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Chieti ha aderito al 2° Rapporto sulle città intermedie d’Italia, anche quest’anno ideato e curato dall’ Associazione Mecenate 90, per dar voce a tante realtà cittadine italiane collocate tra aree metropolitane e zone interne, ma sin troppo spesso dimenticate anche a livello amministrativo. Un ingresso promosso dal lavoro del consigliere comunale Edoardo Raimondi, motore nei contatti fra le due istituzioni.

“Per la città è un’opportunità che sicuramente faremo crescere – il commento del sindaco Diego Ferrara e dell’assessore alle Politiche Europee e Ambiente Chiara Zappalorto – Chieti è oggi l’unica realtà abruzzese a entrare in un circuito nazionale aperto al futuro, fatto di progetti, risorse, professionalità pronte ad aiutare per ridisegnare i territori. Stiamo lavorando insieme e costruiremo sicuramente opportunità concrete soprattutto destinate ai giovani e che abbiano in seno i semi della città del futuro”.

“Un’opportunità che ho voluto cogliere e seguire sin dall’inizio, quando qualche mese fa mi incontrai con il presidente Ledo Prato per iniziare a discutere proprio del futuro, attraverso la forza della competenza, della cultura, dell’apertura mentale – così il consigliere Edoardo Raimondi – Qualche giorno fa, quindi, i lavori si sono aperti con la prima riunione nazionale seguita dall’instancabile assessore Chiara Zappalorto. Siamo pronti per questa proficua avventura. E per accogliere ricercatori e studiosi che, sul campo, ci aiuteranno a cogliere ulteriori opportunità per un territorio che va pian piano ripensato e proiettato verso l’avvenire. Chieti non può restare ancora con le mani in mano, mentre tutto il resto del mondo si trasforma. L’Italia policentrica è la prospettiva concreta in cui la nostra città può inserirsi in modo efficace, utile, con il giusto protagonismo. Il primo rapporto uscito per Franco Angeli rivela che i cambiamenti demografici, istituzionali ed economici stanno ridisegnando le dinamiche sociali e spingono verso una nuova stagione di politiche territoriali da cui partire per interpretare nuove geografie. A questo punto è più che indispensabile capire come le città intermedie si attrezzano rispetto alle sfide prodotte da tali processi, quali traiettorie perseguono e quali sistemi di governance stanno costruendo. Tutto questo cercheremo di capirlo e metterlo a frutto in questo percorso che si è appena avviato”.