutti del Gruppo Pd al Comune di Pescara -. È un po’ come se uno avesse la possibilità di accedere al Superbonus ma preferisse in ogni caso ottenere un prestito da una banca a tassi agevolati».
«A noi risulta – afferma Catia Ciavattella del Gruppo Consiliare “Insieme per Città Sant’Angelo” – che la possibilità di stipulare una convenzione, al fine di delegare Ambiente alla presentazione della domanda, fosse stata più volte oggetto di discussione tra Città Sant’Angelo, dove era ubicato il terreno acquistato da Ambiente, e Pescara, che aveva invece il bacino d’utenza. Questo tuttavia, per l’attuale Amministrazione angolana, avrebbe significato farsi promotrice dell’impianto quando in passato invece aveva strenuamente difeso il sito di Piano di Sacco, per cui meglio passare per quelli che la decisione l’hanno subita. In pratica, mentre nelle segrete stanze si lavorava congiuntamente a Pescara per portare avanti il progetto del biodigestore, pubblicamente non si aveva il coraggio di manifestare quest’intesa, tanto da rinunciare a tentare di ottenere i fondi PNRR».
In conclusione, ancora una volta i fatti smentiscono il centrodestra di Pescara e di Città Sant’Angelo. Contrariamente a quanto sostenuto dal Sindaco Perazzetti, i singoli Comuni avevano piena facoltà di partecipare al bando, come dimostrano i finanziamenti ottenuti da Teramo e Cupello. Ed è altrettanto falsa, come testimonia la graduatoria, la dichiarazione del sindaco Masci, secondo cui il prestito era “l’unica opzione possibile, che peraltro accelera i tempi”.
C’è anche un’altra valutazione da fare. Il bando del PNRR obbliga i tre vincitori abruzzesi a contrarre obbligazioni giuridicamente vincolanti entro la data del 31 dicembre 2023, e al tempo stesso la pubblicazione del bando per il project financing da parte di Ambiente sembra ormai essere slittata al 2023. Ciò significa che i tre soggetti potrebbero concludere i lavori (nuovi o di ampliamento) prima di Ambiente. Se in Abruzzo si realizzano altri tre impianti di questo tipo, tra l’altro in tempi più rapidi, chi ci assicura che sia ancora conveniente realizzarne uno ex novo per abbattere i prezzi in Provincia di Pescara?