l Ministero della Finzione Ecologica, non lo possiamo definire altrimenti, nel periodico report sullo stato di avanzamento delle bonifiche nei Siti Nazionali di Bonifiche autocertifica il proprio fallimento, visto che a Bussi a 14 anni dall’istituzione del sito siamo a 0% di acque sotterranee bonificate e 1% di terreni bonificati rispetto ai 236 ettari del sito.
Le tabelle aggiornate a fine giugno 2022 in qualsiasi parte del mondo scatenerebbero un putiferio, sia per gli obiettivi di bonifica mancati sia per una doverosa valutazione sull’efficienza e sull’efficacia di un apparato burocratico molto costoso ma con performance oggettivamente desolanti. Siamo certi che in altri paesi anche la magistratura, compresa quella contabile, accenderebbe un faro su questa situazione incresciosa.
A Bussi dopo quasi tre lustri non sono neanche riusciti a finire di caratterizzare l’area, cioè a descrivere lo stato di contaminazione, fermi al 60% della superficie del SIN. Solo per il 5% dell’area risulta presentato il progetto di bonifica.
Dichiara Augusto De Sanctis del Forum H2O “Di questo passo ci vorranno secoli per avere in Italia e a Bussi le bonifiche complete. In altri paesi hanno risanato intere regioni in 5-10 anni. Quasi tutti i 42 siti nazionali sono nella stessa condizione. L’apparato industriale italiano e le varie multinazionali hanno così gioco facile nel spendere meno o per nulla rispetto alle decine di miliardi di euro che dovrebbero impiegare per risanare i disastri che hanno fatto in giro per l’Italia. Per far rispettare il principio “Chi inquina paga” a Bussi abbiamo dovuto impegnare tutte le nostre forze per anni superando inerzie e ostacoli di ogni tipo: oggi almeno è stato individuato in Edison il responsabile della contaminazione che dovrà operare per le bonifiche. Sono partiti i primi lavori alla discarica Tremonti e a Piano d’Orta. Dobbiamo pure sentirci gratificati dei risultati ottenuti visto che in tanti altri posti i siti sono definiti “orfani” perché non si sa chi ha inquinato. Arriviamo al caso limite del SIN di Piombino, ai cui cittadini diamo la nostra solidarietà, dove adesso vogliono imporre un pericolosissimo rigassificatore su nave di 300 metri direttamente nel porto usato pure dai traghetti a poche centinaia di metri dalle case. Per fare un confronto a Livorno il rigassificatore è in mare a ventidue km dalla costa con un’area di assoluta interdizione per la navigazione per quasi 4 km tutto attorno per motivi di sicurezza. Piombino è sito nazionale per le bonifiche dal 1998. In 24 anni sono al 49% di bonifiche per i terreni e al 4% (quattro) per le acque sotterranee. Uno Stato oggettivamente non credibile adesso pretende di esserlo per un impianto calato dall’altro per giunta con esenzione della Valutazione di Impatto Ambientale. Un cittadino ha scritto nelle osservazioni al progetto “Siamo definiti NIMBY (non nel mio giardino, ndr), non è vero. Il nostro “giardino” è oggi una distesa di discariche colme di ogni tipo di rifiuto del quale non ci è stato permesso di fare accertamenti, discariche abusive; terreni contaminati da metalli pesanti. fabbriche decadenti, aziende chiuse“. Come non comprendere che la vera grande opera in Italia è la bonifica di quello che un tempo era il Belpaese e che non bisogna aggiungere ulteriori scorie con le fossili ma puntare su sole, efficienza e risparmio?”