Questa mattina, nel pieno esercizio delle mie funzioni di Consigliere regionale, mi sono nuovamente recato in visita ispettiva all’ospedale San Massimo di Penne. Accompagnato dalla direttrice del presidio Lara Costanzi, che mi ha accolto con estremo garbo e disponibilità, ho effettuato un sopralluogo nel terzo piano del vecchio padiglione, che prima ospitava l’AFO Chirurgica (Area Funzionale Omogenea). Interamente ristrutturato nel 2021, sarebbe in grado da mesi di accogliere 20 posti letto, ma al momento i locali sono inutilizzati. Nel frattempo il reparto di chirurgia è stato trasferito al quarto piano, che è in grado di ospitare solo 18 pazienti in stanze di degenza decisamente più anguste e meno funzionali di quelle di cui disponevano in precedenza.
Discorso simile per il reparto di Medicina, situato invece nel nuovo blocco, che può contare su una disponibilità di 20 posti letto al primo piano e potrebbe accoglierne altrettanti al piano superiore, chiuso nelle prime settimane di pandemia all’emergere dei primi casi di positività e successivamente riammodernato, ritinteggiato e climatizzato. Anche in questo caso gli interventi sono terminati nel 2021 e da allora gli spazi non sono mai entrati in funzione. Si è perso di fatto un anno e mi auguro che la mia visita possa servire da sprone affinché non si perda altro tempo.
Riassumendo, il nosocomio di Penne, che può contare al momento su un totale di 40 posti letto, potrebbe di fatto raddoppiare la propria capienza. Il nodo è senza dubbio la carenza di personale: per ciascuna ala infatti occorre assumere almeno 5 medici e 10-12 infermieri. Per questi ultimi, tra l’altro, il concorso è stato già espletato e si potrebbe attingere dalle graduatorie, ma prima è necessario operare delle scelte allo scopo di migliorare le condizioni degli altri reparti e della sanità vestina.
È triste constatare come gli investimenti realizzati tardino ad apportare benefici alla collettività, parliamo infatti di 40 posti letto aggiuntivi che sarebbero determinanti per l’area vestina e l’intero territorio provinciale. Vogliamo spronare l’amministrazione regionale e la Asl a prendere una decisione. Che programmi hanno per questi spazi riqualificati e fermi da mesi? Quali tempistiche si prevedono e con quali procedure si provvederà al reperimento del personale necessario?
Altro problema riscontrato è la cronica carenza di organico del Pronto Soccorso del San Massimo, che si regge sull’encomiabile abnegazione di 4 medici, di cui uno in quiescenza ma rientrato in servizio, mentre al fine di un’agevole ed efficiente ripartizione dei turni i medici dovrebbero essere 7. Per altro anche il primario è prossimo alla pensione. Le istituzioni devono attivarsi affinché questo Pronto Soccorso possa tornare ad essere funzionale per l’intero comprensorio pescarese, alleviando la pressione sul Santo Spirito e gli altri nosocomi, specie nell’ottica dell’entrata in funzione, a breve, della centrale unica di smistamento del 118. In un momento in cui si chiede alla cittadinanza di recarsi al PS di Penne per determinate patologie, mantenerlo in funzione solo con lo spirito di servizio dei pochi medici impiegati è in alcuni casi illogico e anche pericoloso.