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Bussi. Il disatro c’è ma è prescrivibile

“La sentenza ha una struttura imponente, diretta conseguenza dalla gravita’ del fatto e delle imputazioni. A una prima sommaria lettura non sembrano smentiti gli elementi fattuali gia’ sottolineati dalla pubblica accusa e ribaditi dalle parti civili”. Questo il primo commento rilasciato dall’avvocato del Wwf Tommaso Navarra e dal delegato regionale abruzzese della stessa associazione ambientalista Luciano Di Tizio, relativamente alla sentenza del processo sulla mega discarica di Bussi. Degli stessi elementi “Si e’ inteso una diversa interpretazione in ordine alla cui fondatezza o meno ci riserviamo ogni migliore approfondimento. Del resto – affermano in una nota congiunta Navarra e Di Tizio – l’articolazione delle 190 pagine in 22 diversi paragrafi e in oltre 250 note impone una doverosa cautela, nella ferma convinzione, comunque, che l’accertamento giudiziale oggi formatosi non smentisce alla radice gli assunti ambientali di disastro, causato dall’uomo, di cui eravamo e siamo tuttora convinti. Tutto questo indipendentemente dalle responsabilita’ personali soggettive ipotizzate o ipotizzabili e comunque non necessariamente condotte a giudizio, laddove non si cercavano capri espiatori ma un pronunciamento di giustizia”.