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Una scellerata disposizione europea, mal recepita dal nostro ordinamento ha riaperto la strada per la realizzazione del Mirò, importante complesso commerciale, a Chieti scalo. Contro questa opportunità, sottovalutata, Forum H2O invita WWF, associazioni e consigliere regionale Mauro Febbo a tornare a fare squadra.

Centro commerciale Mirò a Chieti, Forum H2O “tutto come avevamo previsto da oltre un anno e mezzo sull’avvio della Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) “a sanatoria” postuma, cioè a opere realizzate.” E vi è anche di più.Serve intervento sulla Commissione Europea per far bocciare questa norma italiana che snatura la V.I.A.
Ciao, ripensando a Mirò. secondo me proveranno ad usare questo vergognoso comma sulla V.I.A. “in sanatoria” introdotto tra le nostre proteste dal Governo Letta (in realtà Gentiloni, ndr) nel 2017 al Testo Unico Ambientale. Oh, è solo un mio presentimento“.
Così il 21 ottobre 2020, un anno e mezzo fa, Augusto De Sanctis del Forum H2O commentava su WApp con un giornalista di un noto quotidiano abruzzese le vicende del famigerato progetto di nuovi centri commerciali “Mirò” a Chieti scalo in zona Megalò, allegando pure il comma di riferimento per la V.I.A. in sanatoria. Praticamente un potenziale scoop.
Il presentimento si è puntualmente avverato, come da settimane  avevamo avvisato, tra l’incredulità, anzi, le improvvide smentite contro i fondati allarmi del Forum H2O arrivate dal WWF e dal consigliere regionale Mauro Febbo.
D’altro lato non siamo aruspici, bastava leggere il delirante dettato normativo che dal 2017 ha sdoganato, tra le nostre veementi proteste contenute in un dossier redatto dal Forum H2O e sottoscritto da decine di comitati in tutta Italia, la Valutazione di Impatto Ambientale fatta a posteriori per opere già realizzate, in tutto o in parte, con multe ridicole per progetti multimilionari (da 35.000 a 100.000 euro, praticamente un buffetto). La VIA in sanatoria secondo la Corte di Giustizia deve rimanere un fatto eccezionale, non diventare questione di ordinaria amministrazione come ormai avviene in Italia (quello di Mirò non è l’unico caso, anche in Abruzzo).
Non solo, altre norme introdotte ancora più recentemente  dal Governo Conte consentono di scavalcare, a proposito di V.I.A., pure pronunce negative dell’autorità giudiziaria.
La Sile Costruzioni, proponente dell’intervento, ieri nel Comitato V.I.A. della Regione, ha anche riportato un’altra vittoria non da poco, cioè di poter avviare la V.I.A. esclusivamente sulla base degli artt.23-24-25 del Testo Unico dell’Ambiente. 
Non dovrà quindi procedere con il ben più complesso art.27-bis che prevede il rilascio con la V.I.A. del Provvedimento Ambientale Unico Regionale. Una questione non da poco, perché lascia inalterati tutti gli altri pareri e autorizzazioni.
Ora che accade?
Ora è riaperta la fase della partecipazione del pubblico al procedimento, per cui è fondamentale inviare subito osservazioni negative. Chiunque può inviare un proprio intervento.
Poi il Comitato V.I.A. deciderà se dare parere favorevole o negativo sulla V.I.A. “postuma”. Ovviamente ci aspettiamo che il Comitato  dica un secco “no” ben argomentato.
A quel punto è ovvio che si aprirà una battaglia giudiziaria in sede amministrativa da parte dei favorevoli e dei contrari a seconda del risultato.
Esistono a nostro avviso fondate ragioni per ritenere illegittimi alcuni passaggi del procedimento, per cui sarà bene far valere tutte queste criticità.
Nel frattempo suggeriamo a Febbo e al WWF, invece di fare comunicati stampa fuorvianti, di attivare più utilmente i propri referenti a Bruxelles.
Pensiamo agli europarlamentari dello schieramento partitico del consigliere regionale chietino e agli uffici del WWF internazionale, per agire presso la Commissione Europea al fine di far aprire una procedura d’infrazione nei confronti del nostro paese per aver introdotto queste normative allucinanti che snaturano completamente la Valutazione di Impatto Ambientale facendola diventare un orpello. 
Febbo e gli altri politici regionali, oltre a fare comunicati stampa, potranno anche agire  presso i propri rappresentanti al Governo e i gruppi parlamentari per modificare direttamente il Testo Unico Ambientale in Parlamento.
Ovviamente come Forum H2O continueremo a dare il nostro contributo nell’ambito di questa desolante vicenda auspicando più avvedute posizioni da parte di chi sta dalla stessa parte della barricata.

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