All’alberghiero De Cecco di Pescara evento/tavola rotonda su bullismo e cyberbullismo rivolto ai giovani di tre istituto scolastici. Coinvolte associazioni, forze dell’ordine, esperti, la Garante regionale Falivene ed il commissario Carulli della Polizia Postale.
“#Maipiùunbancovuoto, ossia non dovrà mai più accadere che ragazzi come Carolina Picchio, Tiziana Cantone, o lo studente romano con ‘i pantaloni rosa’ siano indotti al suicidio per essere divenuti oggetto di bullismo dai propri stessi compagni. Tutti, dalla famiglia agli insegnanti ai coetanei, dobbiamo sentirci coinvolti e responsabili di una campagna di tutela delle vittime, e di recupero dei bulli, che quasi sempre si portano dietro un vissuto difficile. Al tempo stesso, prima di entrare nella rete, dobbiamo insegnare ai ragazzi a ‘Postare con la testa’ perché ogni volta che carichiamo una foto o un testo sui social, ne perdiamo il possesso e difficilmente riusciamo a cancellarlo in modo permanente”. Sono le parole che Manuela Carulli, Commissario Capo della Polizia Postale di Pescara, ha rivolto agli studenti delle classi 1 e 2 H e della classe 4 indirizzo Accoglienza Turistica sezione A dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara, con i docenti professoressa Dell’Oso e Rosa De Fabritiis, e ai ragazzi degli Istituti Comprensivi ‘Borrelli’ di Tornareccio e di Orsogna che hanno preso parte, stamane, all’evento ‘Si Vince a Scuola insieme contro Bullismo e Cyberbullismo’, promosso dal ‘De Cecco in partnership con la dirigente Margherita Trua degli Istituti comprensivi. Presenti all’iniziativa, coordinata dalla dirigente dell’Istituto Alberghiero Alessandra Di Pietro, oltre alla dirigente Trua, anche la referente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Tiziana Venditti; Angela Catalano, Governatore Distrettuale Kiwanis; Roberta Degli Eredi, Presidente della Fidapa Pescara; Manuela Carulli, Commissario Capo della Polizia Postale di Pescara; Maria Concetta Favilene, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza Abruzzo; Modesto Lanci, Chair Distrettuale Kiwanis; Fabio Gardelli, psicologo clinico-Esperto Pnl. E poi, tra gli ospiti, il Vicequestore di Pescara Alfredo Luzi, il Tenente dell’Arma dei Carabinieri Rolando, Don Antonio De Grandis Presidente del Tribunale Ecclesiastico regionale, il Presidente dell’Associazione Nazionale Cavalieri della Repubblica Italiana Annamaria Di Rita, Gabriella Lentilucci e Antonio Mariani dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria in pensione, Nelda Orsini dell’Associazione Codici, Antonio Romano dell’Associazione di Protezione civile Val Pescara, Delia Verna del Kiwanis, Raffaella Pia Papagno dell’Associazione Diversuguali il signor Erro in rappresentanza del Consiglio d’Istituto del ‘De Cecco’ e Andrea Piersante come rappresentante degli studenti. Ad aprire la giornata sono state le bandiere della pace esposte tra gli applausi dei presenti dagli studenti degli Istituti Comprensivi e dell’Istituto Alberghiero ‘De Cecco’.
