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Onorevole Ministro Lamorgese,

il gravissimo fatto di sangue che si è verificato a Pescara il I ago- sto u.s., con un’efferata sparatoria in un bar in una delle più tranquille zone della città con un morto e un ferito grave, impone una ponderata riflessione e una rapida reazione delle istituzioni che deve andare ben oltre la condanna, lo sconcerto e il dolore.

Quanto accaduto non appartiene, per vissuto e per consolidata tradizione, alla storia cittadina né tanto meno alla sua comunità generalmente e diffusamente laboriosa, onesta, alacre e solidale.

L’Amministrazione comunale è impegnata attivamente e fattiva- mente sul versante della sicurezza, reale e percepita, ma non possiede né le competenze specifiche per materia né, quindi, la titolarità che fa capo al Suo ministero per una più diffusa capillarità applicativa dei concetti di safety (dispositivi e misure strutturali a salvaguardia dell’incolumità delle persone) e di security (servizi di ordine e sicurezza pubblica).

Come Sindaco ho più volte sollecitato l’attenzione degli organismi competenti a tenere alta la soglia dell’attenzione per impedire infiltrazioni della criminalità organizzata e tracimazioni di quella comune, proprio con la finalità di mantenere la coesione sociale e il senso di appartenenza nel segno dell’onestà.

Mi sono sempre sentito opporre le carenze di personale e di risorse, ostative rispetto a un più concreto e capillare controllo del territorio che sia tanto “visivo” quanto effettivo. Attorno agli elementi delle competenze, delle responsabilità e della prevenzione ruotano il presente e il futuro di Pescara, una città che nella bella stagione triplica le presenze, e che vive giorno e notte per le sue offerte di intrattenimento, culturali e di eventi.

Il Sindaco, nonostante sia sempre e comunque il terminale delle istanze dei cittadini, non possiede il potere e le facoltà di una supervisione totale e impermeabile in materia di sicurezza, per quanto in capo a esso sussista il dovere morale di fornire risposte attraverso i canali istituzionali, per ricondurre persino l’emotività entro criteri oggettivi che fanno parte del bagaglio irrinunciabile della buona amministrazione e dei buoni amministratori.

Confidando nella Sua sensibilità Le chiedo pertanto, nella pienezza del Suo ruolo, un’attenzione particolare e sollecito un Suo intervento in tempi brevi per recepire le pressanti sollecitazioni che arrivano dal territorio e di cui sono convinto sostenitore, nella certezza che Lei vorrà a sua volta dimostrare la presenza e l’autorità dello Stato lì dove i suoi cardini giuri- dici ed etici vengono messi in forse.

Voglia gradire i miei più distinti saluti