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“Il dibattito su corso Vittorio non può essere ridotto al solo quesito strada chiusa o aperta, ma va ricondotto a una progettualità più ampia, capace di trasformare quell’idea in una opportunità di sviluppo. La riqualificazione del corso operata dalla giunta Mascia e dal mio assessorato alla riqualificazione urbana, aveva infatti previsto una valida alternativa di viabilità, appena adiacente il corso, la cosiddetta ‘controstrada’ che lambiva gli edifici di corso Vittorio senza intersezioni, e consentiva in pochissimi minuti di attraversare la città, parcheggiare facilmente nell’Area di Risulta e restituire dignità e vivibilità ad una strada che era diventata invivibile, per caos, smog, e dissesto. Purtroppo quel progetto, straordinario anche sotto il profilo estetico, è naufragato sotto i colpi di opposizioni preconcette e pregiudiziali, mentre il suo unico vizio, probabilmente, è quello di essere stato realizzato a fine mandato, dunque la città non ha avuto il tempo necessario per metabolizzare l’intervento e comprenderne la bontà e utilità”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio comunale di Pescara Berardino Fiorilli, intervenendo nella querelle ripartita in merito all’ipotesi di una nuova parziale chiusura al traffico di corso Vittorio nei fine settimana.

“La verità è che oggi quella strada è un ibrido – ha detto il vicepresidente Fiorilli -, con la pavimentazione rovinata da un uso improprio, una organizzazione non adatta al transito e senza alcuna vocazione, le hanno tolto l’anima che aveva guidato il progetto. Ma soprattutto non è possibile pensare semplicemente di togliere le auto, occorre studiare la mobilità del quartiere nel suo complesso. Quindi se oggi si volesse davvero pensare di chiuderla di nuovo al traffico è necessario avere il coraggio di prevedere una alternativa valida di viabilità ma allo stesso tempo almeno un refresh della sua riqualificazione. Quella idea di città, che ho ereditato da un processo avviato anni prima, ma in cui credevo e credo convintamente, ha un respiro più ampio, un’idea più profonda di vera riqualificazione urbana che non può essere ridotta a mero dibattito sulla chiusura della strada, non avrebbe alcun senso. Ci vuole coraggio a portare avanti quelle scelte sapendo di mettere anche a rischio il proprio consenso elettorale o popolare. Il dibattito, nei soli termini di chiusura o apertura al traffico è sterile, perché in entrambi i casi, rebus sic stantibus, non avremmo fatto alcuna scelta ma veramente ci limiteremmo a cambiare cartelli stradali a colpi di ordinanze, confondendo cittadini e automobilisti in generale. Se davvero si vuole ‘riprendere il discorso’, il dibattito deve interessare necessariamente anche la filovia e comunque i mezzi di mobilità alternativa e sostenibili, l’asse viario sostitutivo, e ancora il prolungamento della riqualificazione di Corso Vittorio verso nord e verso sud”.

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