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Il Consiglio regionale del 3 maggio ci è servito per mostrare quale attenzione riserva il centrodestra a medici, infermieri e operatori sanitari tutti, che hanno dovuto affrontare la pandemia degli ultimi due anni.

Con una risoluzione a firma del PD avevamo chiesto a febbraio che la Commissione V si occupasse di prendere alcuni impegni nei confronti del mondo infermieristico e degli operatori sanitari.

La pandemia ha travolto in pieno gli operatori sanitari e gli infermieri che con scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro, carenze di personale, si sacrificano per salvare le vite dei cittadini e, attraverso il loro lavoro, sostengono la ripresa economica del paese e favoriscono la difesa delle libertà, senza nessun riconoscimento economico.

La Commissione non ha mai calendarizzato la discussione di questa risoluzione e così il 3 maggio 2022 la stessa è stata inserita all’ordine del giorno in Consiglio regionale, ma al momento di approvarla il centrodestra ha votato contro senza fornire alcun chiarimento sulle motivazioni di questa scelta politica che si scontra con tutte le manifestazioni espresse, solo a parole, da esponenti della maggioranza a sostegno del mondo infermieristico.

Ironia della sorte, poi, dopo aver votato contro la risoluzione, il giorno successivo, in Ospedale il Sindaco Masci e l’assessore regionale alla sanità Verì si fanno fotografare nella bella manifestazione organizzata dal Rotary che ha apposto una targa in ricordo degli operatori sanitari che si sono sacrificati e che ancora si sacrificano nella lotta contro il Covid 19.

La risoluzione impegnava la Giunta regionale a far sentire la propria voce al fianco delle altre Regioni nella Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome al fine di trovare azioni e soluzioni utili per:

1)      adeguare e uniformare gli stipendi del personale infermieristico e delle professioni sanitarie a quelli europei;

2)      stabilizzare il personale del ruolo sanitario e degli operatori sociosanitari precario, come previsto dalla legge finanziaria, all’interno dei tetti di spesa previsti dal MEF;

3)      ad attivarsi presso il Governo affinché sia valutato il superamento del vincolo di esclusività per la professione infermieristica, in un percorso di valorizzazione complessiva della figura infermieristica;

4)      ad attivarsi presso il Governo affinché sia valorizzata la figura professionale dell’infermiere anche nell’ambito della didattica universitaria, al fine di sviluppare opportunità di crescita professionale e di carriera, in funzione di un accresciuto ruolo dell’infermiere specializzato;

5)      a definire un percorso al fine di individuare forme di incentivazione economica regionale per il personale infermieristico e delle professioni sanitarie per una reale e meritoria valorizzazione salariale e professionale.

L’OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) denuncia una carenza in Abruzzo di circa 1759 figure professionali e questo deficit è oramai cronico.

La situazione emergenziale ha ulteriormente acuito le difficoltà di un sistema già in crisi e, sin dal manifestarsi della pandemia, si è resa evidente la carenza di personale sanitario necessario non solo per affrontare l’emergenza sanitaria, ma anche per garantire i livelli essenziali di assistenza.

In Italia un infermiere guadagna mediamente 27.382 euro l’anno, contro i 32.092 della Francia, i 34.212 della Spagna, gli oltre 45mila euro della Germania, i 48.167 dell’Irlanda e i 91.290 mila euro del Lussemburgo. Gli ultimi dati OCSE (relativi al 2019) evidenziano una forte disomogeneità tra gli stipendi di infermieri in Europa (ma anche oltreoceano) e vedono l’Italia agli ultimi posti della classifica. Dopo di noi ci sono solo Grecia (19.067 euro) ed Estonia (16.653 euro).

In questa situazione al personale infermieristico spetterebbe l’erogazione dell’indennità di cui all’articolo 1, comma 409, della legge 30 dicembre 2020 n. 178, che però attualmente è subordinata al rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019-2021 del comparto sanità la cui conclusione va velocizzata. La Regione Valle d’Aosta non ha atteso e per il triennio 2022-2024, ha stanziato un’indennità che ammonta a euro 350 lordi mensili aggiuntivi per il personale infermieristico.

C’è un aggravante, per quanto la situazione sia già grave di per sè. Altri Consigli regionali, sollecitati dalle organizzazioni delle professioni infermieristiche, hanno già votato questa identica risoluzione. Parliamo della Lombardia il 1 febbraio e del Veneto il 4 aprile, ad esempio, amministrate dalle stesse forze politiche che amministrano l’Abruzzo. Addirittura promotore in Veneto è stata la Lega, che qui in Abruzzo ha l’Assessore alla sanità dello stesso partito. Verrebbe quasi da far notare al segretario Salvini che, al di là dell’appartenenza allo stesso partito, il modo di pensare sul mondo infermieristico della sua Lega è diviso ancora tra nord e sud.

La bocciatura della risoluzione del PD da parte del centrodestra, senza alcuna argomentazione o motivazione di questa scelta, rappresenta uno schiaffo della politica regionale di governo ai nostri professionisti della sanità – dichiara Silvio Paolucci, capogruppo regionale Pd; il comparto infermieristico e sanitario abruzzese viene ufficialmente abbandonato, mortificato e non difeso dalla Giunta Marsilio, al contrario delle altre Regioni italiane, in cui Presidenti e Consigli regionali sono impegnati in prima linea a difesa della salute della popolazione e dei lavoratori del settore.