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Il più importante e longevo appuntamento podistico del centro Italia sta per tornare. Domenica, come da tradizione nella seconda settimana di agosto, la Miglianico Tour taglierà l’eccezionale traguardo delle 51 edizioni: è la Classica per eccellenza del podismo estivo italiano, l’unica kermesse storica che è riuscita a resistere all’usura del tempo e ai problemi economici che hanno cancellato altre corse di prestigio. L’evento abruzzese è stato in grado di resistere anche alla pandemia: nell’estate 2020 si svolse in una versione non competitiva a causa dell’emergenza sanitaria nazionale, ma quell’edizione ha consentito di proseguire una storia ininterrotta che ora supera il mezzo secolo di vita. Tra i punti di forza della gara il tracciato rimasto immutato sui percorsi competitivi di 18 km (2 giri) e di 9 km (1 giro), un cammino in grado di coniugare l’aspetto territoriale a quello tecnico-agonistico: un plus che è sempre stato apprezzato da tutti, atleti in gara e semplici curiosi che ogni anno arrivano a Miglianico per partecipare a quella che è una vera e propria festa dello sport. Il tracciato è costellato da continui “mangia e bevi”, è veloce in alcuni punti e tecnico in altri al fine di offrire al pubblico e agli appassionati una gara spettacolare e, al tempo stesso, una competizione di elevato spessore agonistico. L’idea della Miglianico Tour nacque alla fine degli anni sessanta nel periodo in cui gli italiani stavano scoprendo la passione per le camminate e le corse all’aria aperta, in montagna e nei parchi cittadini. I pionieri furono Roberto Terenzio e Renato Cepparo che pensarono di organizzare marce non competitive e di creare un’associazione sportiva per aggregare gli amatori in Italia. Ciò diede lo spunto per programmare una manifestazione a carattere non competitivo: la prima edizione si svolse l’8 settembre 1971 e fu il primo evento podistico in Abruzzo ed uno dei primissimi in Italia, non organizzato dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera, su distanze superiori ai 15 km. Nel 1972 Terenzio costituì il Gruppo Sportivo ADES che curò le successive edizioni e che nel 1976, al termine della sesta, affidò a Nicola Mincone tutti i compiti organizzativi. Di spessore l’albo d’oro, dove spiccano i nomi di Orlando Pizzolato, Salvatore Bettiol, Stefano Baldini e Alberico Di Cecco. Il record del percorso (gara competitiva di 18 km) appartiene al kenyota Philip Sanga tra gli uomini (51’11” nel 2006) e al femminile è detenuto dall’algerina Souad Ait Salim (58’26”, sempre nel 2006).