CONDIVIDI

Gli equilibri finanziari del Comune di Pescara sarebbero a rischio. Un doccia fredda il rilievo della Corte dei Conti, ma le relazioni vanno lette per intero. I conti sono a posto e gli uffici si stanno già occupando delle criticità. E’ il messaggio rassicurante dell’assessore al bilancio Eugenio Seccia.

«I rilievi mossi al Comune di Pescara sorprendono perché non in sintonia con un quadro oggettivo che è tale da reggere autorevolmente a qualsiasi riscontro tecnico». È il primo commento dell’assessore al bilancio Eugenio Seccia in merito alla pubblicazione della nota della Corte dei conti che è stata considerata un campanello d’allarme sulla situazione finanziaria dell’Ente.

Non solo il Comune ha rispettato tutti i parametri previsti dal D. Lgs. 118/2011, ma ha altresì centrato ogni obiettivo da esso prescritto, così come dall’aggiornamento del d.m. I agosto 2019, con i tre saldi finali:

  1. risultato di competenza;
  2. equilibrio di bilancio;
  3. equilibrio complessivo.

«I numeri parlano chiaro: il rendiconto 2020, che è stranamente oggetto dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti, poggia su un risultato di competenza di parte corrente di + € 13.153.510,69; se a esso sottraiamo le somme accantonate e vincolate, l’equilibrio di bilancio è di + € 98.988,37. La sezione regionale della Corte dei conti – prosegue Seccia – , nel rilevare un differenziale di parte corrente negativo di € 26.954.036,15, cifra che ha destato tanto allarme, ha sottratto al risultato positivo di parte corrente il residuo debito di € 35.391.882,11, ovvero il Fondo anticipazioni di liquidità. Mai un rilievo del genere è stato mosso nei confronti del Comune di Pescara, non fosse altro per il fatto che la somma residua di € 35.391.882,11 deve essere restituita in un periodo di trenta anni. Non si comprende perché l’intera somma residua sia stata sottratta dall’equilibrio di parte corrente come se l’Ente avesse dovuto restituire l’intero debito residuo nel corso dell’esercizio 2020, invece che con una quota di 1,8 milioni annui».

Il Comune di Pescara, a fronte di una quota di recupero del disavanzo programmato pari ad € 2.752.943,87, ha sempre recuperato una somma maggiore. Su questo comportamento virtuoso c’è persino una sottolineatura del magistrato contabile (per quanto limitata a una sola riga), tanto che nel periodo 2016-2020 è stato recuperato un maggiore disavanzo per un importo pari a € 2.225.258,24: segnale più che evidente di una capacità di restituzione dell’ente maggiore rispetto a quella prevista.

Per Seccia «l’allarme riportato sugli organi di stampa è quindi fattualmente e oggettivamente incomprensibile. In argomento l’amministrazione comunale chiederà in tempi brevi un incontro con i componenti della Sezione regionale della Corte dei conti».

L’uso dell’espressione «gravi irregolarità», peraltro, non è accompagnato da alcuna precisazione giuridica su qualsivoglia violazione di norma; la chiosa sull’accertamento del conseguimento dell’obiettivo intermedio, poi, è in contraddizione logica con la spalmatura trentennale di un debito invece preso totalmente a riferimento per definire l’equilibrio corrente dell’Ente. Si aggiunga inoltre che nel corso del 2020 non vi è stato alcun elemento nuovo e di alcun genere, dal punto di vista contabile, tale da indurre la Corte a modificare il proprio pensiero.

Il Comune di Pescara può quindi a mente serena e con coscienza limpida rassicurare tutti i cittadini e contribuenti, oltre che i magistrati contabili, che il piano di riequilibrio non solo rispetta perfettamente tutti i parametri, ma anzi è addirittura migliorativo. Sono tutti gli indicatori a smentire la ricostruzione allarmistica. Valgano come termini di paragone i seguenti elementi:

  1. La cassa dell’Ente – termometro dello stato di salute finanziaria – è in costante incremento. Il Comune, dopo avere fatto ricorso per anni all’anticipazione di liquidità ha chiuso l’esercizio 2021 con un fondo di cassa di 6,3 milioni ponendo così fine al ricorso al “rosso in banca”;
  2. Il ritardo medio di pagamento del Comune di Pescara nell’anno 2021 è pari ad appena 2,9 giorni: un record positivo tra i più virtuosi Comuni italiani;
  3. Pescara non ha mai fatto ricorso, pur essendo concesso a tutti gli enti, al cosiddetto “metodo semplificato” nel calcolo dell’accantonamento al Fondo Crediti di dubbia esigibilità. Una scorciatoia che avrebbe permesso di risparmiare in termini di accantonamento almeno 5 milioni di € annui, ma tale possibilità non è più stata consentita a far data dal rendiconto 2020;
  4. Pescara non ha mai utilizzato l’accantonamento del Fondo anticipazioni di liquidità per la costituzione del Fondo Crediti di dubbia esigibilità. La prudenza ci ha suggerito di non utilizzare tale escamotage che, guarda caso, è stato poi dichiarato incostituzionale.

I numeri, nonostante due anni di pandemia e le conseguenze dirette e indirette, sono migliori rispetto a quelli di inizio dello stato di predissesto risalente a sette anni fa.

Su questi e su altri aspetti l’Amministrazione auspica un incontro con i magistrati contabili per una chiara e serena riflessione.