E’ attesa in settimana o al massimo nei primi giorni di febbraio il deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado emessa il 19 dicembre scorso dalla Corte d’Assise di Chieti riguardante il processo Bussi, “concluso – sottolinea il Wwf in una nota – senza colpevoli pur nella conclamata presenza di una mega discarica abusiva, scoperta dalla forestale nel 2007”. Nello specifico, i 19 imputati (tutti ex dirigenti e tecnici in vario modo legati a Montedison) per i quali i pubblici ministeri avevano chiesto condanne che andavano tra i 12 anni e 8 mesi e i 4 anni, sono stati assolti perche’ il fatto non sussiste dal reato di avvelenamento delle acque, mentre per il disastro ambientale derubricato da doloso in colposo e’ stato dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. “Un’attenta lettura delle motivazioni sara’ indispensabile per una serena valutazione – dichiara in una nota il delegato regionale del Wwf Luciano Di Tizio – ma dico sin d’ora che il Wwf, se i pubblici ministeri decideranno per il ricorso in appello, continuera’ ad essere presente. Il nostro obiettivo primario era e resta duplice: ottenere la bonifica e avere giustizia per un territorio violentato per anni da comportamenti illegali a danno della collettivita’ degli abruzzesi” “Il Wwf – sottolinea Patrizia Fantilli, direttore dell’ufficio legale del Wwf Italia – continuera’ questa battaglia giuridica e di civilta’ costituendosi parte civile anche nel processo d’appello, confermando piena fiducia nell’avvocato Tommaso Navarra, che, ha tutelato nel migliore dei modi e con un lodevolissimo e costante impegno la posizione del Wwf Italia”