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Col PNRR si annunciano da tempo 3 milioni di euro di interventi sulla Via Vestina, ma al momento non abbiamo visto alcun investimento da parte dell’Amministrazione su questa importantissima arteria, che sembra ormai diventata un’opera di Burri, rattoppata approssimativamente a ogni passaggio della fibra.

Ma l’annoso problema di quello che continua ad essere nei fatti il “chilometro lanciato” non può ridursi alla sola decisione di investire la somma ottenuta sul primo o secondo tratto di strada. Nè possiamo pensare di sottovalutare il problema della velocità sulla via in cui sono ricorrenti incidenti, molti dei quali continuano ad essere mortali, parlando solo di distrazione dei conducenti.

Via Vestina, negli ultimi decenni è diventata una via altamente antropizzata, in cui risiede una consistente fetta della popolazione cittadina, non solo sulle case adiacenti alla strada ma nei diversi complessi residenziali ad essa strettamente collegati; è sede di scuole, tra cui un istituto superiore, un istituto comprensivo, scuola materna, palestre, attività commerciali. Oltre ai diversi mezzi in attraversamento extraurbano provenienti o diretti sulle aree interne, migliaia di persone ogni giorno escono di casa per andare a lavoro, fare la spesa, accompagnare i figli a scuola, raggiungere il centro cittadino e che, se invece di imbracciare il volante, decidessero di utilizzare un altro mezzo a due ruote rischierebbero la loro vita. Personalmente ho sperimentato più volte i pericoli in bicicletta nel percorrerla, legata ai restringimenti, le buche, le auto che ad alta velocità ti tagliano la strada. Urge dunque un ripensamento, che preveda un intervento strutturale col completamento del marciapiede in continuità, rifacimento degli attraversamenti pedonali ben visibili e una pista ciclabile, che consenta a tutti, in particolare ai nostri ragazzi di potersi muovere in sicurezza per raggiungere la scuola, il parco o altri luoghi o alle persone diversamente abili di muoversi senza occupare la carreggiata di marcia, rischiando la loro vita. Tutto questo con conseguenti vantaggi in termini di alleggerimento del traffico, dei tempi di percorrenza, di diminuzione dell’inquinamento atmosferico e di miglioramento della qualità di vita. Ma per rendere efficace e sicuro questo progetto di mobilità multimodale, l’intensificazione dei controlli di velocità rappresenta il primo passo. La velocità, al di là delle ore di punta, è infatti diminuita grazie all’installazione dei due semafori con T-red, uno dei quali in accoglimento ad un nostro emendamento.

L’uso della bicicletta è una tradizione già insita nei montesilvanesi, sin dal dopoguerra quando le due ruote erano mezzo non solo per muoversi ma anche di trasporto. Tuttavia, da allora lo scenario è mutato: poche erano le macchine, diversamente da oggi.

Ricordo che il Ministero delle Infrastutture e trasporti ha emanato lo scorso mese il nuovo piano generale della mobilità ciclistica urbana ed extraurbana (PGMC), che formalizza gli investimenti in ambito urbano, metropolitano ed extraurbano finalizzati alla ciclopedonalità, ridefinendo le politiche nazionali in tema di mobilità e relative infrastrutture nel medio periodo. Pertanto si colga questa opportunità, data dal particolare momento storico, che vede le amministrazioni poter beneficiare di una pioggia di finanziamenti mai visti. D’altronde il progetto Biciplan lo abbiamo già, in eredità della giunta Maragno, che tra le opzioni percorribili per quella strada, prevedeva la riduzione della careggiata di scorrimento e della velocità e la realizzazione di una pista ciclabile, marciapiede e parcheggio da un solo lato.

Per invertire il destino di una via e riqualificarla davvero, non è concepibile annunciare blandi interventi a macchia, ma avere l’ambizione di perseverare scelte coraggiose, iniziando da una pianificazione complessiva della mobilità sostenibile interurbana e altri interventi mirati che inducano un cambio di percezione dei conducenti che percorrono la strada, come attraversamento di un centro urbano e non di una periferia disabitata, di cui i cittadini vedranno i frutti in un futuro prossimo.

Romina Di Costanzo 

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