È stata sottoscritta in questi giorni la convenzione tra Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Chieti e Pescara e l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti–Pescara, tramite il Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento (DMSI), finalizzata allo studio dei resti antropologici rinvenuti durante gli scavi archeologici in Piazza San Giustino.
Lo scavo, che si è svolto sotto la direzione tecnico-scientifica della Dr.ssa Rosanna Tuteri, archeologa della Soprintendenza, è finalizzato al progetto di riqualificazione di una delle piazze storiche più importanti di Chieti. I lavori sono stati appaltati dalla Amministrazione comunale e hanno previsto una importante campagna di verifica archeologica prima di procedere con il completo rifacimento della pavimentazione e dei sotto-servizi necessari.
Durante tali scavi è emersa una sepoltura ancora intatta, risalente al IV-III secolo a.C., e contenete i resti di un soggetto femminile al quale da subito è stato dato il nome di “Marouca”, ad evocare il riferimento ad una donna di rango marrucina.
L’eccezionalità della scoperta ha indotto la Soprintendenza a ricercare immediatamente la collaborazione dell’Unità Operativa di Antropologia del DMSI, diretta dal prof. Luigi Capasso, struttura con la quale già in altre occasioni sono state avviate fruttuose collaborazioni finalizzate allo studio di antiche popolazioni umane abruzzesi.
“I resti umani rinvenuti nel corso della campagna di scavo della necropoli in Piazza San Giustino sono una fonte di informazione unica ai fini dello studio delle prime fasi del popolamento dell’area teatina da parte dei Marrucini” – afferma la Soprintendente Rosaria Mencarelli – “soprattutto in considerazione dell’eccezionale stato di conservazione in cui si presentano e tali da costituire un interessante oggetto di studio ad elevato potenziale informativo archeo-antropologico”.
“La stipula della convenzione consentirà per la prima volta di accedere e di ricostruire le informazioni biologiche di un abitante di Chieti appartenente al popolo Marruccino del quale abbiamo avuto, sino ad oggi, solo informazioni di tipo culturale.” – dichiara il Professor Luigi Capasso – “Potremo finalmente ricostruire molti aspetti paleo-biologici: dallo stile di vita alle cause della morte, dall’età alla statura, fino alle datazioni assolute, non solo sui resti scheletrici, ma anche su tutti i materiali biologici presenti nella sepoltura”
La Direzione Scientifica delle attività sarà congiuntamente sostenuta dalla Soprintendenza e dal DMSI ed è già stato elaborato un cronoprogramma delle indagini che prevede l’inizio delle attività scientifiche entro il mese di marzo.
Il team tecnico-scientifico sarà composto per la Soprintendenza dal Soprintendete Rosaria Mencarelli, dalle archeologhe Rosanna Tuteri, Anna Dionisio e dalla restauratrice M. Isabella Pierigè; per il DMSI il ruolo di responsabile scientifico viene assunto dal prof. Luigi Capasso, Direttore dell’Unità Operativa di Antropologia, affiancato dal Prof. Ruggero D’Anastasio e dal Ricercatore Jacopo Cilli.