“Siamo stanchi di slogan, promesse, nastri tagliati e propaganda quando lo stato di arretratezza in cui versa la sanità abruzzese è sotto gli occhi di tutti. Nella Asl di Pescara in particolare ci troviamo davanti a un vero disastro con il Pronto Soccorso del Santo Spirito che scoppia, gli ospedali di Penne e Popoli depauperati di servizi e personale, le liste d’attesa diventate un cammino della speranza per tanti abruzzesi. Tutto aggravato da una carenza cronica di personale e da una strumentazione vecchia e obsoleta nei distretti sanitari di base. Il risultato è che tanti cittadini vanno a curarsi altrove o addirittura rinunciano alle cure. Oggi siamo qui a manifestare il nostro dissenso a una gestione fallimentare del centrodestra incapace di indirizzare le Asl e di programmare e ottimizzare le risorse”. Sono queste le parole del Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che oggi davanti all’Ospedale di Pescara con una rappresentanza di cittadini ha tenuto una conferenza stampa per riportare una fotografia del servizio sanitario locale.
“Basta prendere una voce a caso per capire quanto sia al limite la situazione nella Asl pescarese. Pronto Soccorso di Pescara? Milioni di euro, nastri tagliati e grandi operazioni di marketing. Ma poi nella realtà pazienti che attendono anche due giorni sulle barelle, personale al limite e ingolfamenti che hanno costretto il Primario di reparto, più di una volta, a chiudere il primo punto di emergenza urgenza dell’Ospedale. È chiaro a tutti che mancano i medici a fronte dei troppi accessi. Ma invece di intervenire come abbiamo chiesto più volte, ovvero attraverso incentivi economici e riconoscimenti curriculari per attrarre i medici a prestare servizio nel PS o attraverso lo strumento del precetto da altri reparti o addirittura utilizzando i medici che hanno sottoscritto il contratto nel periodo covid in cui è prevista una clausola di servizio in altri reparti, si preferisce rimanere fermi mentre tutto va a rotoli. Un problema grave del pronto soccorso è sicuramente quello degli accessi inappropriati, ma perché questo avviene? Perché la medicina territoriale non funziona. Sono anni che denuncio l’assenza di personale, strumentazione e ottimizzazione nei distretti sanitari. Non è bastata la Pandemia a far capire al centrodestra che pensare la sanità pubblica come un sistema a compartimenti stagni è un approccio fallimentare e non risolutivo. La pandemia ha messo in luce un sistema fragile: pensiamo anche agli OSS che nel pieno dell’emergenza hanno prestato servizio nell’Ospedale di Pescara e poi sono stati lasciati in mezzo alla strada e mai reintegrati, nonostante la possibilità di farlo, se solo ci fosse stata la volontà politica. Altro grave strascico dalla pandemia sono le prestazioni sanitarie sospese che non sono mai state riprogrammate e che continuano a pesare come una spada di Damocle sulle liste d’attesa già lunghissime.
Quello del centrodestra è un approccio che svilisce i servizi offerti al paziente e lede la dignità di chi deve essere curato. Ed è in quest’ottica che il depotenziamento lineare dei presidi di Penne e Popoli gioca un duro colpo alla Asl di Pescara. A Penne da tantissimo tempo assistiamo solo a propaganda e promesse di chi governa la Regione, ma di fatti se ne sono visti ben pochi. L’Ospedale San Massimo deve riacquistare autonomia giuridica, funzionale ed economica senza dipendere dal presidio di Pescara. Ci sono reparti interi che sono stati chiusi per assenza di personale e i pochi professionisti rimasti devono fare i conti con carenze strutturali e strumentazioni obsolete. Non va meglio nel presidio di Popoli che continua a perdere personale, servizi e posti letto, come ho più volte denunciato anche nei giorni scorsi. Questi due Ospedali non devono assolutamente essere abbandonati poiché sono indispensabili anche al buon funzionamento del nosocomio pescarese. Infatti, ottimizzando queste strutture, gli utenti della Val Pescara e della zona vestina non sarebbero più costretti a recarsi a Pescara ma potrebbero essere serviti nel proprio ospedale territoriale. Purtroppo la strada intrapresa dal centrodestra va proprio nella direzione opposta: si continua ad applicare una sistematica riduzione dei servizi e del personale.
L’ultima in ordine di tempo riguarda la UOS di Terapia Intensiva Post Operatoria del Presidio Ospedaliero di Penne che sarebbe eliminata perché fusa con quella di Popoli spostandola di fatto, con la giustificazione della “riorganizzazione”, a una struttura semplice del Presidio Ospedaliero di Pescara all’interno della UOC Terapia Intensiva ed Anestesiologica. In questo modo non solo sarà eliminato il servizio a Penne ma sarà anche ricollocato l’attuale Dirigente Responsabile della UOS da sopprimere a Pescara. Una scelta inaccettabile messa nera su bianco dalla delibera 690 della Asl di Pescara e che mette in luce una volontà politica ben definita e che sembra proprio puntare alla riduzione al minimo dei servizi accentrando tutto a Pescara senza però dotare l’ospedale Santo Spirito degli strumenti necessari a gestire le esigenze di un’intera provincia.
Siamo al caos totale. Io torno a chiedere che il centrodestra faccia il proprio dovere: potenziate i presidi di Penne e Popoli, riaprite i reparti, assegnate medici, infermieri, Oss, fornite apparecchiature migliori di quelle obsolete presenti adesso nei distretti sanitari. Bisogna potenziare anche la medicina territoriale, non a parole e quando fa comodo per fare propaganda, ma con i fatti. Basti pensare che ci sono intere aree della Val Pescara in cui mancano i medici di base e addirittura i pediatri. E questo non è più accettabile Anche i distretti sanitari e le guardie mediche fanno la differenza per i casi più lievi e bisogna assolutamente ridare dignità a questi presidi di salute. È arrivato il momento che il Presidente Marsilio e l’Assessore Verì guardino in faccia la realtà. Io non mi fermerò mai nelle mie battaglie e continuerò a portare avanti le mie denunce al fianco degli abruzzesi”, conclude.