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Saranno oltre una trentina i figuranti che domani, martedì 1 novembre, faranno rivivere tra le campagne di Villa Raspa di Spoltore, la tradizione de ‘La Tavola dei Morti’, promossa dall’Associazione Fontevecchia, l’evento, ormai entrato nella tradizione, che mira a tramandare gli usi e i costumi tipicamente abruzzesi legati alla ricorrenza di Ognissanti e tutti i Morti. Il programma, con inizio alle ore 19 dall’area antistante la Motorizzazione civile, al confine tra Pescara e il territorio di Spoltore, prevede il racconto-rappresentazione scenica di storie e leggende, miti e consuetudini che il mondo contadino era solito mettere in atto in una notte al tempo stesso magica e dedicata al valore del ricordo, tra sacro e profano.

“L’ambizione della manifestazione – ha ricordato il Presidente dell’Associazione Fontevecchia Luciano Troiano – è ancora una volta quella di trasmettere alle giovami generazioni una parte di realtà che fa parte della storia del nostro territorio. L’ormai popolare Halloween, che pure tanti festeggiano, in realtà non fa parte del nostro patrimonio culturale, né tantomeno della nostra tradizione, ma è un’eredità che abbiamo ricevuto dal mondo anglosassone e che abbiamo sposato in quanto commercialmente valida. Ora, senza demonizzare tale realtà, va però garantita anche la sopravvivenza di quel know how, di quel bagaglio di conoscenze che abbiamo ricevuto tra le memorie dei nostri nonni, dei nostri genitori e che la nostra generazione non può chiudere nel dimenticatoio, ma ha piuttosto il dovere morale di assicurarne la trasmissione e la conservazione, ricordando ai più piccoli, ai bambini, che nella Notte di Ognissanti non c’è nulla di pauroso o spaventoso, non ci sono mostri o spiriti vaganti con volti trasfigurati, ma piuttosto è la notte in cui il mondo dei vivi ha l’illusione di potersi riavvicinare, in un modo mistico, a quello dei vivi senza alcun timore, nella speranza di poter in qualche modo tornare a sentire vicini coloro che ci hanno lasciato e che ci hanno tanto amato, riscoprendo, al tempo stesso, quei riti che affondano le radici lontano nel tempo”.

L’appuntamento con la Tavola dei Morti torna quindi domani, martedì primo novembre: l’evento, completamente gratuito, prenderà il via alle 19, dinanzi alla sede della Motorizzazione civile, con il ‘Racconto dei Luoghi’, riportando alla memoria la leggenda dei cavalieri spagnoli che lasciavano i propri cavalli abbeverarsi alla ‘fonte’ che, secondo le ricostruzioni storiche, doveva trovarsi nell’area oggi occupata dalla rotatoria antistante la motorizzazione stessa. Quindi il cammino prenderà il via lungo il viale delle querce, risalendo il sentiero con alcune pause narrative ciascuna delle quali sarà caratterizzata da un racconto su vicende e personaggi che hanno caratterizzato il Borgo stesso. Lungo la stradina del borgo, alla ‘vutate de lo lope’, si incrocerà la Processione dei Frati Morti, si rivivrà la leggenda duecentesca dei tre Cavalieri vivi che incontrano i Cavalieri morti, e un narratore che racconterà il concetto della Morte nel Medioevo, e accompagnerà i presenti sino all’oliveto dove ci saranno ‘Lu’ Mazzamurille’, spiritello dispettoso abituato a prendersi gioco dei vivi, e la ‘tomba del Cavaliere’. All’ingresso del Borgo Case Troiano ci sarà la rappresentazione scenica della lotta tra la vita e la morte, con i Cavalieri, l’Altare devozionale per le anime del purgatorio, e quindi la visita delle abitazioni con le tavole imbandite per la cena accompagnati dal ‘Cantore di Ognissanti’ e dal suono delle zampogne. “La tradizione vuole infatti – ha spiegato il Presidente Troiano – che in tutte le case contadine, nella notte di passaggio tra il primo e il 2 novembre, si lasciasse la tavola imbandita con tutte le leccornie del pranzo della domenica, dall’antipasto abruzzese alla chitarra all’uovo al sugo al pollo arrosto con le patate e fino al dolce, quale simbolo di accoglienza per le anime dei cari defunti che a mezzanotte in punto sarebbero tornati nelle loro case per un breve passaggio. E sempre la tradizione racconta che, al risveglio al mattino successivo, tutti i piatti che si fossero ritrovati sulla tavola, ovviamente, non sarebbero stati consumati dai presenti, ma sarebbero stati donati ai poveri del borgo, quale ulteriore omaggio devozionale per le anime del Purgatorio”. All’esterno di ogni abitazione ci saranno dei simboli, come il sacchetto di grano, la scopa rovesciata, la bacinella piena d’acqua per ritrovarci il volto dei propri cari, il bastone, la simbologia del ponte delle anime, il teschio romano, le anime pezzentelle e, ogni volta, si scopriranno le ragioni di quelle presenze che affondano le radici nella tradizione abruzzese. Durante la serata sarà possibile rendere omaggio alla Chiesa della Santissima Trinità, situata nel borgo, e che sarà regolarmente aperta: l’ingresso sarà caratterizzato dalla presenza di un ‘Pulcinella abruzzese’, quale trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e, secondo le antiche credenze, il primo che entrerà libererà un’anima del Purgatorio. “E come raccomanda la tradizione – ha ribadito il Presidente Troiano – tutta la manifestazione dovrà inderogabilmente chiudersi intorno alle 23, dunque molto prima della mezzanotte per consentire a tutti di rientrare in casa prima del viaggio delle anime dei defunti, proprio per non intralciare il loro passaggio e cammino spirituale. L’evento, tra l’altro, si concluderà offrendo ai presenti l’assaggio del Grano e del cibo dei Morti”. La manifestazione verrà ripetuta sabato 5 novembre a Napoli, in virtù del gemellaggio esistente tra l’Associazione Fontevecchia e l’Associazione I Sedili di Napoli, con la ‘Processione dei Frati Morti e delle Anime Perse’, ancora una volta ad aprire il ‘Natale lungo partenopeo’.

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