Trenta opere e due installazioni per una mostra che evoca emozioni, ricordi di esperienze in Paesi lontani, nostalgie e scelte che guardano al futuro. “Cocci: la mia raccolta” è la personale di Lorena Ulpiani che sarà inaugurata sabato 2 luglio, alle 19,30, presente la pittrice, nello Spazio Arte del Museo delle Genti d’Abruzzo, in via delle Caserme a Pescara.
Sono olii, disegni e qualche affresco che pur radicandosi nell’astrattismo europeo del ‘900, si connettono più o meno timidamente a cromie latine, a gestualità statunitensi, fino a spazialità asiatiche. Contaminazioni maturate in corrispondenze e laboratori con maestri da Seul a Città del Messico.
Le emozioni che vibrano nelle sue opere vanno dal silenzio del Grande Nord (Quebec), dove la pittrice ha lavorato per il popolo nativo dei Cree, a quello del Tibet, alla drammaticità caotica della New York del “Ground Zero”.
Profondità che recano echi di grandi amori come le locomotive a vapore, il jazz e la fisica quantistica. “L’incertezza in cui siamo immersi, la nostra precarietà, sospesa sull’abisso dell’immensità di ciò che non sappiamo, non rende la vita insensata: la rende preziosa – sottolinea la pittrice, usando le parole di Carlo Rovelli (da La realtà non è come ci appare) – C’è un momento in cui, ciascuno raccoglie i propri “cocci”: sono trasformazioni, sono crepe dalle quali entra la luce, citando Leonard Cohen; o possono essere la bellezza della tecnica Kintsugi”.
Sono parte del progetto anche due installazioni e una serie di “appunti” su piccole tavolette.
“Cocci, non è un’antologica – sottolinea il curatore, Pierluigi Gentilini, scherzando sul titolo, volutamente ironico – la mostra è un viaggio emozionale nei passaggi che hanno inciso i nervi del vivere, anche sociale, diventato colore e parola”.
“Continua la nostra ricerca per portare a Pescara autrici e autori contemporanei di particolare interesse – afferma la direttrice della Fondazione Genti d’Abruzzo Letizia Lizza – le opere di Lorena Ulpiani guardano la profondità del presente, fanno emergere le emozioni attraverso un uso importante della tecnica e del colore. Dialogano con la grande tradizione ospitata nelle altre sale del nostro museo”.
La mostra rimarrà aperta fino al 17 luglio: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 14; sabato dalle 18 alle 21.