“Mai come nel momento storico che stiamo vivendo, con una guerra che bussa con prepotenza – ha sottolineato la dirigente Di Pietro – è tanto importante riaffermare i valori più alti della nostra cultura e della nostra Costituzione, a partire dal valore e dal principio di autodeterminazione dei popoli, che è simbolo del rispetto delle persone. La guerra è un’aberrazione, è una violazione dei diritti naturali delle persone, così come lo è ogni forma di bullismo e di cyberbullismo che vanno contrastate con il rifiuto della logica della prevaricazione e dell’individualismo esasperato. Il bullismo può avere conseguenze devastanti sulle vittime e allora la scuola deve farsi capofila nella costruzione di una comunità educante”. “La lotta al bullismo richiede coraggio – ha detto la dirigente Trua esortando i ragazzi -: il coraggio di parlare, di denunciare, perché è responsabile anche chi viene a conoscenza di un caso di bullismo e tace; il coraggio di essere visibili, e di non restare nelle retrovie per non farsi notare; e poi il coraggio di difendere l’altro”. “Oggi c’è una legge che individua in maniera esatta i reati del bullismo e del cyberbullismo, ossia il bullismo che si esercita attraverso la rete internet – ha detto Manuela Carulli, Commissario Capo della Polizia Postale di Pescara -, una legge voluta con forza dal signor Pietro Picchio, il papà di Carolina Picchio, un’adolescente che nel 2013 è stata vittima di cyberbullismo, non ha retto alla vergogna, al disagio psicologico, e si è suicidata, una ragazza la cui storia ha ispirato la campagna di sensibilizzazione della Polizia Postale #maipiùunbancovuoto. Purtroppo i dati ci dicono che la fascia di età interessata dal fenomeno si è drammaticamente abbassata, passando dai 13-14 anni agli 11-12 anni, imponendo a tutte le Istituzioni di intervenire prima, parlando nelle scuole, e di intervenire in maniera più vigorosa. Dopo Carolina ci sono state le storie, tutte con lo stesso tragico epilogo, di Tiziana Cantone, del ragazzo con i pantaloni rosa in una scuola romana, e non parliamo di fenomeni che non ci appartengono territorialmente, che sono lontani da noi, perché anche in Abruzzo abbiamo registrato casi simili, casi che ci costringono a tenere alta l’attenzione e a ricordare ai ragazzi alcuni semplici regole. Se un ragazzo autoproduce delle foto osé e un compagno lo convince a divulgare la foto autoprodotta, comunque nessuno è esente dalla responsabilità nella diffusione di quella foto, non va intesa come una goliardata perché si sta commettendo un reato. Il cyberbullismo è il bullismo tradizionale ma espresso con sistemi informatici, più pericoloso perché la rete rappresenta la barriera virtuale tra il bullo e la vittima: il bullo non vede fisicamente la sua vittima e le regole della normalità si abbassano; la vittima non vede da chi arriva il male, non ha un obiettivo al quale imputare il dolore che gli arriva, e cade nella depressione che spesso lo induce anche al silenzio, alla solitudine e al suicidio. Ai ragazzi lanciamo lo slogan ‘Posta con la Testa’, per ricordare che nel momento stesso in cui carichiamo un contenuto, una foto, un testo, sulla rete, ne perdiamo il possesso, e anche oscurare quel contenuto con un atto giudiziario, non ci garantisce che prima o poi non torni in superficie”. Modesto Lanci, Chair Distrettuale Kiwanis, ha presentato agli studenti un libro “‘Lillo e Billo, il bullo’, rivolto ai bambini, che con le filastrocche in rima racconta la storia di Lillo che diventa vittima di bullismo a scuola, ma che poi si trasforma in supereroe. Una storia semplice, che vuole ricordare ai ragazzi il dovere di intervenire, di fare qualcosa, se veniamo a conoscenza di un amico bullizzato, perché altrimenti siamo complici”. “La vera protagonista del fenomeno bullismo – ha sottolineato la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Abruzzo Marina Falivene – è la povertà educativa, ed esiste da sempre, giù dagli anni ’50. Esiste anche nel mondo degli adulti, e si chiama mobbing. Come Regione Abruzzo abbiamo approvato una legge regionale specifica sul bullismo, che si aggiunge e ribadisce come rinforzo la normativa nazionale. Spesso si ha difficoltà a far emergere tali episodi anche per reticenza delle famiglie che non denunciano, e invece tali fenomeni vanno portati alla ribalta, anche per il recupero dei bulli, che sfruttano la debolezza dell’altro o il sentirsi leader di un gruppo, ma sono essi stessi spesso vittima di contesti sociali di grande criticità. Ecco perché è importante la condivisione con la famiglia, la rieducazione per far recuperare relazioni di positività”. A chiudere la giornata è stato lo psicologo Gardelli che ha riproposto “il tema del pregiudizio e della discriminazione come strumenti con i quali nascono i fenomeni del bullismo”.