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“Una bocciatura su tutta la linea” questo è il giudizio del Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari sulla gestione della sanità pubblica in Abruzzo nell’era del centrodestra. A sentire le parole pronunciate questa mattina, nella conferenza stampa tenuta davanti al nuovo Pronto soccorso di Pescara, il personale e le strumentazioni sono carenti, i disservizi sono tanti, gli sprechi e i dubbi su un’accurata gestione delle risorse ancora di più. E in questo difficile scenario il Covid torna a far paura: salgono i contagi, anche tra il personale, e il servizio all’utenza è appeso a un filo.
“Non posso che bocciare la gestione del centrodestra – afferma Pettinari – sono i fatti che parlano. Dopo un solo anno di attività la Pet Tac dell’Ospedale di Pescara si è rotta, procurando un enorme danno a migliaia di pazienti oncologici che utilizzano questo indispensabile esame diagnostico. Un danno enorme perché le visite, per la rilevazione e il monitoraggio dei tumori, sono state rinviate a data da destinarsi, lasciando nel caos pazienti e personale. Una vera e propria beffa se si pensa che per anni la Pet Tac è stata presa in affitto da un’azienda esterna e adesso, dopo che finalmente è stato acquistato un macchinario di proprietà, a soli due mesi dal termine della  garanzia si rompe, costringendo la Asl a stipulare un affidamento diretto per la sostituzione di un pezzo che costerebbe circa 20 mila euro. E’ incomprensibile la scelta di non estendere la garanzia per due anni, soprattutto se si pensa che è una prassi consolidata anche quando si compra un semplice televisore; e ancor più è incomprensibile perché non sia stato stipulato un contratto di manutenzione ordinaria al momento dell’acquisto. Ora sembra, probabilmente anche grazie ai nostri numerosi interventi, che il macchinario proprio ieri sia stato aggiustato. Adesso bisogna immediatamente ricominciare a eseguire gli esami. E sarebbe anche il caso di chiedere scusa a tutti coloro che hanno subito i disagi legati a questo increscioso episodio. Queste – continua Pettinari –  sono solo alcune delle perplessità che ci poniamo sulla pessima gestione che la Asl e la Regione Abruzzo, che ricordiamolo delle Asl ha il controllo e il potere di indirizzo, hanno della sanità pubblica.
Dai giorni scorsi, per esempio, ci arrivano decine e decine di segnalazioni da personale e cittadini preoccupati perché, anche in ospedale, si registra un aumento dei pazienti ricoverati per altre patologie ma positivi al Covid, particolarmente in medicina e geriatria. Questi pazienti, però, a quanto pare non vengono portati nell’Ospedale preposto, pagato milioni di euro, ma sono lasciati in un’ala del reparto di ricovero. Una scelta incomprensibile che costringe il personale a lavorare tra zone sporche e pulite dello stesso reparto.  Questa promiscuità potrebbe essere anche la causa dell’aumento dei contagi che sta investendo il personale sanitario.
Alcune sigle sindacali affermano che circa il  30% del personale in servizio in tutta la Asl ha già contratto il virus. Una notizia disarmante se pensiamo alla cronica carenza di medici, infermieri e OSS che caratterizza il sistema sanitario in provincia di Pescara.
Nel reparto di medicina e geriatria, ma in generale in tutto l’Ospedale di Pescara, il personale è già sotto organico e costretto a turni massacranti. Ora che con l’avvicinarsi dell’estate c’è da gestire il piano ferie, se dovessero risultare troppi i casi positivi, sarebbe davvero una situazione critica da gestire. Le ferie sono un diritto sacrosanto per garantire un personale in buona forma psicofisica, soprattutto per quelle figure professionali come medici, infermieri e OSS che portano sulle spalle due anni di pandemia passati a combattere in prima linea l’emergenza sanitaria.


Anche il reparto Dialisi è fortemente sotto organico: ci sono almeno 5 infermieri in meno di quelli che servirebbero a far funzionare il servizio a pieno regime. Per non parlare del Pronto Soccorso che, come è noto anche dalla cronaca locale, ha più di un problema. Sono addirittura arrivato a incatenarmi per costringere chi è nelle stanze di comando ad agire per risollevare la situazione, ma niente è stato fatto. A questo punto mi chiedo se il problema risieda nell’incapacità  o nella mancanza di volontà politica. Come si può sperare di risollevare il punto di emergenza del Santo spirito approvando, per esempio, il  Piano di gestione del sovraccarico dei Pronto Soccorso con tre anni di ritardo? Se non fosse una situazione drammatica farebbe sorridere l’esultanza con cui sono state annunciate le Linee di indirizzo per la gestione del sovraffollamento nelle strutture di Pronto Soccorso. Un documento che è stato deliberato dalla Regione Abruzzo solo  l’11 luglio 2022, mentre le Linee guida nazionali a cui si rifà sono state approvate, nella Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni, già il  1 agosto 2019 e le Regioni avrebbero dovuto applicarlo entro 6 mesi da quella data. In Abruzzo, quindi,  aspettano tre anni per adottarlo, anzi tre secoli, se pensiamo che il 2019 è un anno pre-pandemia e che da allora tutto è cambiato in modo radicale.
La verità in questo mare di disservizi – incalza Pettinari – è che stanno di fatto costringendo i nostri medici, infermieri e OSS a lavorare in sovraccarico, con condizioni estreme, senza certezza delle ferie, esposti ai contagi e, come se questo non bastasse, non riconoscendo loro neanche tutte le spettanze dovute. A quanto pare, infatti, il personale sanitario della Asl di Pescara non riceverà a luglio l’indennità di produzione a cui avrebbe avuto diritto. Inoltre più di 300 contratti, di personale sanitario di vario genere, sono in scadenza a fine luglio. A quanto apprendiamo la Asl di Pescara, a differenza di quanto accaduto nelle altre aziende sanitarie abruzzesi che hanno rinnovato i contratti fino alla fine del 2022,  ha prorogato i contratti solo per un mese.  Un ennesimo schiaffo a chi con grande professionalità continua a sopperire alle carenze della gestione della sanità a firma centrodestra che, ormai è chiaro, fa acqua da tutte le parti.
A tutto questo si aggiunge una medicina territoriale non adeguatamente valorizzata, che non è in grado di smaltire gli accessi nelle strutture ospedaliere e gli Ospedali di Penne e Popoli, depauperati di servizi, personale e strumentazione,  costringendo così tanti cittadini delle aree interne a rivolgersi all’ospedale di Pescara che ormai è al collasso. Basterebbe la metà di quello che è elencato in queste righe per far dimettere l’Assessore alla Sanità e il Presidente di Regione  Abruzzo, evidentemente, non in grado di gestire il servizio sanitario del nostro territorio” conclude.