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L’evanescenza della memoria di un popolo, delle sue liturgie, della sua storia incontra mani ispirate, pronte a rinsaldarne la trama e a tessere l’auspicio e la prospettiva di future ritualità, sempre a partire dal filo ancestrale della natura. Il progetto della mostra all’interno del Museo delle Genti d’Abruzzo nasce in una cornice di ricerca sul territorio attraverso il dialogo dell’artista Daniela d’Arielli con gli scritti di Antonio De Nino – insigne demoantropologo e storico abruzzese nonchè collaboratore di Gabriele d’Annunzio nella stesura di alcune tragedie – e nell’ambito di un progetto pluriennale con Pollinaria, centro di residenza artistica attivo nell’Abruzzo rurale. Le sale del Museo ospiteranno un’opera site-specific, una lunga tela adagiata lungo le finestre del bagno borbonico ricamata con disegni e testi tratti dall’opera “Usi e Costumi Abruzzesi” di Antonio De Nino. Come un antico talismano da decifrare o la rete di un pescatore in attesa di essere rammendata, la tela si rivela nel corridoio del Museo, l’antico cammino di ronda, in uno spazio di passaggio e di comunicazione tra l’interno, ricco di testimonianze del passato, e l’esterno, dove scorrono il nostro presente e il fiume Pescara in continuo movimento.

All’interno delle sale, nel giorno dell’inaugurazione, la violoncellista Flavia Massimo e la violinista Valeria Vadini suoneranno dal vivo composizioni realizzate su suggerimento degli stessi testi di Antonio De Nino. L’arpista Valentina Locci, visibile dall’interno del museo, suonerà invece all’esterno, sulla sponda nord del fiume. Delle narratrici si aggireranno dentro e fuori il museo per evidenziare e rendere più vivo il rapporto tra interno ed esterno, dimensioni temporali lontane ma interconnesse, oralità e testi scritti nella ricerca di una continuità con i nostri riti e le nostre tradizioni. I suoni verranno registrati e resteranno udibili all’interno delle sale anche nei mesi successivi all’inaugurazione grazie all’ausilio di piccoli dispositivi audio installati all’interno delle sale stesse. L’evento inaugurale della mostra coinvolgerà entrambe le sponde del fiume, lì dove scorre la vita e dov’era il nucleo primigenio della città di Pescara, in un contesto dinamico dove l’arte porta il vessillo dell’identità e del rinnovamento.

“Un lavoro sulla memoria di grande forza evocativa – sottolinea la direttrice della Fondazione Genti d’Abruzzo Letizia Lizza – che si fonde perfettamente con gli scopi di custodia, conservazione e divulgazione del nostro museo. La personale di Daniela d’Arielli non è solo il contributo di un’artista alla crescita del territorio in cui vive e lavora, ma una costruzione culturale di altissimo livello che riannoda la Pescara di oggi alla suggestione di tradizioni mai dimenticate”.

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